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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Il lato oscuro (e meraviglioso) dello sport

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Lunedì 3 Aprile 2023

 

basket-20 


“Prendete quest’ultimo fine settimana che dovrebbe far riflettere tutti i ministeri dello sport e salute che appesantiscono i massimi sistemi, non soltanto in Italia, confondendo il dire con il fare, cercando negli altri la colpa.”

Oscar Eleni

Alla ricerca di rotelle per annusare fra i vasetti di menta e rosmarino, ascoltando la musica tradizionale e new del giapponese Sakamoto che a 71 anni se ne è andato e per noi resta l’ultimo imperatore con Bertolucci, infelici nel veder trattare male Salvatores e il suo Casanova. Ai critici del cinema, del teatro, della musica, però, va molto meglio ogni tanto che ai forzati del pronostico.

Brera e Peterson avrebbero dovuto insegnarci: soltanto chi li fa può sbagliare. Una frase sentita cento volte da Beppe Viola, scusa messa in tavola al posto della orribile bistecca sintetica da chi lascia la rendita in sala gioco, corse, scommesse varie.

Prendete quest’ultimo fine settimana dello sport dove, a parte Pogacar, meraviglia della Slovenia che dovrebbe far riflettere tutti i ministeri dello sport e salute che appesantiscono i massimi sistemi, non soltanto in Italia dove ogni giorno qualcuno cerca di farci andare nei matti, chiedendo asilo nel dopo Basaglia, per divieti, parole vuote, contraddizioni, confondendo il dire con il fare, cercando negli altri la colpa.


Un vizio italiano che Velasco scoprì quando gli diedero la nazionale di pallavolo e in un angolo nascevano già i congiurati, quelli che alla fine si consolavano soltanto con la famosa maledizione olimpica, perché lui la squadra del secolo l’ha costruita davvero.

Solidale con le farfalle della ritmica, il club ipocrisia si stupisce che in pedana non siano più tanto lucide, il club ricordato da Cova nelle sue ultime interviste per il compleanno. Auguri a lui che, finalmente, ci ha ricordato Rondelli mentre la velocità nel mondo, dalla Giamaica al Sudafrica, fa sapere che in pista le cose si muovono più velocemente che nelle sedute dei creativi, mentre si annuncia la rinascita del bellissimo Van Niekerk, primatista mondiale dei 400 ancora in carica dopo due anni di prigionia per infortuni davvero seri.

Ma visto che la miccia è corta torniamo ai pronostici di Bertoldo che avvelenano le notti dei prigionieri del mistero agonistico, il lato oscuro e meraviglioso dello sport, anche adesso che lo governano i venti malefici dell’affare ad ogni costo.

Dunque eccoci alle sorpresone. Napoli-Milan? Ma dai. Scontato. Infatti 4 a 0 per i rossoneri al Maradona. Chiedete a Parigi dopo il tuffo nel ghiaccio del Saint Germain Messi tanto male in casa contro Lione.

Lasciando stare la formula uno perché la Ferrari è un caso a parte, impronosticabile anche se nell’inverno la macchina era una meraviglia per tutti. Quando eravamo in Gazzetta il direttore Zanetti “litigava” con Enzo il magnifico perché alla presentazione di nuove macchine non faceva passare l’ingegner Benzing, titolare della rubrica nella rosea.

“Motivo?”, chiedeva il maresciallo. “Lui capisce”, rispondeva il Drake, salvo poi aprire porte misteriose.

Prendete la moto e la caduta di Bagnaia per settimane magnifico, ma per fortuna ci ha pensato Bezzecchi. Nella pallavolo Piazza e la sua Milano hanno stordito portando Perugia alla quinta partita, come è successo a Modena e Civitanova.

Voi direte che un delirante dovrebbe arrivare prima al nocciolo, al suo fottuto basket che, come dice il Guerini, parla molto, ma fa poco per valorizzare il pochissimo che troviamo ad alto livello. No, sul basket vorrei fare come il Montanelli che al Giornale ci diceva di lasciar perdere la sua Firenze allagata: “E’ chiusa per nervoso”.

Comunque qualcosa va detto.

Milano festeggia Peterson, ma, per fortuna, mettendosi la maglia blu, scelta condivisa per un messaggio al di fuori dello sport, non è stata confusa con i “ragazzi” del nano ghiacciato che non mancano mai. In presenza o con messaggi davvero speciali da dove vivono adesso. Terzo flop consecutivo anche in campionato, una scialuppa alla deriva, facce di cartone e Messina sulla stessa strada anfosa dove Simone Inzaghi si è trovato con l’Inter, viottolo frequentato ieri anche dal suo rivale Scariolo che ha smaltito la rabbia dei flop europei andando a perdere sul campo benedetto di Trieste. Truppe con mani di cartone, infermerie piene, ma anche tante facce di tolla che sanno recitare, ma troppo spesso soltanto fuori dal campo.

Nella giornata balorda cosa dire di Brindisi e Sassari, le due corsare che avevamo segnalato alle favorite già sotto choc dopo quello che avevano fatto in Coppa Italia perdendo contro Brescia.

Basket italiano al macero europeo, con un altro mese di campionato da tormenti perché soltanto la Virtus è sicura di avere il fattore campo, mentre Milano rischia pure il secondo posto se Tortona rinnova anche altri insieme a Ramondino, a Semprini e lei, invece, dovrà dare voti ai neoacquisti. Non ne salveremmo nessuno.

Non parliamo della zona retrocessione, il cimitero dove sono finite tante onorate società in passato, l’orgasmo delle regole che piace ai dirigenti, una tonnara dove al momento in quattro sono a 16, con Verona e Reggio Emilia che hanno ripreso Napoli e Scafati.

Con questa amarezza dentro, succede se ti illudi di essere competente, augurando a Pioli di non finire sulla stessa tradotta del suo tifoso Messina e dei “nemici” neroazzurri, Scariolo e Inzaghi, le pagelle prima della prigionia del letto e del bastone per rendere meno dolorose ben tre ernie discali.

• 10 A PETRUCCI e POZZECCO per aver visitato i lavori alla cittadella dello sport del Gavio della bella Tortona che intanto sta facendo il contropelo all’Armani e punta giustamente al secondo posto. Il futuro nella bella provincia europea.

• 9 Agli ex di Peterson, non soltanto i bassotti, per il modo in cui hanno ricordato alla gente chi è stato davvero il Peterson che a 51 anni forse fece male, sicuramente lo fece, a ritirarsi, ma da buon veggente, come prima dell’Aris, aveva capito chi c’era intorno a questo sport italiano umorale e razzista che ogni santa domenica vede beceri da tribuna, in serie A, nei campionati giovanili.

• 8 A REPESA che ha scoperto nella Scavolini di oggi portata così bene alle finale di Coppa Italia gli stessi peccati dei giorni in cui gli fecero lo stesso scherzo. Ora chiede scusa al pubblico per la figuraccia contro Trento, convinto che la gente vada rimborsata. Beh, può iniziare chiedendo a Costa e Magnifico di fare un taglio sull’ultimo stipendio dell’intera squadra

• 7 Alla NCAA che per consolarci, visto che a Houston, in finale, con Connecticut, è arrivata la mai pronosticata San Diego State, per la gioia dell’amico Reineri, ricordando che tutte le favorite hanno fatto disastri quasi peggiori di Dallas dove lo sloveno Doncic predica in una difesa al vuoto spinto.

• 6 A MOLIN il più paziente e forse anche uno dei più bravi se con questa Trento sfiancata da troppe partite è ancora fra le prime otto.

• 5 A MAZZONI e ATTARD se ai mondiali asiatici, dove meritatamente andranno come arbitri in estate, non dimenticheranno che a casa ci sono colleghi che mandano al manicomio. Minuti perduti al VAR, antisportivi a capocchia, fallo su tiro da tre punti immaginato più che visto o sentito. Insomma tanta roba per decidere troppe partite.

• 4 Al munifico e splendido ZANETTI, caffè corretti bene per ciclismo, auto, fino a ieri pure basket, se in vista della finale scudetto eviterà di suonare strani tamburi che hanno confuso chi gli scudetti pensa di averli meritati tutti, chi è sicuramente un grande allenatore, ma non ha certo bisogno di altre rotture adesso che la Virtus è in rottura.

• 3 A Bob MCADOO che ha dovuto arrabbiarsi perché fra le 12 nuove facce nella casa della gloria di Springfield, Gasol, Nowitzki, Parker, oltre al super Popovic, che forse chiuderà a San Antonio, non ha trovato ancora il PETERSON da lui proposto alla commissione dalla pagine della Gazzetta. Lo saremmo anche noi.

• 2 Agli angeli della banda PETRSON che nel ricordo di annate memorabili hanno voluto far sapere che il coach era anche un po’ tirchio e scroccava passaggi in auto, per allenamenti, partite, addirittura chiedendo al suo giocatore “tu oggi vieni?”, cene di festa e meditazione. Vero, ma lui vi aveva detto che fra le tante origini, indiane, irlandesi, c’è anche quella scozzese. Certo a questa Armani non avrebbe detto soltanto che la trovava un po’ patetica.

• 1 Al CIRCOLO DEGLI IPOCRITI che si lamenta per le troppe partite in Eurolega, ma poi avalla le inutili finestre per Nazionali e ancora sostiene la mala idea che la finale scudetto, insomma due probabili incassi in più mai avuti nelle ultime due stagioni da share minimo anche in chiaro, su 7 partite sarà un successo anche con giocatori da raccogliere col cucchiaino dopo più di 80 partite, come direbbero Melli e i ragazzi italiani della Virtus.

• 0 A MESSINA e SCARIOLO non certo per le sconfitte ma perché, conoscendone il valore, sarebbero capaci di mandarci tutti sui fiumi senz’acqua con una corda al collo per aver azzardato una probabile finale senza Virtus e (o) Armani. Accetteremmo comunque la pena, ma prima vorremmo vedere qualche valigia caricata in terza classe, lontano dalla zona conforto degli stipendi e della sede.

 

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