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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / I bizantinismi della giustizia sportiva

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Mercoledì 15 Marzo 2023

 

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Fatta di collusioni con il mondo politico, di gente di potere che neppure sotto tortura è propensa a mollare la poltrona. Per essere credibile dovrebbe venire riformata. Cosa che il gattopardo Gravina da anni promette.

Andrea Bosco

La scoperta è stupefacente: Caterina, la madre “dell'ufo“ nato a Vinci era una principessa. Una circassa, rapita dai tartari, fatta schiava e venduta a Costantinopoli a mercanti veneziani e successivamente portata in Laguna. A Firenze sarebbe arrivata qualche tempo dopo, all'età di 15 anni, affrancata dal notaio Pietro da Vinci del quale divenne amante. La scoperta, fatta all'archivio di Stato di Firenze da parte del biografo di Leonardo, Carlo Vecce è di portata incommensurabile. Vecce ha rinvenuto una carta, datata sei mesi dopo la nascita di Leonardo: novembre 1452.

Quindi il genio assoluto della storia dell'umanità, l'uomo che con le sue invenzioni ha preconizzato il futuro, l'uomo che ha prodotto studi su tutto lo scibile, che ha realizzato capolavori come la Gioconda e il Cenacolo e con “la mano sinistra“ (ma va detto che Leonardo era mancino e quindi gli veniva facile) opere come “La vergine delle rocce“, aveva sangue arabo. I circassi originari del Caucaso sono presenti, ancora numerosi in una regione della Turchia. Arabo, toscano o extraterrestre sia stato (mai nella storia umana un genio è risultato eccellente, contemporaneamente, in pittura, architettura, medicina, ingegneria, astronomia, medicina, archeologia, botanica, musica) la madre di Leonardo fu certamente Caterina. Il padre si presume sia stato il notaio Pietro. Ma non è detto. “Mater semper certa”, eccetera. L'autoritratto da vecchio di Leonardo non presenta tratti caucasici.

Del resto questo uomo è sempre stato un mistero. Ha inventato strumenti di guerra come il sottomarino, salvo non spiegarne il funzionamento, perché “nelle mani di un solo signore produrrebbe terribili conseguenze “. Quando era ragazzina raccontavo a mia figlia di Leonardo. Una volta dopo aver letto una notizia mi disse: “L'insopportabile aveva inventato anche un profumo. Con una essenza caraibica che ai suoi tempi non era stata ancora scoperta“. Le dissi che non ero stupito. All'Hotel de Milan ho visto esposti fogli del Codice Hammer (che all'epoca apparteneva a Bill Gates), uno raffigurante la faccia “nascosta” della Luna, crateri compresi. La faccia che solo gli astronauti avrebbero centinaia di anni dopo potuto ammirare dallo spazio.

Misteri. Come la “Gioconda” che forse raffigura Lisa del Giocondo, forse una (in lizza sono tre) dame di alto lignaggio milanesi. Ma forse riproduce lo stesso Leonardo in fattezze femminili. In ogni caso lo strabismo di Monna Lisa è cinesicamente poco spiegabile, visto che a seconda di chi la guarda provoca emozioni assolutamente diverse. Misteri: o forse no. Leonardo era mancino, scriveva da sinistra destra, ma scriveva anche rovescio. Per “leggerlo“ serve uno specchio. Quando a Milano arrivò la scultrice statunitense Nina Akamu che aveva lavorato alla realizzazione del “Cavallo“ posto all' Ippodromo (su disegni di Leonardo) la intervistai. E mi disse: “Visto che l'originale prevedeva anche un cavaliere (il Moro, NdR) non si capisce come avrebbe potuto realizzarlo, con una sola colata, tra l'altro. Visto che noi per assemblare il cavallo abbiamo dovuto affidare il lavoro a due diverse fonderie“.

Tipo misterioso Leonardo. A Firenze si praticava ai suoi tempi (ancora rivive in una celebrazione) un tipo di violentissimo calcio: mezzo rugby, mezzo lotta, mezzo rissa da strada. E lui ne scrisse: “Prevedo per esto joco una magna popolarità con diffusione per tutto lo globo“. Già Eratostene aveva spiegato la sfericità della Terra. E per qualche misteriosa ragione Leonardo conosceva tutti i testi antichi. Anche quelli custoditi (e inaccessibili) nella Biblioteca Vaticana. Calcio: lo sport più diffuso e praticato del mondo. Come aveva predetto Leonardo.

CALCIO – Gabriele Gravina ha spiegato a proposito delle “carte Covisoc“ trattenute per sette mesi dal suo procuratore federale negandole ai difensori della Juventus, arrivando a ricorrere al Consiglio di Stato (respinto con perdite dopo la delibera del TAR) pur di non esibirle, che “in Italia vige la cultura del sospetto“. Nelle carte alla fine prodotte non sembrano esserci elementi rilevanti che possano alleggerire la posizione della società tornese. Ma proprio per questo non si comprende la protervia del procuratore federale Chinè nel negare le carte medesime alla difesa. Come accade in qualsiasi paese civile del mondo. Al punto tale che questo tipo di comportamento ha innescato un sospetto nel sospetto. E vale a dire che le carte prodotte (con deliberato ritardo) non siano autentiche.

Quelle “vere“ conterrebbero verità inconfessabili. Tipo la responsabilità di altre società nella vicenda plusvalenze. Tipo, soprattutto, l'iscrizione di un club al campionato, nonostante l'impossibilità da parte del medesimo di versare la quota di iscrizione. Fantascienza? Non proprio. Presidente Carraro, alla Roma che era piena di debiti e che aveva presentato una fidejussione “opaca“, fu consentito di iscriversi al campionato con venti giorni di ritardo. La giustizia sportiva italiana è fatta di bizantinismi, di collusioni con il mondo politico, di gente di potere che neppure sotto tortura è propensa a mollare la poltrona. Per essere credibile dovrebbe venire riformata. Cosa che il gattopardo Gravina da anni promette senza la promessa onorare.

Non l'unica, a dire il vero. E' dai tempi di Tavecchio che si parla di riduzione del numero delle partecipanti ai campionati per un calcio più sostenibile. Una volta il torneo di serie A era a 16 squadre. Poi aumentato a 18. Le 20 squadre sono un lascito di Carraro e del compianto Gaucci che aveva minacciato di rivolgersi al TAR, bloccando il campionato se il Catania non fosse stato ripescato dalla retrocessione. Motivo? Un cavillo di lana caprina. Gravina avrebbe altre riforme mai attuate nel carnet dei suoi auspici. Una su tutte: le modalità di elezione del presidente federale. Oggi in Italia i voti dei dilettanti pesano più di quelli dei professionisti. E al voto vanno anche arbitri, allenatori, associazione calciatori. I “dipendenti“ del calcio votano per la presidenza. Roba che magari dovrebbero votare anche gli amministratori delegati dei network, visto che i dobloni per far sopravvivere il pezzente calcio italiano li mettono loro. O no?

MONDO CANE – Brutto mondo. Muoiono 80 migranti a Cutro ma ancora non ci sono certezze su quali siano (se ci sono state) le eventuali responsabilità del governo. Né per quale motivo un barcone tenuto a galla con chiodi arrugginiti che a contatto con la secca fatale si sono staccati facendolo capovolgere, non si sia diretto sulle coste greche o su quelle di Creta coprendo un tragitto assai minore rispetto a quello che lo ha portato tragicamente sulle coste calabresi. E come mai con il mare in tempesta, gli scafisti non abbiano lanciato un SOS. Cercando di evitare i controlli, forse per lucrare sui loro disgustosi traffici umani.

Pare ci siano 700.000 migranti in attesa di imbarcarsi dalla Libia. E che il traffico sia organizzato, anzi aizzato dalla milizia privata di Putin che in Africa da anni opera in vari paesi. Numeri fatti per negare la qualsiasi pietas. Perché se è ributtante che il governo inglese deporti i migranti irregolari in Ruanda, ripristinando quello che l'Inghilterra faceva nel Settecento con gli schiavi (e le schiave) nostrani sottratti alle carceri e venduti nel Nuovo Mondo come merce, è preoccupante che l'Europa non si muova per contenere una invasione (le cose vanno chiamate con il loro nome) che produrrà solo problemi e nuovi lutti: in mare e sulla terra.

Gary Lineker (espulso poi reintegrato dalla BBC) si è scagliato contro il suo governo paragonandolo alla Germania nazista di Hitler. Giusta l'indignazione di quello che fu un talentuoso centravanti e che oggi è un apprezzatissimo commentatore televisivo. Ma le parole andrebbero sempre pesate. Altrimenti finisce come a Bruxelles dove una esponente europea della gauche ha definito Giorgia Meloni “una leader le cui mani grondano sangue“. Bruxelles: dove il premier polacco ( che annunciato che farà presto tutti i nomi ) ha spiegato si annidano europarlamentari prezzolati dai servizi segreti di Mosca. Per prendere decisioni in grado di spaccare l'unità europea a favore di Putin per la sporca guerra in Ucraina. Altro che Qatargate. Quelli di Panzeri and company sarebbero spiccioli rispetto ai petrodollari stanziati dal macellaio del Cremlino. C'è da sperare non ci siano italiani “nella cesta“.

Perché da Berlusconi (dacia) a Salvini (maglietta sulla Piazza Rossa), da Conte (104 soldati russi a Bergamo che avrebbero dovuto essere infermieri), ai vecchi draghi del Pd, le simpatie per Mosca (ma anche per Pechino, purtroppo), sono in Italia estese. E dove (come a Bologna) le vie con la parola “patrioti“ vengono sostituite con quella “partigiani“. Ma dove le vie dedicate a Lenin e a Stalin restano intonse. Del resto a Torino esiste un Corso Unione Sovietica. Perché i “rossi“ tipo la Rete Milano Antifascista Antirazzista Meticcia e Solidale che hanno accolto la sottosegretaria Frassinetti (andata porre dei fiori sulla targa della scuola che commemorava l'omicidio a sprangate del diciannovenne studente Sergio Ramelli aderente al Fronte della Gioventù) al grido di “Fascisti, carogne, tornate nelle fogne“ non cambieranno mai.

Eppure la preoccupazione dell'intellighentia italiana che dalla scuola da decenni contamina chi a scuola dovrebbe andare per poter imparare, non dico la verità, ma almeno la Storia, è quella della filosofa Nadia Urbinati che Letta volle nella fase costituente del Pd che sulle colonne di Domani (quotidiano di Carlo De Benedetti, uno che auspica una patrimoniale ma che le tasse le paga in Svizzera dove risiede e dove gli sconti fiscali per i ricchi sono esagerati) ha auspicato che la “destra accetti le regole democratiche. E se ne vada all'opposizione qualora perda le elezioni e che mai usi violenza verso gli avversari politici“.

L'episodio di Firenze (studenti di sinistra malmenati da studenti di destra) ha fatto tornare alla mente episodi che si vorrebbero confinati nel passato. Ma le parole di Urbinati appaiono una esagerazione. Ma forse no: un manager di un azienda pubblica, designato dal governo in carica, ha spedito al suo consiglio di amministrazione una mail con un estratto del discorso di Mussolini nel quale a un anno di distanza rivendicava “la responsabilità politica del delitto Matteotti“. Il più efferato omicidio della marmaglia fascista nel Ventennio: l'uccisione del socialista Giacomo Matteotti che in Parlamento aveva denunciato i crimini di Mussolini e dei suoi pretoriani.

A certa gente bisognerebbe ritirare la “patente” da essere umano. Vale per tutti. Anche per la consigliera del Pd milanese Monica Romano, prima transgender, in consiglio comunale, nella direzione nazionale di Elly Schlein che ha dato dei “giustizier “ a quei cittadini che esasperati per l'assenza di vigili e di agenti di polizia nella Metro di Milano a tutela di quanti subiscono borseggi da giovani rom minorenni o da madri rom incinte (entrambe le categorie non perseguibili per legge) hanno cominciato a filmare le ladre avvertendo i cittadini del pericolo. “Filmate e consegnate i filmati alla legge“ ha detto Romano. Ma certo: la legge, con solerzia punirà. Ma per favore.

Come ha urlato una ladra “beccata“ sul fatto: “Tanto tra un'ora esco. Noi rubiamo. Domani torno a rubare: è il nostro mestiere, rubare “. Si è occupato della cosa anche Massimo Gramellini sul suo “Caffè“ in prima pagina del Corriere. E da buon democristiano (Gramellini in fondo lo è) ha scritto che “la Romano ha ragione ma solo a metà“. Mi perdonerà Massimo Gramellini: la questione é di sostanza. La legge è in questo paese, per certi reati, inesistente. La legge si gira dall'altra parte. O “fai da te“, oppure sei destinato a subire. E allora, parlo me, che detesto la violenza, visto che l'ho subita per anni, ma che detesto anche chi mi tocca e ho nel merito un riflesso condizionato, va a finire che una volta per un tentativo di borseggio (nella Metro) ho rifilato un calcio nel culo a una ragazzina, che uscendo di corsa mi ha vomitato addosso di tutto. Ma alla prossima, dovesse accadere, temo reagirei in modo più pesante. Non sono un giustiziere, non ho lo spirito dell'ispettore Callaghan. Ma non sopporto mi tocchino. Figuriamoci se uno (o una) mi infila una mano nel cappotto per rubarmi le carte di credito.

VINCOLI – E' un mondo senza vergogna dove la politica ha fatto strame del buon senso: a destra come a sinistra. Romano ha ottenuto la “solidarietà “dei compagni di partito e delle mosche cocchiere grilline.

I balneari i quattrini proprio non li versano. Vellicati dal governo Meloni, anche se inseguito dalla normativa europea. L'Hotel Cala di Volpe in Sardegna che ha prezzi di 250 euro (a pasto, mecojoni!) versa al demanio 520 euro l'anno per la sua spiaggia esclusiva. Secondo un rapporto di Legambiente “nel solo comune di Arzachena ci sono 41 stabilimenti balneari con canone annuale inferiore a 1000 euro, mentre degli altri 23 non esistono dati“. Balneari che “grassano“ e che vorrebbero (pronuba la ministra Santanchè) continuare a farlo. Meloni si rammenti che proviene dalla “Destra sociale“. Attenta al sociale. Una formazione che ha sempre (secondo la storia) detestato evasori e furbi.

Vale per Meloni e vale anche per il sindaco di Milano Sala. La scorsa settimana mi sono diffusamente occupato sullo Stadio in fieri di San Siro. Ora il ministero dei Beni Culturali ha posto un vincolo storico artistico sulla celebre pista del Vigorelli. Ergo la stessa cosa potrebbe ripetersi (e probabilmente si ripeterà sotto l'egida di Vittorio Sgarbi) per il Meazza. I club sembrano aver abbandonato l'idea di restare a Milano. La patata bollente è nelle mani di Sala. Che ha tergiversato per troppo tempo. Dimenticando il detto: “tanto va la gatta al lardo“ e quel che ne segue.

Nota sul governo italiano che ha negato a Israele di riconoscere Gerusalemme capitale. Con totale ipocrisia, il ministro degli esteri Tajani ha spiegato che la posizione italiana è quella dei due stati. E che solo allora se ne potrebbe discutere. Ipocrisia, visto che Abu Mazen è un vecchio screditato leader che non conta. E che Hamas è un gruppo terroristico finanziato dall'Iran che vuole l'annientamento di Israele. E che per gli ebrei, anche quelli progressisti, Gerusalemme è qualche cosa che un cristiano – ad esempio – non può comprendere. Rammento uno scrittore statunitense di origini ebraiche che intervistai al Festival della Letteratura di Mantova. “Profughi?“. “Il rientro di un milione è troppo, ma mezzo milione si potrebbe fare“. “L'accesso al mare?“ “Si potrebbe dare“. Sostegni economici?“ “Vanno dati, serve ricostruire“. “Gerusalemme?“ Silenzio di una ventina di secondi, poi con decisione la risposta: “Che c’entra: Gerusalemme è nostra“. Ecco.

LIBIDINE – Chiudo con Bianca Balti trentottene bellissima supermodella che alla “belva“ Francesca Fagnani ha rivelato di tutto e di più : rave, alcol, droghe, sesso di gruppo, uno stupro subito sembra inconsapevolmente. Chi va da Fagnani (che è bravissima) lava i panni sporchi davanti alle telecamere di RAI-2. Il livello ad ogni puntata si alza. Fagnani incalza e quelli con libidine raccontano le cose più turpi della loro vita. Quasi che Fagnani fosse un qualunque Crepet, senza maglioncino di cachemire color pistacchio. Prossimo step probabilmente la “confessione“ di un prete pedofilo. E' la nuova televisione: il peggio del peggio.

Tra le altre cose dette Balti, ha spiegato di avere una “sfrenata passione per il pene“. Quando si dice “pane al pane e pene al pene“. Dal mio punto di vista, alleluia che una bella donna confessi i propri istinti sessuali. Ora aspetto da Fagnani anche un maschio che spieghi la sua sfrenata passione per la “frìtola“. In fondo basterebbe invitarne uno (celebre) che in vita non si è mai fatto mancare “il desco“. Ma qualcuno ne conosco anche io. Uno soprattutto, lo conosco veramente bene.

Nella mia laguna spiegano: “uno che ghe piase ea mona“. Del resto su questa predilezione, Giorgio Baffo poeta pornografico del Settecento, ha costruito la sua celebrità. Con un'opera in dialetto che Appollinaire reputava “divina“. I veneziani furono talmente affezionati al loro poeta lubrico (in confronto al quale le Memorie di Casanova sono roba da educande) da mettere una targa commemorativa in Campo San Maurizio nella casa dove Baffo abitò. E' meta di turisti che informati dal cicerone di turno del contenuto di quelle liriche (“Lode a la mona“, “Lode alle tette“ e via discorrendo) o ridono di gusto o si indignano. Quelli che si indignano sono cattolici osservanti. E qualche puritano.

 

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