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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Gianfranco Colasante
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I sentieri di Cimbricus / L'allegra confraternita del peso

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Sabato 11 Marzo 2023

 

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“Zane è il più piccolo tra i grandi lanciatori di peso: 1,91 per 107. Crouser lo sovrasta di una decina di centimetri e di una trentina di chili. L’impressione è di trovarsi di fronte più a una terza linea che uno che si dedica a scagliare le sedici libbre.”

Giorgio Cimbrico 

Peter Weir non ha fatto molti film. Quando è arrivato in fondo, ha lasciato il segno: “Picnic ad Hanging Rock”, “Gallipoli2, il Testimone, Green Card, Truman Show, Master and Commander. Dal mistero alla commedia, dalla storia alla previsione del futuro che ci attende. Anche l’Italia ha il suo Weir, mezzo secolo più giovane di Peter.

E’ Zane, nativo di Durban, Natal, nella città dove Gandhi visse e fondò il Congress Party, da una famiglia con parti delle radici scozzesi e con una, almeno, triestina, assicurata da Mario, il nonno che in questo modo ha permesso che il giovanotto diventasse italiano, azzurro, finanziere, piazzato nei grandi eventi, campione europeo indoor, il secondo, nella storia patria, a superare i 22 metri. Ora Alessandro Andrei è a 85 centimetri. Tanti, non troppi. 

Zane è il più piccolo tra i grandi lanciatori di peso: 1,91 per 107. Crouser lo sovrasta di una decina di centimetri e di una trentina di chili, ma anche gli altri non scherzano. L’impressione è di trovarsi di fronte più a una terza linea che uno che dedica il suo tempo a scagliare le sedici libbre. “E infatti quello era il ruolo – conferma Paolo Dal Soglio – perché in Sudafrica il rugby è una tradizione, un costume, una normalità, una delle materie scolastiche”. 

Dal Soglio, vicentino di Schio, allena Weir, laureato in economia, e Leonardo Fabbri, fiorentino di Bagno a Ripoli, nato nello stesso giorno del genio vinciano. Sino alla gran botta di Istanbul, i suoi due allievi avevano lo stesso record personale, 21.99. “Era una situazione quasi grottesca: all’uno e all’altro mancava un centimetro per toccare quella barriera, superarla. Zane ce l’ha fatta per primo. Ora tocca a Leonardo”. Che agli Euroindoor ha stabilito un record: sei lanci, sei nulli. Otto su nove, presa in esame anche la qualificazione, quando aveva guadagnato la finale con 21.17. Zane – veloce nell’azione, fulmineo nel rilascio e capace di disegnare parabole altissime – aveva vinto anche quella fase con 21.46. Un ritorno ruggente dopo essersi … messo all’indice da solo: la frattura di quel dito lo ha lasciato nove mesi a guardare e gli ha fatto perdere i Mondiali di Eugene e gli Europei di Monaco di Baviera. 

“Qualcuno mi ha detto: ma Leo non poteva piazzare un lancio? Poteva, certo, ma non aveva nessuna importanza. Non gli ho detto niente, l’ho lasciato forzare e all’ultimo turno quel sesto nullo era sui 21.80”. Nei virtuali pressi di un formidabile podio: Weir 22.06, Stanek ceko 21.90, Kokoshko ucraino 21.84. Gara di grande qualità: qualcuno lo aveva previsto, a cominciare da Dal Soglio, eurocampione 27 anni fa, a Stoccolma, nel ’96 che lo vide sfiorare il podio olimpico ad Atlanta dopo aver comandato la gara, per finire ai piedi, scalzato per un centimetro dall’ucraino Bagach, che in carriera è stato squalificato per uso di farmaci proibiti e persino per due “cartuccere” di pesetti sistemate intorno alle caviglie, la zavorra buona per rimanere in pedana. 

Appena tornati da Istanbul Dal Soglio e i suoi due discepoli hanno avuto poco tempo da passare a casa. Ora sono a Leiria, Portogallo, per la Coppa Europa di lanci contro buoni avversari come il lussemburghese Bertemes e Kokoshko, che vive e si allena proprio lì. “E’ un posto che Zane ama: è dove l’anno scorso si è spinto a 21.99. E può essere il luogo giusto per Leo: in allenamento la media dei lanci mi trasmette un certo ottimismo”.

E se non sarà a Leiria, sarà da qualche altra parte. Due oltre i 22 metri: Ryan Crousserr è imbattibile, Joe Kovacs quasi, poi ci sono loro.

 

Foto FIDAL/Colombo FIDAL 

 

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