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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Duribanchi / "Andre', nun te incazza': fa male alla salute"

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Martedì 28 Febbraio 2023

 

costanzo


Se ne è andato Maurizio Costanzo, il giornalista e l’uomo che in Italia ha inventato il talk show, grande professionalità ammantata di normalità. Sollevando una ondata di commozione che a Roma ha avuto pochi precedenti.

Andrea Bosco

Sessantacinque (65) morti sulla costa di Crotone. Per ora, mentre ancora non è chiaro il numero dei dispersi. Migranti che il mare in tempesta ha inghiottito a 150 metri dalla riva. Ennesima carneficina mentre l'Europa sonnecchiante sta “ponzando” su come fare per offrire una “visione” (soluzioni purtroppo, a breve, non ce ne sono) atta a contenere il dramma. Molti di quei migranti arrivati a 150 metri dal sogno di una vita migliore, non sapevano nuotare.

Schiavizzati in Turchia da tre mercanti senza scrupoli di esseri umani: stipati come nelle navi negriere che facevano rotta nel secoli scorsi tra l'Africa e i neonati Stati Uniti. Imbrogliati da chi avevano pagato per un posto al sole. Aggrovigliati nella propria ignoranza di “non sapere”. Che la terra promessa italiana non trabocca di fiori e melograni: da tempo, anzi, è diventata ostile. Una landa dove ormai “uno su centomila” arriva a farcela. Quando ce la fa. Nei paesi dai quali quei disperati provengono dovrebbero far vedere cosa “davvero” accade nelle nostre sognate città. Invece di imbottirgli la testa di “Giornate della Moda” e di Fashion in Galleria, dovrebbero far vedere come vivono i “senza dimora” sotto i portici in Piazza Duomo. Quanti tra uomini e donne, anziani e giovani, stendono la mano all'angolo delle strade sperando nella misericordia di chi non se la sente di girare la testa dall'altra parte. Impotente nel cercare di svuotare il mare con un secchiello.


DOMANDE – Qualche domanda dalle complicate (ne sono consapevole) risposte. Come è possibile che la vigilanza italiana non abbia intercettato prima del naufragio il barcone della morte? Pare fosse stato individuato. Che una motovedetta della Guardia di Finanza fosse salpata nel tentativo di soccorrere quella inerme umanità. Ma che le pessime condizioni del mare abbiano fatto fallire il tentativo. Come è possibile che migliaia di persone arrivino incessantemente prive di documenti dal Pakistan, dal Bangladesh, dalla Siria, dall'Afghanistan, dall'Iran per stivarsi in barconi malconci?

Molti di quegli uomini fuggono da calamità naturali, guerre (anche di religione), da massacri, miseria, tirannie, torture. Ma senza un controllo preventivo, lo “sterminio in mare” è destinato a continuare. Come mai, nonostante le coste greche e quelle di Creta, fossero più vicine rispetto al tragitto dalla Turchia, i mercanti di uomini hanno scelto la rotta più lunga, quella che portava verso la Calabria? Risposta: perché in Grecia non li fanno entrare. Ma lo fanno in Italia, percepita come “l'anello debole” di un sistema, quello Europeo, dove gli amici del governo italiano (e non solo loro) alzano muri e steccati, precludendo ai migranti qualsiasi possibilità di accesso. Come mai dalle parti di Crotone non navigava alcuna nave delle ONG? Eppure quella rotta è battuta. Ogni giorno almeno tre sbarchi sulle coste calabresi.

Il problema dei migranti è immane. E se l'Europa, se il mondo occidentale, si rifiuterà di affrontarlo, migrazione biblica che nei prossimi trenta anni (stimano gli analisti) svuoterà l'Africa per riversarsi sul Vecchio Continente, nessun provvedimento sarà successivamente in grado contenerlo. Aiutarli a casa loro forse non è la soluzione. Ma potrebbe essere un inizio. Certamente non è la soluzione “fermare gli sbarchi” come con poco tatto ha spiegato il ministro Piantedosi, si “dovrebbe fare”. Come, ministro? In quale modo? Con quali metodi dissuasivi? Con quali risorse, se l'Europa non capirà che la migrazione del mondo del sud prima o dopo toccherà tutti? E che non ci saranno muri in grado di fermarla? Pensare di costruire “l'orrenda Carcassonne” descritta da Henry Miller in “Max e i fagociti bianchi”, è ridicolo. Poi arriva sempre qualcuno che con un “soffio” le mura abbatte.  

COSTANZO – E' morto Maurizio Costanzo, l'uomo che inventò, in Italia, il talk show. Per giorni i tg (specie quelli di Mediaset) hanno proposto servizi, interviste, immagini del popolo che è andato ad omaggiare il feretro. Neppure Alberto Sordi aveva avuto alla sua morte un cordoglio, da parte di Roma, così evidente. Per quanto me ne rammento solo la scomparsa di Mario Riva – popolarissimo conduttore de “Il Musichiere” (fortunata trasmissione del sabato sera della RAI in bianco e nero) – provocò una commozione paragonabile a quella della scomparsa di Costanzo.

Ho lavorato con Costanzo nella sfortunata avventura de L'Occhio. Io ero caposervizio a Radio Montercarlo e occasionalmente scrivevo per il giornale. Una mattina le telescriventi cominciano a battere la notizia che a Danzica il sindacato Solidarnosc in Polonia è entrato in sciopero e che i manifestanti davanti ai cancelli hanno alzato le foto giganti di Lech Walesa, il loro leader, e quelle della Madonna Nera di Czestochowa. Una cosa enorme che fece temere una invasione da parte dei Russi, come era accaduto anni prima a Praga. Costanzo è a Roma e io gli telefono: “Hai visto? Devi fare – gli suggerisco – un editoriale per la Radio”. Risposta: “Andre’, ho visto ma nun posso: ho un incontro con Tassandin (direttore generale della Rizzoli, all' epoca. NdR) e staremo a discutere der budget. Chiama a New York, Ruggero Orlando”.

Chiamare di prima mattina a New York Ruggero Orlando era come scalare il K2 senza ossigeno: non ti rispondeva. E infatti non rispose. Allora di mia iniziativa cercai Alberto Ronchey con il quale avevo un buon rapporto. Ma Ronchey era in vacanza alle Barbados: non raggiungibile. Panico in redazione. Richiamo Costanzo e gli spiego la situazione. Risposta. “Fallo tu”. Allora gli dico: “Ma come, io: non sono nessuno. Conto zero e questo è un argomento delicato e gigantesco”. Risposta: “Tutti i nessuno sono stati tali, prima di diventare qualcuno”. Confesso di averlo odiato: ero terrorizzato. Era un argomento più grande di me. Misi insieme un pezzo di due minuti e mezzo: la cronaca e la valutazione di qualche cosa che avrebbe potuto precipitare il mondo nel baratro di una guerra. A me francamente non sembrava un gran pezzo, ma Costanzo qualche ora dopo mi chiamò e mi disse: “Bel lavoro. Chiaro e misurato”.

Potrei raccontare diversi episodi, come quando arrivò Ray Charles in Italia e lui (scherzando) propose un “titolaccio” che neppure un quotidiano super-popolare come L'Occhio avrebbe potuto permettersi di mandare in edicola senza pagare dazio. Di Costanzo rammento soprattutto la capacità di sdrammatizzare le situazioni. A un tipo “fumantino” come il sottoscritto, lui invariabilmente diceva “Andre’, nun te incazzà: fa male alla salute”. Un altro giorno, in riunione, il caporedattore dal quale dipendevo mi indicò come inviato a Modena da Alejandro De Tomaso che aveva rilevato l'Innocenti. Alcuni colleghi non erano d'accordo su quella scelta. Ma Costanzo, dopo averli ascoltati, disse: “Ce va Bo”. Ebbi fortuna: a Modena durante il colloquio Romano Prodi telefonò a De Tomaso. E alla fine lui mi disse chi era al telefono. E cosa Prodi gli avesse detto. Certamente non tutto, ma abbastanza per poterne cavare un titolo.

DONNE – Parliamo di donne. Brignone e Goggia, assecondando l'ordine alfabetico. Hanno sbancato in discesa libera e Sofia è in lizza per la vittoria finale nella Coppa del Mondo con buone possibilità di aggiudicarsela. Amiche finalmente? Diciamo “diversamente amiche”. Rivali, ma almeno non più “nemiche”.

Alle primarie del Pd ha vinto Ely la “pasionaria”, con il voto del “pueblo” che non era iscritto. Champagne, buoni propositi, risposta di “sinistra” alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Prima volta di un segretario Pd, femmina. Bandiere al vento, “sardine” saltellanti fuori dalla scatoletta, gioia per i vecchi papi Bersani, D'Alema, Occhetto che Ely avevano sponsorizzato contro Bonaccini. Ma anche venticello (per ora) di scissione. Ely è di sinistra. Il suo programma è simile a quello di Giuseppi. E se il suo programma cavalca quello di Conte, per il riformismo (che pure nel Pd da molto è presente) si fa dura. Meno dura, per come la vedo io, sarà per Meloni: una Ely “dura e pura” che si è annunciata come “un problema” per il governo, è anche la migliore garanzia per Meloni and company di continuare a governare. Prossima tappa: l'invio di armi in Ucraina. Ely pacifista senza se e senza ma, è contraria. Vedremo come si disporranno i Guerini, i Nardella, lo stesso Bonaccini che a Ely ha conteso (senza successo) la segreteria. Vedremo in Parlamento.

A proposito di guerra: secondo l'elevato Beppe Grillo, la colpa è tutta degli USA. Che dal 1950 (mica me lo invento, consultare La Repubblica) stanno tramando con l'Ucraina alla spalle di Mosca. In salsa “grillese” le trame si allungherebbero (gli Elevati non devono dar conto né della logica, né della storia) a Cina e Iran. Democrazie (secondo Grillo) dove tutti aspirerebbero a vivere. Invece di chiedere una commissione d'inchiesta per valutare la “persecuzione giudiziaria” di Berlusconi, perché Forza Italia non ne chiede una per verificare le infiltrazioni (economiche e politiche) di Cina e Russia in Italia? Magari provando a verificare se ci siano stati (da parte di Cina e Russia) finanziamenti a certi partiti italiani? Ma pensa che razza di proposta ha fatto: devo essermi bevuto il cervello.

CLAUSURA – Altre donne: monache questa volta. Una volta leggevi e le vicende che riguardavano quelle di clausura erano sempre licenziose. Tipo “Venus dans le cloitre”, libello settecentesco dell'abate Du Prat (che poi era lo pseudonimo di un vero abate del quale non è mai stata scoperta l'identità). Tipo quelle frequentate da Giacomo Casanova a Venezia: Caterina Capretta, figlia di un mercante, e Marina Morosini, patrizia di nobilissima casata che “agganciò” il più celebre tombeur des femmes della storia, nel parlatorio di San Zaccaria, mirabilmente dipinto da Francesco Guardi. Convento che era una specie di resort nella Serenissima di quell'epoca. Beh: Giacomo le “apprezza” entrambe. E visto che la Morosini aveva un appetito smisurato, si fa coinvolgere prima in un triangolo, poi un quadrangolo. Un lato del quale era costituito dall'ambasciatore di Francia a Venezia.

La più celebre monaca della letteratura è stata senza dubbio la Gertrude dei “Promessi Sposi”, della quale Don Lisander, con meraviglioso pudore bigotto, scrisse: “la sventurata, rispose”. La monaca di Monza condannata per i suoi reati (non solo sessuali) alla prigione, fu murata viva. Io ho visto alla Biblioteca Ambrosiana le lettere che donna scrisse, inutilmente pentita, al Cardinale Borromeo. Il contenuto mi impressionò a tal punto che non ebbi cuore di rivelarne il contenuto ai telespettatori della mia “Prova d'autore” che ogni sabato andava in onda sulla TGR Lombardia e che all'Ambrosiana registravo.

La storia che sto per raccontare, però, non ha risvolti boccacceschi (anche nel “Decameron” hai voglia le monache come ci “davano” per dirla come i bolognesi). Quanto, piuttosto, un meraviglioso atto (per un agnostico come il sottoscritto) di disobbedienza all'autorità. Del Vaticano, nella fattispecie. Non escludo che le monache del Monastero Maria Tempio dello Spirito Santo qualche “peccatuccio” lo possano aver commesso. Sono donne e personalmente le comprendo, considerando che quel “voto di castità in clausura” è una perversione che solo ai preti poteva venire in mente. Tanto per essere chiari: Cristo non l'ha mai predicata. Poi a dar letta a Dan Brown, forse la Maddalena era assai più che una “seguace”.

Le tredici monache del monastero Maria Tempio dello Spirito Santo di Pienza sono diventate star del web avendo aperto un profilo Facebook dove appaiono le loro fotografie. Sarà che io amo le monache (che durante la mia duplice degenza in ospedale mi hanno coccolato come fossi un loro parente) e quindi faccio un tifo sfegatato per loro. Le “sorelle”, infatti, sono di clausura. E non dovrebbero avere contatti con il corrotto, moderno, mondo. Invece non solo ce l'hanno il contatto: hanno fatto assai più che “contattare”. Ma, una cosa alla volta. Le monache hanno innescato infatti un tifo da stadio a favore della loro ribellione, quando sfidando Curia e Vaticano hanno deciso di opporsi al trasferimento della amatissima badessa, vera artefice della rivoluzione del Monastero.

Suor Diletta (sto ridendo mentre scrivo, perché sembra una novella di Matteo Bandello), un passato da marescialla delle Guardie Forestali prima di entrare nell'ordine delle Benedettine, ne ha inventate nei cinque anni di “regno” tra le mura del convento della Val d'Orcia di “islamiche”. Prima ha realizzato una sorta di bred&breakfast, gratuito. Cosa pubblicizzata dalle foto di una bella cucina componibile, “piccola ma dotata di ogni comfort”. Con uno slogan che più accattivante non si potrebbe: “Vuoi sperimentare una nuova avventura? Vieni 5 giorni in clausura”. Finito? None. Le tredici monache guidate da suor Diletta hanno anche organizzato mercatini alimentari, nel giardino del convento, aperti a tutti.

Ora, una cosa del genere, non dico ad un laico o a qualche miscredente, ma anche un osservante fedele, dovrebbe fare solo piacere, visto che monache desiderose di far del bene (senza fini di lucro) si sono aperte a quel mondo, che la loro clausura gli aveva, fino a quel momento, vietato.

Apriti cielo: il sindaco di Pienza, Manolo Garosi, ha informato la Curia per poter preservare “la sicurezza dei prodotti agroalimentari, le modalità di produzione e le normative in materia”. Di fatto ponendo la propria candidatura nel sinedrio dei grigi burocrati di Bruxelles. Dal canto suo, la Diocesi di Montepulciano-Chiusi-Pienza, dopo aver eseguito millanta accertamenti (in confronto alla burocrazia ecclesiastica, quella di Bruxelles si muove nel segno della semplificazione) ha demandato l'incartamento al Vaticano. La cui decisione è stata: la superiora va rimossa dall'incarico. Ma le monache, oltre che simpatiche, si sono rivelate battagliere. E la loro risposta è stata: “Non si muove suor Diletta. E non ci muoviamo noi: ci rifiutiamo di farlo”. Se il Vaticano non avrà un soprassalto di lucidità, le monache arrischiano l'anatema e forse anche di essere ridotte allo stato laicale.

La Diocesi ha auspicato dopo la presa di posizione vaticana una mediazione che “preservi il bene di tutti”. Ma se la Diocesi ha vestito i panni di Don Abbondio, suor Diletta e le sue tredici monache hanno indossato quelli di Paolo Sarpi. Visto che la loro risposta è stata durissima, simile a quella che il frate che difendeva la Repubblica di Venezia spedì al Papa nei giorni in cui la Serenissima era stata “condannata” all'Interdetto. Questa la risposta delle “muneghe”, come dicono dalle mie parti: “Diocesi e Santa Sede hanno certificato decreti nei quali sono contenute numerose anomalie giuridiche”. Quindi: non solo non se ne vogliono andare, ma non se ne parla di far arrivare a Maria Tempio dello Spirito una nuova badessa. E ora? Indiscrezioni parlano di cinque richiami ufficiali alle monache. Ai quali potrebbe seguire la riduzione delle “sorelle” allo stato laicale. Le quali hanno una faccia simpatica da donne perbene, sorridenti nella convinzione di operare nel segno di Cristo: sono Benedettine, “ora et labora”. Anche sul web.

L' obbedienza in Vaticano è considerata un valore irrinunciabile. Ma le monache hanno dalla loro, ormai, il sostegno di quell'esercito sterminato che si affaccia in rete. E che ha scritto e continua a scrivere: “Forza monache, non mollate”. Francamente: il Vaticano potrà avere mica paura di 14 suorine che hanno aperto il loro convento agli uomini? Come insegna, tra l'altro, il Vangelo? Sono di clausura? Lo sono: anzi, lo erano. “Forza monache”. Lo dice anche questo anziano peccatore che ha studiato dai salesiani: non mollate. Se non suonasse equivoco (di questi tempi, magari gli islamici si potrebbero incazzare) mi azzarderei a dire che certamente il “Vaticano non è con voi”. Ma Dio: beh Dio – mi gioco cento candele a Santa Maria delle Grazie – sono sicuro che lo è”.

 



 

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