- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / La forza e la linfa della tradizione

PDFPrintE-mail

Venerdì 17 Febbraio 2023

 

fabbri-doha 

In una successione cronologica che ha la scansione di una staffetta tra generazioni, l’ultimo tedoforo è il risorto “Leo” Fabbri. Ma il modello toscano ha altri epigoni, non solo nel peso. Adesso, nel rugby, spuntano …

Giorgio Cimbrico

La florida confraternita dei colossi fiorentini è sempre più e meglio frequentata: a Leonardo Fabbri, classe ’97, si sono aggregati Niccolò Cannone, 1998, e Lorenzo Cannone, 2001. Il primo, nativo di Bagno a Ripoli, è tornato a lanciare il peso molto lontano, 21.53 a Belgrado; il secondo e il terzo, fratelli, sono parte della colonna vertebrale della mischia azzurra: seconda a terza linea vuol dire saltare per catturare l’uovo d’elefante, placcare, riconquistare, avanzare. La durezza del calcio fiorentino – un rugby senza regole – nel loro DNA? 

Uno di quei fotografi che lavorano (ancora) con una macchina manuale e non hanno dubbi sull’uso del bianco e nero avrebbe già pronto un servizio: Leo, Niccolò e Lorenzo senza veli all’Accademia, addossati ai Prigioni che tentano di liberarsi dal “non finito” michelangiolesco. Sullo sfondo, una delle poche opere che Buonarroti portò “a totale polimento”, il David, gigante che spezzò la tradizione scandita da Donatello e Verrocchio) dell’eroe fanciullo e mingherlino. Nella valle di Elah, il gigante era David, non Golia. 

Leonardo, allenato e affinato da Paolone Dal Soglio, vicentino di Schio, è tornato a ruggire dopo due anni difficili, iniziati con un Covid pesante. I Cannone hanno conquistato posto in questa nuova nazionale che, quanto a spirito, sta abbattendo i ponti con il passato. Niccolò cattura palloni in touche, Lorenzo agisce nell’area più calda. Entrambi battagliano nei punti di incontro. Tutti e tre hanno dei visi scultorei. Peccato non ci siano più gli scultori. 

Prossimi impegni: Fabbri può andare sul podio agli Europei di Istanbul che promettono una lotta ai centimetri tra Leo, il ceko Stanek, il nuovo ucraino Kokoshko, il croato Mihaljievic e l’azzurro made in South Africa con radici triestine, Zane Weir. I fratelli tra poco affronteranno l’Irlanda, in vetta al ranking mondiale, una specie di casamatta mobile, e i loro avversari hanno nomi da vecchi eroi celtici, Caelan Doris e Tadhg Beirne. 

Il biografo Ascanio Condivi racconta che quando Michelangelo aveva cominciato a intravedere, dentro quel non perfetto blocco di marmo, quel che sarebbe diventata la colossale e perfetta figura di David, andava in giro per le strade di Firenze alla ricerca di modelli e li trovò nel lavoro degli artigiani, soprattutto mastri bottai e fabbri. 

Già cinquecento anni or sono i fiorentini potevano contare su uomini nerboruti, lontani da certi stereotipi volpini, grifagni, ossuti come Niccolò Machiavelli, come Cosimo de’ Medici detto il Vecchio. In questi ultimi settant’anni sono stati il trave portante e la linfa, gigliata e azzurra, del lancio del peso. 

In una successione cronologica che ha la scansione di una staffetta tra generazioni, ecco i cinque colossi che hanno messo le mani su un oro olimpico, tre record del mondo e 52 titoli italiani. La tradizione ha un germoglio molto fresco e dati assai incoraggianti: Fabbri porta il nome del Genio e condivide lo stesso giorno di nascita, il 15 aprile. 

• Angiolo Profeti, nato a Castelfiorentino nel 1918, 1,88 per 108, ASSI Giglio Rosso, 15 titoli italiani, argento europeo a Bruxelles 1950, dodicesimo ai Giochi Olimpici di Helsinki 1952. Primato personale: 15.42.  

• Silvano Meconi, nato a Cortona nel 1931 e trapiantato a Firenze, 1,88 per 118, ASSI Giglio Rosso, 13 titoli italiani, decimo ai Giochi di Melbourne 1956 e quinto agli Europei di Stoccolma 1958. Tre volte primatista europeo nel 1959.  Primato personale: 18.82.

• Marco Montelatici, nato a Firenze nel 1953, 1,85 per 108, ASSI Giglio Rosso (e poi Iveco), 10 titoli italiani, terzo agli Europei indoor di Madrid 1986. Primato personale: 20.90. 

• Alessandro Andrei, nato a Scandicci nel 1959, 1,91 per 118, ASSI Giglio Rosso (e poi Fiamme Oro), 12 titoli italiani, campione olimpico a Los Angeles 1984, secondo ai Mondiali di Roma 1987. Tre primati del mondo (22.72, 22.84, 22.91) il 12 agosto 1987 a Viareggio. 

• Leonardo Fabbri, nato a Bagno a Ripoli nel 1997, 1,98 per 110, Atletica Firenze Marathon (e poi Aeronautica), 2 titoli italiani. Primato personale: 21.99. 

 

 

 

Cerca