- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Duribanchi / La varieta' delle opinioni

Martedì 17 Gennaio 2023


cattelan 


Quella che permette di entrare in Parlamento anche con consenso elettorale lillipuziano. Si dovesse mai arrivare a tre formazioni – Destra, Centro e Sinistra – forse il paese potrebbe avere finalmente una stabilità mai raggiunta.

Andrea Bosco

Per fortuna domenica scorsa, Milano era avvolta in una pioggerellina, di quelle che sconsigliano i broquantes di Piazza Cordusio ad esporre le mercanzie. Ormai ci trovi (a differenza di qualche anno fa) poca roba. Ma soffermarsi sulle varie bancarelle è sempre un’esperienza. Ci vado, a piedi, ogni settimana: una tappa fissa dopo essere transitato per Piazza della Borsa. Domenica scorsa sono arrivato tardi, quando era già transennata e presidiata dalla Polizia.

Devo ringraziare Giove Pluvio. Ci fosse stato il sole e fossi arrivato un poco prima, un ceffone sul volto di quel Sandro (39 anni, ottimo lavoro, scrivania pulita, un figlio) che con altri due “attivisti” di “Ultima Generazione” ha imbrattato tra l’indignazione dei turisti e di un gruppo del FAI, il “Dito” di Maurizio Cattelan, quel “Love” che in modo irriverente fustiga il Palazzo della Borsa nell’omonima piazza. E’ stata una fortuna: per me. Stante l’età, le ginocchia distrutte e ormai la desuetudine a fare a botte, avrei avuto la peggio. E quasi certamente sarei stato denunciato per aggressione.

ISTINTO – In un’altra stagione (dopo la mia esperienza in collegio, dopo l’università sessantottina, dopo il servizio militare nei Lagunari), quei tre se la sarebbero vista brutta. Domenica avrei passato un brutto quarto d’ora, io. Ma l’istinto, egualmente, mi avrebbe portato a fare quello che ormai nessun esponente delle forze dell’ordine può (salvo perdere il lavoro) permettersi di fare: prendere a calci in culo gente del genere. Sono state imbarazzanti le immagini del povero carabiniere che a Roma, inutilmente, tentava di trattenere un “attivista” per impedirgli la lordura della facciata del Senato. Questa è l’Italia: paese dove treni, autobus, facciate dei palazzi delle città vengono lasciate ai vandali che per “marcare il territorio” arrivano addirittura dall’estero: Spagna, Germania, Austria, Francia.

Cerchiamo di capirci: un conto sono i murales, spesso stupende espressioni di arte metropolitana. Un altro sono le tags: contorsioni esistenziali presenti (come illustra la cronaca) persino in ormai attempati amministratori locali. Il problema dell’inquinamento atmosferico è grave e non può essere sottovalutato. Ma gli “attivisti” che lordano le opere d’arte la loro protesta dovrebbero farla nei paesi dove l’uso dei combustibili fossili non è soggetto a limitazioni. L’Europa “pesa” in modo minimale rispetto, per dire, a Cina, India, Brasile, Iran. L’Italia è un escremento di mosca, sotto questo profilo. Poi c’è l’aspetto culturale. Sfregiare un’opera d’arte è attività da dementi. L’arte è memoria del passato e testimonianza del presente.

Nel caso di “Love” significa proprio essere drogati dalla propaganda ambientalista. Senza conoscere il significato e la storia di quella scultura. Gli attivisti di “Ultima Generazione” avrebbero dovuto (caso mai) imbrattare la facciata della Borsa. Non l’opera d’arte che rappresenta un atto irriverente contro le speculazioni che quotidianamente in quel palazzo avvenivano. Visto che ormai, lo sanno anche i sassi (ma evidentemente gli ignoranti attivisti di “Ultima Generazione”, no) che le operazioni di Borsa avvengono principalmente per via telematica: basta uno smartphone. Le “grida” non ci sono più. Un film, classico natalizio come “Una poltrona per due” non potrebbero girarlo. Resta a mio parere, però, valido l’invito di Dan Aykroyd a “farli neri”. Non i Duke, o i traders, nella fattispecie.

Altre zone di Milano, sempre domenica, sono state brutalizzate da 600 anarchici provenienti anche da Rovereto e da Torino. Conosciuti gentiluomini hanno insozzato muri, spaccate vetrine, lanciate pietre per protestare contro il “41 bis” (carcere duro) al quale è sottoposto il terrorista Alfredo Cospito che per protesta contro il provvedimento ha iniziato da tempo una sciopero della fame. Non conosco la vicenda. Ma sono andato a vedere i vandalismi in Coni Zugna e Viale Gorizia, per i quali, gli anarchici non pagheranno. Spiegava con sollievo il Corriere della Sera che il corteo era composta da incappucciati, armati di pietre e altro, ma che “si è concluso senza incidenti con la polizia”. Di più, decisamente, non si può pretendere.

Novità del lunedì mattina: beccato dopo 38 anni di latitanza il boss Matteo Messina Denaro. Non si era mai mosso dalla Sicilia. Coperto da complicità che sarebbe idiota ipotizzare limitate ai famigli e ai “soldati” di Cosa Nostra. E’ assai probabile che l’anziano capobastone abbia già dato il galloni al suo successore. Forse a più di uno. Servirà fare chiarezza sulle complicità e sulle connivenze.

MELONI – Meloni sta facendo un passo avanti e due indietro. Contrastata dagli oppositori (e ci mancherebbe non lo facessero) e tirata per la giacchetta dagli alleanti. I più agitati, quelli di Forza Italia. Berlusconi chiede “pari dignità e di venire consultato per ogni dossier”. Mulè e Ronzulli seminano, quotidianamente, di mine il sentiero del governo. Del resto Forza Italia sta precipitando nei sondaggi: ha la necessità di distinguersi visto che il Partito Unico dei Conservatori, la Bionda a Berlusconi non lo concederà mai. Del resto, perché, con il vento che gonfia le sue vele, dovrebbe concederlo? Se Berlusconi non trova velocemente un “delfino”, Fratelli d’Italia e Calenda potrebbero banchettare sulle sue spoglie. Fin dalle imminenti elezioni regionali.

Stabile la Lega all’8% circa. E’ il suo zoccolo duro, radicato nei territori. La Lega è strutturata come una società medioevale: ci sono i Duchi. Poi i Vasalli, i Valvassori e i Valvassini delle partite IVA. Se entro il 2023 Calderoli porterà a casa l’Autonomia Differenziata, potrebbe essere la Meloni a piazzare mine e paletti. FdI è un partito centralista, quanto la Lega ha una vocazione autonomista. Da molto prima di Bossi. Il mio professore di francese al ginnasio auspicava di “tagliare” l’Italia a Pontelagoscuro per fare diventare il Nord un’altra Svizzera. Rammento che mio padre, vecchio socialista, si indignò quando glielo raccontai. E andò pure a protestare in direzione. Ma dai salesiani mi ci aveva messo lui. E, per la cronaca, mi ci avrebbe lasciato.

Tanti strepiti politici potrebbero alla fine essere un bene. Il mantra del Paese è quello “della varietà delle opinioni”. Talmente varie da consentire di poter entrare in Parlamento anche con consenso elettorale lillipuziano. Si dovesse mai arrivare a tre formazioni – Destra, Centro e Sinistra – forse il paese potrebbe avere finalmente una stabilità mai raggiunta negli ultimi decenni. Purtroppo spira un brutta aria: lor-signori vogliono (dopo averle abolite) ripristinare la Province. Tradotto: greppia per i loro insaziabili appetiti.

COMPAGNI – Ogni giorno la politica sbraca. Al Congresso bolognese della CGIL hanno suonato a conclusione dei lavori l’inno dell’URSS. Errore, “compagni”: dovevano risuonare le note dell’Internazionale. Ma per non farsi mancare nulla, il neo eletto segretario, accanto a Landini, ha steso il pugno chiuso di mai scordata memoria. Dalle parti dell’ultra sinistra hanno spiegato che Meloni (che citando Garibaldi aveva detto “qui si fa l’Italia o si muore”) sarebbe stata dall’Eroe dei Due Mondi “sparata”. Mica hanno mezze misure, i politici. Quello della Cultura (ex direttore del Tg-2) ha spiegato che “Dante è il padre della Destra italiana”. Il ghibellin fuggiasco deve aver avuto un mancamento per l’arruolamento.

Ne sparano di ogni. Ma ne fanno anche di ogni: il ministro dello Sport, Abodi (che non si capisce di quale parrocchia sia, ma assicurano i beni informati, più di una) ha nominato in un ruolo apicale un dirigente che si era distinto durante il mandato a Roma del sindaco Virginia Raggi. E’ valido quel dirigente? Magari lo è. Magari è come quel “quarto” indicato da Enzo Biagi quando parlava delle assunzioni alla RAI: “un democristiano, un socialista, un comunista e uno bravo”.

Uno bravo è certamente Andrea Purgatori. Che a La7 non sta mollando il “Caso Orlandi”. Pare ci siano dopo 40 anni, grandi novità in arrivo. Fosse ancora viva, Manuela ne avrebbe 56. Professionale, Purgatori. Ma la vulgata di Ali Agca che disegna uno scenario alla Dan Brown è stata insopportabile. Ci sono ragioni più credibili per la scomparsa di Manuela Orlandi rispetto alla Spectre immaginata dal turco che attentò alla vita del papa polacco.

E morta quasi centenaria, Gina Lollobrigida. Vedremo come se la caveranno i network nazionali. Non solo, speriamo, con il solito film omaggio: Bersagliera, Lina Cavalieri o Paolina Borghese, per loro, pari sono.

Sulla puntata di “Report” che documenta le nefandezze della Juventus, tornerò. La vicenda merita di essere analizzata da sola. Ma il “metodo” Ranucci in anteprima è trapelato: un testimone, senza identità e senza volto che “c’era” quando una “manina” avrebbe siglato la “Carta di Ronaldo”, priva della firma di Cr7. Per la serie: Santoro era un dilettante.

OCCASIONI – Non voglio rubare il mestiere all’Orso, ma devo constatare che De Raffaele ha perso una clamorosa occasione per sbancare Bologna. Teodosic è un marziano. Ma proprio perché lo è, non finisci su di lui con Watt, per il quale la difesa è un optional. Peterson su Wright ci metteva Gallinari padre che era una rogna anche per uno bravissimo come l’americano. Poi, il serbo è un ufo che fa canestro tirando da otto metri. Ma a otto secondi dalla fine, tu pretendi un fallo preventivo. Magari lo fai fare su Shengelia che in lunetta non è un fenomeno. E anche se lo fai su Teodosic, e quello li mette tutte e due, al massimo è parità e tu hai otto secondi per andare a tirare. E visto che la Virtus non può arrischiare, facile lo commetta dopo due/tre secondi. Per averne altri cinque a sua volta. Ma non hanno più time out e non possono rimettere la palla in campo da metà campo. Devono, se ci riescono, tirare da casa loro. E a te sarebbe bastato metterne uno dalla lunetta per vincere. Con uno solo dentro, la portavi a casa. Uno più immaginifico del ragiunat De Raffaele l’avrebbe portata a casa: sul Canal Grande.

Per fortuna ci sono le donne. Per fortuna c’è Matilde Villa. Che contro Ragusa ne ha messi 16 offrendo come sempre basket spettacolo. Per fortuna c’è Mazzon che allena facendole divertire. Non si divertono più a Venezia, viceversa, i tifosi. E non solo perché la squadra maschile perde quasi sempre. La Reyer ha cambiato impaginazione per il suo sito. Certamente più completo. Ma ha chiuso il blog. Il forum che faceva parlare tra di loro i tifosi. Con qualche inevitabile polemica, ma mai con la maleducazione che contraddistingue altri blog. Un vero peccato. Un centinaio di tifosi l’hanno presa male. E per una società che non fa della fidelizzazione al Taliercio la sua forza non è una buona notizia. Anche se è in costante aumento il pubblico che sostiene le “fie”.  



 

Cerca