Duribanchi / Basta con l'orrore: ma se non ora, quando?
Martedì 10 Gennaio 2023
Fino a quando le nostre distratte democrazie potranno assistere, senza nulla di più che qualche condanna verbale, che in paesi come Afghanistan e soprattutto Iran, si continui a vessare e ad uccidere in nome della religione?
Andrea Bosco
Non so come chiamarla. Non so in cosa credo. Non ho la fede, ma mi ribello all'idea che tutto finisca dopo la morte. Ho studiato filosofia, Soren Kierkegaard mi accompagna da quando il mio “tempo”, inevitabilmente, si è ridotto. Schopenhauer mi ha sempre affascinato. Ma senza speranza è difficile campare. Mi scuserà, non sono un ipocrita: Santo Padre, per uno come me, sarebbe inopportuno. Vescovo di Roma. Certamente Bergoglio, radici italiane, argentino, tifoso del San Lorenzo, gesuita, con quel nome, scelto quando la fecero Papa, che mi intrigava: Francesco.
Ho studiato dai Salesiani, e ho conosciuto nel corso della vita, preti che mi hanno affascinato. Come l'Arcivescovo di Milano, Dionigi Tettamanzi, che stanziò un milione di euro per i poveri e che apprezzò il mio lavoro sul Cartone Preparatorio della Scuola di Atene di Raffaello. Nonostante avessi avuto l'ardire di sottolineare nel mio servizio televisivo quella miriade di sapienti con la chitarra di Mark Knofler: “Sultan Of Swing”.
Ho un indelebile ricordo di un frate, padre Zardinoni, diretto e ruvido, che fumava pestiferi toscani, diceva qualche parolaccia, e che vedevo due volte l'anno alla Casa degli Esercizi Spirituali di Possagno. Il frate che riuscì a scalfire la mia giovanile scorza ribelle. Anni dopo litigai furiosamente con mio padre. Presi l'automobile, girovagai per il Veneto per due giorni. Poi andai da Padre Zardinoni. Che non volle sapere. E non seppe. Disse solo: “se vuoi restare, alza il telefono e avverti i tuoi genitori di dove ti trovi”. Non ho la fede ma conosco i testi sacri, la Bibbia, i Vangeli, il Corano. Ho dimenticato molto del catechismo. E se mi viene di recitare il Padre Nostro dico ancora “e non ci indurre in tentazione”, non “l'aggiornamento” che ne hanno fatto.
Cristo – a mio parere – è la figura più rivoluzionaria della Storia. Ma ho dubbi sulla Chiesa. Ho studiato i Papi Re, quando erano forcaioli. Non ho la competenza di un vaticanista, ma qualche rudimento di real politik l'ho appreso. Sono consapevole che un Papa deve maneggiare con prudenza gli argomenti politici. Nessuno chiede a Bergoglio di emulare l'Emerito Joseph che a Ratisbona, citando un imperatore bizantino, pronunciò parole severe contro le aberrazioni del Corano. Non si tratta di indire crociate contro l'Islam: il credo altrui va rispettato. Anche da chi ha difficoltà a credere. Si tratta di sostenere le donne e gli uomini che in Afghanistan e in Iran vengono incarcerati, perseguitati, seviziati e infine uccisi nella distorta interpretazione di un Libro.
In Iran gli innocenti vengono impiccati per aver messo in dubbio il potere temporale di quei preti. I “guardiani della morale” sono macellai al servizio dei mullah. I nomi dei martiri sono conosciuti. Rare sono le voci che si sono alzate in loro difesa. Ci hanno pensato ancora una volta i giornalisti di Charlie Ebdo a modo loro: la rivista satirica ha realizzato un numero speciale fatto di vignette contro quella tirannia. In copertina due sterminate gambe di donna urinano su un piccolo Alì Khamenei, l'ayatollah guida spirituale di quel paese. Le vignette sono in massima parte di artisti iraniani. Ma quella in copertina l'ha disegnata un italiano.
Lei, vescovo Bergoglio, parla ogni giorno (giustamente) della bestialità e degli orrori della guerra. Parla dell'abisso climatico nel quale il mondo sta sprofondando. Parla della misericordia dovuta agli ultimi. Un uomo (anche privo di fede) non può che stare con Lei. Ci sono tanti cristiani in Iran. E una parola del pontefice, potrebbe innescare l'isteria omicida degli integralisti. Ma se non “contro”, almeno vostra Illuminazione, almeno una implorazione la faccia. Implori pubblicamente quei preti di fermarsi.
La loro ossessione verso i capelli delle donne è oscena. Tanto che l'esortazione di un'altra vignetta di Charlie Hebdo (tanti piccoli mullah in coda verso una gigantessa con le cosce spalancate: “Tornate da dove siete venuti”) più che sfrontata appare geniale. Tutti nasciamo da una donna. Dovremmo portare loro rispetto: se non altro, per questo. Lo so: ogni giorno in Italia si registrano femminicidi: uomini che immaginano di poter possedere anima, corpo e mente delle proprie compagne. Nella Turchia asiatica è stata scoperta una civiltà che 10.000 anni fa venerava un Dio Femmina. Erano civilizzati, loro.
Pontefice: si metta (metaforicamente, conosco i suoi guai fisici) in ginocchio e implori per la vita degli iraniani. Ai fedeli non importa del “chiacchiericcio” e delle beghe con Padre Georg. Con il rispetto che le è dovuto. E che immagino ,con questo scritto , mi sia mancato .
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