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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Scusate, ma che fine ha fatto l'inverno?

Sabato 7 Gennaio 2023

 

inverno 


“Da una settimana non apro il riscaldamento. Mi sono creato un microclima e fa più freddo tra le mie pareti domestiche che nel mondo esterno. E così posso indossare una maglia di lana. Fuori, non è possibile.” 

Giorgio Cimbrico 

Tra molte altre cose che sono state rubate, sottratte, violentate, stiamo assistendo anche alla morte degli sport invernali: strisce bianche di neve riportata, trattata, salata in uno scenario bruno e ottobrino. Garmisch, Innsbruck, Adelboden, Oberstdorf hanno tutte lo stesso aspetto desolato e desolante, lontano dal tempo in cui le gare si svolgevano sotto fitte nevicate o in giornate luminose e gelide quando le piste avevano l’aspetto di specchi lucenti. 

Notizie fresche, non fredde: Gianluca Barca mi ha raccontato che dei 278 chilometri di piste di fondo tracciate nella bella vallata austriaca di Seefeld, solo 6 erano utilizzabili e quei 6 non erano granché. Appena appena praticabili. 

Quelli che dicevano “attenzione, il cambiamento climatico ci fregherà e sarà una rovina”, vent’anni fa venivano derisi, spernacchiati. Erano e sono in buona compagna: gli scrittori di fantascienza e di fantapolitica, gli scienziati, gli studiosi dell’ambiente, gli autori di documentari che hanno lasciato il segno. Un nome per tutti, David Attenborough, classe 1926, che ha attraversato questo lungo itinerario, ha visto molto e capito tutto. 

Riscaldamento globale, inquinamento, sfruttamento sempre più selvaggio delle risorse, deforestazione, uso incontrollato di diserbanti, ingresso in scena di potenze economiche (India, Cina) che, in nome della crescita, non hanno mai guardato per il sottile, progressiva desertificazione. Ma c’è la parola magica che ci salva: sostenibilità. In questo mondo insostenibile, in cui non è più possibile assistere a un bello slalom, tutto è diventato sostenibile: la confezione dei biscotti, le capsule del caffè e l’elenco può continuare all’infinito. la pubblicità è l’anima dell’ipocrisia, della rovina appollaiata come un avvoltoio sul ramo secco di un albero spoglio, proprio come negli atti unici e senza speranza di Samuel Beckett. 

Ho letto se non tutto, tanto, e devo dire che i catastrofologi inglesi sono i migliori (a chi è interessato posso inviare una bibliografia ragionata): Londra invasa dall’innalzamento delle acque, virus letali per l’uomo, virus letali per le coltivazioni, sorgere e presa di potere di regimi autoritari che riescono ad avere facile presa su popolazioni sempre più incapaci di reagire. Rarissimo trovare happy end. 

A chi dice o scrive queste cose, oggi si replica: “Ma come sei deprimente”. Meglio sorridere stolidamente, meglio saziarsi di X-Factor, di Italia Got Talent, di Serie. A questi bei tipi non importa che nel mare di Weddell navighino iceberg grandi come metà dell’Umbria. 

C’è un piccolo vantaggio per chi, come me, non abita in un condominio: da una settimana non apro il riscaldamento. Mi sono creato un microclima e fa più freddo tra le mie pareti domestiche che nel mondo esterno. E così posso indossare una maglia di lana. Fuori, non è possibile. 

Scruto il termometro, saggio l’aria, sogno un pizzicore sulle guance, ma non credo che la situazione cambierà. Non mi rimane che attendere la seconda manche di Garmisch.

 

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