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  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Italian Graffiti / F.I.: italiani in maggioranza, ma in ordine sparso

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Domenica 1° Gennaio 2023


rossi-tiro


Federazioni Internazionali. La seconda gamba del movimento olimpico è un universo turbolento e complesso, con un rapporto spesso conflittuale con il CIO da cui in gran parte dipende. Ma nel quale gli italiani sono i più numerosi.

Gianfranco Colasante

Nell’ultimo giorno dello scorso novembre, Luciano Rossi – ultra-datato presidente della federazione tiro a volo che siede anche nel sinedrio del CONI (nella foto) – è stato eletto alla presidenza dell’ISSF, la federazione internazionale di tiro che – contrariamente a quanto avviene da noi – presiede sia al tiro a volo che al tiro a segno.

Felice conclusione di una lotta durata almeno due quadrienni contro il miliardario russo Vladimir Lisin, primo finanziatore della struttura: per il biennio 2020/21 ha versato nelle casse federali circa 21 milioni di dollari.

Nell’assemblea di Sharm El Sheikh, il 68.enne Rossi ha prevalso per un pugno di preferenze – 136 a 127 – ribaltando il verdetto che quattro anni prima l’aveva visto soccombere sul filo di lana (144 a 148 era stato il responso). Malgrado la ISSF, anche grazie ai lasciti dell’oligarca, goda di buona salute economica potendo ad oggi contare su oltre 17 milioni più altri 11 in arrivo dai diritti televisivi di Tokyo, Rossi ha avviato una decisa politica di riduzione delle spese, cominciando dal tagliare quelle per la World Cup.


Solo una premessa, questa, per sottolineare che – dopo questa elezione – gli italiani sono i più numerosi alla testa delle 41 federazioni olimpiche internazionali (34 quelle estive e 7 le invernali). Ne guidano attualmente cinque, una in più della Svezia che ne conta quattro, ma con due donne. In chiave italiana, Rossi è il solo a presiedere una federazione estiva, così come Ivo Ferriani, con Bob e Skeleton, guida la sola struttura invernale.

In posizione più defilata – benché a capo di federazioni in corsa solo per Parigi ’24 – sono l’anziano Sabatino Aracu, presidente delle Rotelle –, una federazione in mano agli americani che per beghe interne non sono riusciti ad esprimere ancora un nome condiviso –, e la new-entry Marco Maria Scolaris, a capo dell’Arrampicata sportiva.

Il quinto nome, il più autorevole, è quello di Riccardo Fraccari, senza dubbio il primo nella considerazione del CIO, ma che per tornare ai Giochi col Baseball e il Softball dovrà attendere (forse) Los Angeles ’28. A solo titolo di curiosità si può aggiungere che fino a qualche tempo addietro, sul sito della FIFA, si poteva leggere che per l’immaginifico presidente Gianni Infantino – vedi discorso d’apertura a Qatar ’22 – veniva indicata la doppia nazionalità svizzera e … italiana.

Ma non è tutto. A completare un quadro garbatamente sciovinistico, va ricordato il ruolo di alto livello che rivestono Francesco Ricci Bitti, confermato a capo dell’associazione delle federazioni estive (ASOIF) e lo stesso Ferriani per quelle invernali (AIOWF), la prima con sede a Losanna, la seconda a Zurigo. Certo, si tratta di due cariche sovra-nazionali e che poco hanno a che spartire con la nostra organizzazione sportiva, ma la circostanza che si tratti di due italiani costituisce un valore aggiunto.

Tanto più in questo periodo storico, nel quale il CONI – un tempo riconosciuto esempio per gli altri CNO – è da anni ridotto a non più che una agenzia statale la cui operatività, non solo economica, dipende dalle valutazioni di funzionari nominati dal Governo. Se vogliamo, un caso unico a livello internazionale, mortificante nel confronto con le altre democrazie occidentali.

Uno stato di fatto che non pare il nuovo Governo di destra-centro abbia intenzione di modificare o correggere. Come attestano i primi atti del nuovo ministro dello sport Andrea Abodi Emiliozzi che – cito come esempio – paragona il calcio ad una … industria, malgrado i bilanci in profondo rosso che obbligherebbero qualunque altra “vera” industria a portare i libri in tribunale. Una direzione nella quale va anche il provvedimento approvato in Finanziaria che consentirà ai club di serie A di “spalmare” in cinque anni le somme dovute al fisco. Cambiano visioni e orientamenti, ma per il calcio mai nulla di nuovo, …

Il mondo delle federazioni internazionali resta un universo turbolento e complesso, con un rapporto a volte conflittuale con il CIO in materia di programmi olimpici, ma dal quale dipende per consistenti contributi derivanti dai diritti televisivi dei Giochi. Contributi in crescita esponenziale come si può rilevare dal più recente report pubblicato a Losanna: 540 milioni di dollari erogati in occasione di Tokyo 2020 (erano stati 257 per Atene 2004) e 215 milioni per Pechino 2018 (solo 92 per Salt Lake City 2002).

Un universo complesso e con qualche incongruenza con l’immaginario corrente (esempio: il Basket guidato da un presidente del … Mali, con gli americani a capo di sole due federazioni, Tennis e … Curling) nel quale – come detto – i presidenti italiani figurano in maggioranza. Ma che su questo scenario si muovono in ordine sparso e, per quanto se ne sappia, senza raccordi degni di nota. In sostanza, poco più che una benevola casualità.



 


 

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