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Bordo campo / Mai dire mai, battuti (finalmente) gli Aussie

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Domenica 13 Novembre 2022

 

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La rincorsa alle prime posizioni, iniziata contro le Samoa, è proseguita a Firenze con una storica affermazione sull’Australia, sia pure per un solo punto (e un loro errore). Una Nazionale con una nuova identità?

Daniele Perboni

I sogni muoiono all’alba, scriveva Montanelli in una sua pièce teatrale, poi trasformata in film e diretta dallo stesso Indro. In questo caso i sogni dei “canguri” gialli australiani sono morti a metà di un pomeriggio da cani sul prato dello stadio Franchi di Firenze. Dalla parte opposta, sulla sponda azzurra, continua la favola di una squadra giovane, reduce dal sovrabbondante bottino contro Samoa di sette giorni prima, che ha saputo affrontare l'incubo dell’emisfero sud con concretezza come non accadeva da tempo.

Troppe volte i nostri sogni, nati da prestazioni accettabili, fors’anche fortunose, si sono poi infranti rovinosamente contro la dura realtà di avversari ostici, di lunga tradizione rugbistica e supportati da un movimento profondo quanto il mare. Ma il sabato del villaggio azzurro, iniziato a Padova, è proseguito anche nel Granducato di Toscana, mettendo a segno un’eclatante, anche se risicata, vittoria (28-27), permettendo così agli oltre 20.000 fortunati di assistere ad una “prima” da gran romanzo d’avventura: il successo su una delle tre nazionali che non avevamo mai battuto. Ore ne restano “solo” due, Nuova Zelanda (forse una bestemmia anche il solo pensarci) e Inghilterra. Mai dire mai. Si sa, l’entusiasmo a volte ci fa percorrere strade sconosciute e perigliose. Sognare non è reato anche se il sogno è lontano miglia e miglia dalla realtà…

Eppure, mai come in questa occasione i ragazzi di Kieran Crowley, neozelandese che avrà goduto come un matto nel battere gli acerrimi avversari di sempre, hanno saputo applicare ordine, disciplina, concretezza, velocità e costruire «Una nuova identità senza copiare o ispirarsi a qualcun altro». Parole di Commissario tecnico che continua «Sicuramente festeggeremo stasera, una vittoria di questo tipo in un test-match ufficiale richiede anche di sapersi godere i momenti positivi. C’è tanto da imparare da una gara come questa, oggi i ragazzi hanno dimostrato che erano disposti a morire per la maglia, e questo è un valore importantissimo che va loro riconosciuto, e da cui partire sempre.

Con l’Australia abbiamo peraltro esplorato alcune soluzioni nuove nel nostro gioco, che sono riuscite molto bene, sono davvero soddisfatto. Battere l’Australia è un grande risultato, lo sport a volte ti sorride facendoti vincere di un punto, altre volte facendoti perdere per quello stesso punto. Il significato di un risultato così è importante per la gente, per il movimento, ma soprattutto per la squadra, che dà sempre il 110% in ogni singolo allenamento. Se lo meritano davvero, sono felice principalmente per loro».

Poteva finire in un disastro. Dopo aver condotto per tutta la partita, una meta subita a tempo scaduto, e la relativa trasformazione ci avrebbero precipitato nel solito inferno. Così non è stato. L’errore dell’esordiente Ben Donaldson, entrato quattro minuti prima, ha permesso ai fortunati presenti di urlare e festeggiare. Qualcuno azzarda parole e frasi come “vittoria storica”. Non pensiamo sia proprio così. Per “fare” la storia servono continuità, costanza e, soprattutto, stabilità su determinati standard qualitativi che arriveranno, ne siamo quasi certi, grazie anche a un gruppo di ragazzi giovani e talentosi che più di una nazionale ormai ci invidia.

Un gruppo ben attrezzato che sta acquisendo sempre più esperienza internazionale, costruendosi pure un ampio bagaglio tecnico, assolutamente indispensabile per degnamente tener testa al mondo. Bagaglio che molti di loro stanno immagazzinando grazie anche alla militanza in alcuni dei maggiori campionati europei. Condizione indispensabile per crescere. Sabato 19 a Genova è di turno il Sudafrica, campione del mondo in carica, reduce da una sconfitta contro la Francia (30-26). Dente avvelenato è dir poco. Per Capuozzo, Lamaro, Lucchesi (uomo del match) e company serve un’altra prova più che convincente.

 

 

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