Piste&Pedane / Oregon 22 (1): Tra Covid e cura del sonno
Giovedì 14 Luglio 2022
E’ l’ora delle previsioni. Che oscillano tra lo zero tituli dei pessimisti e le quattro medaglie che ci accreditano gli esperti di Track&Field News: l’oro di Stano, l’argento di Tamberi e i due bronzi di Jacobs e della 4x100. Scommettiamo?
Daniele Perboni
E venne l’era del cinghiale bianco, simbolo di una perduta età dell’oro, nella cultura Celtica, e per l’autore del famoso brano, Franco Battiato, è l'album che segna il passaggio alla “nuova onda” e al pop, dopo il periodo sperimentale iniziato nel 1972 e caratterizzato da splendidi lavori (Fetus, Pollution, Sulle corde di Aries, Clic, …). Fine della fase musicale e, con triplo salto carpiato, tuffiamoci nella materia che in questo sito ci tocca, per contratto capestro, trattare.
Sembra inutile anticipare che venerdì il calendario offre la prima rassegna iridata organizzata in terra statunitense. Per noi, anzi loro, gli azzurri, è un impegno primario che segue i “giorni dell’oro” di Tokyo, la stagione delle cinque medaglie gialle. Tutto quello che si poteva dire è già stato detto e scritto. Anche gli antichi sassi di Matera sono a conoscenza delle peripezie che hanno accompagnato la lunga vigilia di alcuni protagonisti. Inutile quindi dilungarsi oltre.
Qualche bizzarria, però, vorremmo sottoporvela. Detto che la squadra è abbastanza numerosa grazie (o per colpa?) delle cinque staffette classificate, non abbiamo ancora capito il “perché” non si fanno i nomi di quegli atleti colpiti da Covid e che potrebbero, non certo per responsabilità loro, inficiare un accesso alla finale. Privacy si dice. Tutto vero. Però su alcuni giornali si possono leggere liberamente nomi e cognomi di altri protagonisti fuori per identico motivo. Ma rigorosamente con altro passaporto. Si dirà: “ma questi nomi sono stati forniti dalle rispettive Federazioni”. Vero anche questo ma il segreto che cerca di tutelare la famosa privacy è il classico segreto di Pulcinella. Appena saranno rese note le liste di partenza tutto apparirà nella sua nitidezza. Delicatessen italiane?
Cura del sonno. Da almeno un anno a questa parte il DT Antonio La Torre sta cercando di mettere a pieno regime un suo “pallino”, ma con profonde radici scientifiche, e applicate già in altri ambiti sportivi e non: la cura del sonno. In poche e semplici parole l’attività notturna viene monitorata per conoscere la “qualità” delle ore dormite. Naturalmente più è alta la qualità e meglio il fisico reagisce poi alle sollecitazioni dell’allenamento e ai tempi di recupero fra una seduta e l’altra. È un punto su cui La Torre insiste fortemente e per questo si avvale di alcuni suoi ex studenti specializzatisi proprio in questa nuova branca della medicina. Innovazioni che, si dice, hanno portato ampi miglioramenti nelle prestazioni di alcuni atleti azzurri. Vedremo.
Già nella prima giornata fra pista e pedane scenderanno in campo due dozzine di azzurri (21 per la precisione). Fari puntati, alle 19,10, sulla pedana dell’alto. All’opera “Gimbo” Tamberi e Marco Fassinotti. 2.30 la misura per accedere nella finale a 12. Presumibilmente, comunque, potrebbe servire una misura inferiore. Come sempre inizierà la conta di chi è riuscito a superare indenne il primo turno. In quell’occasione già si saprà chi ha meritato veramente o chi ha usufruito di un biglietto omaggio per una breve permanenza all’interno dell’Hayward Field. Dei 43 vincitori individuali dell'edizione 2019, 37 difenderanno i loro titoli in Oregon. Saranno in azione anche 42 medaglie d'oro individuali dei Giochi Olimpici dello scorso anno a Tokyo.
Altro “osservato speciale” il redivivo Marcell Lamont Jacobs. L’appuntamento è fissato per le 3.50 della notte con la batteria dei 100, accompagnato dall’altro sprinter Chituru Ali. La composizione delle batterie sarà nota soltanto dopo il turno preliminare della mattinata di Eugene. Semifinale in programma nella notte italiana tra sabato e domenica.
Programma. Sul finire della notte partono le due 20 chilometri: 22,10 le donne con Trapletti e Colombi; alle 0,10 gli uomini con Fortunati e Picchiottino. All’alba di sabato (4,55) sapremo se la staffetta mista, falcidiata da sconosciuti “untori”, sarà riuscita a superare il Capo Horn delle batterie.
Dimentichiamo i fasti di Tokyo. Potremmo tornare con zero titoli ma con maggiori finalisti (parole del prof La Torre). La folla, purtroppo, vuole, cerca, inneggia, agli eroi. I gladiatori 2.0. Senza medaglie? Già nelle segrete stanze romane si sta cercando un suo eventuale sostituto… Ma dal nostro eremo, isolati e afflitti dalla povertà delle nuove tecnologie non siamo in grado di darvi ulteriori notizie. Forse il diretür saprà ragguagliarci al meglio. Vita grama per l’élite non perfettamente in linea con i dettami federali.
Buoni Campionati.
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