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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / La forza dirompente dei cromosomi

Sabato 2 Luglio 2022

 

crouser

 
Capita molto più spesso di quanto si pensi: l’aria che si respira in casa, diventa il traino per proseguire la strada tracciata dai genitori, o da altri parenti stretti. Con insoliti picchi ai Mondiali e ai Giochi. Ma anche in Italia, …

Giorgio Cimbrico  

Padri, figli, zii, nipoti: l’atletica continua a essere, in molti casi, una tradizione famigliare trasmessa e coltivata, mai gettata alle ortiche o in discarica. Prove recenti: l’1,96 della diciassettenne Angelina Topic, misura che uguaglia altre quattro adolescenti che amavano volare, e il 69,00 di Mykolay Alekna, largamente record del mondo under 20. Angelina è figlia di Dragutin che, in giovanissima età e con una certa sorpresa, conquistò il titolo europeo a Spalato ’90 quando la Jugoslava stava per disgregarsi. La mamma è Biljiana, triplista da 14,52, due volte campionessa serba.  

Mikolay discende da Virgilius, due volte campione olimpico, due volte campione mondiale, il colosso lituano, con un breve passato da bodyguard del presidente della repubblica baltica, che più è andato vicino al 74.06, datato 1986, di Jurgen Schult: 73.88 il 3 agosto 2000 a Kaunas. Virgilius ha anche quattro prestazioni oltre i 71 metri. Mykolay risiede in California e quest’anno ha iniziato a muoversi sin dagli esordi di stagione e in pochi mesi ha lasciato i 63 e mezzo per arrivare a 69.00, battendo ai campionati nazionali Andrius Gudzius, campione del mondo nel 2017, e per migliorarsi a 69.81 a Stoccolma, sconfitto solo dal gigantesco sloveno Kristjan Ceh, ancora una volta, per due centimetri, oltre i 70. 

Alla tribù di chi ha vissuto l’atletica sin dalla più tenera età appartiene Sydney McLaughlin: il padre della campionessa olimpica e primatista del mondo dei 400H è Willie, semifinalista dei 400 a Los Angeles 1984 e un record di 45”30 e il fratello Taylor (vertice di carriera, 48”85) è stato secondo ai Mondiali junior 2016 nella distanza di cui si è impadronita la sorella. Tra le promosse di Eugene, Talitha Diggs, a segno nei 400: è la figlia della mezzofondista veloce Joetta Clark, che per quattro volte, dal 1988 al 2000, ha fatto parte della squadra olimpica USA.  

Proveniente da una famiglia che ama lanciare ogni tipo di attrezzo è Ryan Crouser, primatista mondiale, due volte campione olimpico e, tanto per rimanere a prestazioni fresche di conio, tre volte oltre i 23 metri a Eugene. Referenze: il padre Mitch 67.22 di disco; lo zio Dean 21.07 e 65.88; l’altro zio Brian 95.10 con il vecchio giavellotto. 

Papà Greg Duplantis ha tutte le ragioni per esultare: Armand detto “Mondo”, da qualche tempo cittadino di Stoccolma, fresco proprietario di un appartamento che divide con la fidanzata Desire e sempre più padrone della lingua materna, ha portato a quaranta centimetri il differenziale padre/figlio: 5.80 a 6.20. C’è chi sostiene che il margine potrebbe toccare in un futuro non lontano il mezzo metro. Dopo il 6.16 dell’ultimo meeting prima dei Mondiali, e dopo lo stratosferico 6.03, merita un nuovo soprannome, Birdman.  

Nella storia, esempi illustri: Imre padre oro nel martello a Londra e Miklos figlio oro nel giavellotto a Montreal e l’uno e l’altro primatisti mondiali: Lennox Miller due volte sul podio olimpico dei 100 (per la Giamaica) e la figlia Inger campionessa olimpica nella staffetta e nei 200 per gli Stati Uniti; Danny Ecker, figlio di Heidi Marie Rosendahl, nel club dei seimetristi; i fratelli Robert e Christoph Harting, olimpionici nel 2012 e nel 2016 nel disco in una “staffetta” senza precedenti, prole di due buoni lanciatori di peso della DDR; Janne Holmen campione europeo (nella maratona, vent’anni fa a Monaco di Baviera) come lo era stata mamma Nina, nei 3000 a Roma 1974; il meraviglioso David Rudisha, generato da Daniel, argento nella 4x400 a Messico 1968; Martin Keino, riuscito a battere, in 3’33”, il primato dei 1500 di papà Kip. Non era cosa da poco.  

Qualche giorno fa ai campionati britannici di Manchester si è affacciato Elliott Thompson e ha chiuso le dieci fatiche con 7193 punti. Papà Daley era decisamente più forte.  

Tre generazioni di saltatori scandiscono la storia della famiglia Tamberi e tre generazioni di velocisti quella della famiglia Tortu. L’incontro tra Liana, della famiglia Calvesi-Gabric, e un giovane, occhialuto e acuto aostano ha creato la dinastia degli Ottoz e assicurato un dominio tirannico nei 110H. Così come la ramificata dinastia dei Frinolli. 

Oggi le conseguenze più brillanti di passioni ben coltivate sono rappresentate da Nadia Battocletti, figlia di Giuliano e da Diletta Fortuna, stesse iniziali del padre Diego. L’ascesa di Sara Fantini ripropone il caso della famiglia Crouser in salsa parmigiana: mamma Paola (Iemmi) era giavellottista, papà Corrado, pesista da 20.78 nella sua stagione migliore, il 1996, quando entrò nei dodici ad Atlanta. Sara è nata un anno dopo.  

Composito e diversificato il clan dei Mori: Rachele è ai vertici mondiali under 20 nel martello, il fratello Federico gioca ala nel Bordeaux, quello ovale, e spesso in Nazionale, e l’una e l’altro sono molto legati allo zio Fabrizio, uno dei capitani più coraggiosi della nostra storia.    

 

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