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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Fatti&Misfatti / Stupiti per i bugiardi in blu

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Lunedì 19 Luglio 2021

 

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Sono in troppi a bruciarsi la mano sul fuoco quando giurano che non avevano dubbi sul risultato di Belgrado. Certo qualcuno ci aveva preso. Ad esempio chi sapeva del trucco. Ora Sacchetti sa di cosa stiamo parlando.

Oscar Eleni

Da una taverna di Ipanema dove la gente si ubriaca e canta una Cancao Inteligente seguendo un filo logico importante, ridandoci il mondo magico di Cochi e Renato, del Testa che la scrisse, spiegando un po’ tutto e un po’ niente. Soprattutto per gli sciocchi in blu che in questa vigilia olimpica vorrebbero farci venire rimorsi perché la voglia di Giochi, gare importanti, mette a rischio tanta gente, cominciando dai giapponesi che guardano la famiglia a cinque cerchi come gli untori.

Noi non fuggiremo come la Toyota che ha tolto la sua pubblicità dalla fiesta da inaugurare fra qualche giorno. E dire che i Giochi posticipati si faranno proprio per non perdere i contratti e i quattrini con chi si è preso tutto. Pazienza se non ci sarà pubblico, non importa come si vestiranno risultati, gare e campioni, basta che si possano vendere al mercato sottostante.

Gli sciocchi in blu possono andare avanti a ballare: Olimpiadi con fuoco fatuo, per il resto via come viene. In un paese come l’Italia dove ci sono ancora 17 milioni di non vaccinati, siamo sicuri, troveremo chi non ha niente da dire su chi ha preteso la sfilata con pullman scoperto per i campioni d’Europa del Mancini santificato anche più di Draghi, soprattutto dopo il santino fatto circolare mentre stava in fila, ma dai, davanti ad una salumeria di Jesi, ma si ciberà di scoop dal Giappone se i Giochi andranno in pezzi. Lo facevano ai tempi dell’atletica diabolica del periodo Nebiolo, proprio a Tokyo, gli stessi che seguendo i francesi pettinati all’inglese, si chiedevano ogni due giorni se Mennea, come Pogacar, era davvero pulito.

In questo clima fintamente festoso godiamoci il sole dell’avvenire delle nostre squadre giovanili: bella atletica a Tallinn con azzurrini in piena luce, oro mondiale per le pallavoliste under 20 dove la base è costituita dalle ragazze allevate nel Club Italia. Speriamo che Gianni Petrucci, ancora emozionato per aver salutato col fazzoletto tricolore gli azzurri del basket e le ragazze del tre contro tre, nel giorno che aspettava da troppi anni, si sia ricordato di fare un telegramma di congratulazioni e rimprovero ad Ale Frosini, appena confermato nei progetti di Verona, ex azzurro, per il successo della figlia Giorgia, chiedendogli come mai una di quasi 1 metro e 90 non gioca a basket. Misteri che saranno svelati da chi tratta come deficienti quelli che osano soltanto chiedere.

Mascherina e carta verde, buona per gli stadi, ma, secondo i soliti noti, non necessaria per pizzerie e pub come infatti hanno scoperto i contagiati di questi giorni dopo le feste per l’Italia riavviata dal calcio, pazienza se in troppi hanno perso il lavoro, d’altronde i ragazzi si organizzano per gite collettive, spendendo un “casino”, lamentandosi di tutto, non certo comprensivi verso quel tipaccio che condannato al lavoro volontario ha deciso, a fine pena, di rimanere nella comunità per aiutare gli altri.

A Tokyo, a Tokyo cara Irina. Il basket è pronto con la sua Azzurra nata nell’isola Mancini dottor Doolitle del balun: felicità, voglia di stare insieme. Mentre in Italia la Virtus con Udoh fa sapere a Milano svecchiata, rinvigorita, che non intende lasciarle il titolo, noi ci troviamo davanti ai tanti bugiardi, non tutti adorabili che giurano di aver sempre creduto nella qualificazione a Belgrado. In testa al gruppo il Danilo Gallinari che ora, preso il posto di Abass, dovrà impegnarsi tanto in un girone dove l’ostacolo meno difficile sembra la Germania che ad Amburgo, prima del preolimpico, ci aveva bastonato per bene. Le altre sembrano cattive davvero. L’Australia è al numero uno per la FIBA, la Nigeria, dove gioca Udoh, ha spettinato gli Stati Uniti prima che Argentina e Spagna ci facessero sapere che i favoriti a Tokyo restano i figli di Popovich e Durant. A proposito don Sergio virtussino per la sua nazionale ha scelto i grandi veterani, dai Gasol a Rodriguez, da Fernandez e Llull e Rubio. Riconoscenza e non soltanto.

Stupiti per i bugiardi in blu che ora credono nell’Italia dei canestri fatti a mano? Neanche un po’, sono giorni dove dagli oratori alle carceri, dalle federazioni alle società famose, dalle redazioni ai pappagalli televisivi, scoprono imbroglioni che spiegano tutto e niente per giustificarsi.

Qui da noi sono in troppi a bruciarsi la mano sul fuoco quando giurano che non avevano dubbi sul risultato di Belgrado. Certo qualcuno ci aveva preso. Ad esempio chi sapeva del trucco: metti l’allenatore in graticola e lui vincerà anche se poi lo manderai via. Ora Sacchetti sa di cosa stiamo parlando. Gli stessi giocatori vi guarderanno come sciocchi in blu, ad esempio Polonara e Fontecchio, magari anche Vitali, mandati altrove perché qui nella confort zone, come la chiamano gli educati nelle famiglie allargate dove l’agente fa e disfa, non li capivano. Mannion è oro americano, Moraschini all’Armani ha fatto più la comparsa che l’attore in scena, Tessitori, unico vero centro, è rimasto fermo due mesi, Melli faceva panchina nella NBA. Abass e Ricci hanno finito bene, ma in mezzo il bagno avvelenato nelle coppe. Su Pajola, poi, votato, con Costanza Verona del Geas, come migliore dell’anno nel sondaggio della associazione giocatori, ricordiamo benissimo i mugugni in piazza Grande, dove avere 21 anni conta relativamente, l’ironia sul canestro trovato dopo tanti anni di tentativi non riusciti.

Questi erano i cavalieri per l’impresa alla sala Nikolic. In sala scommesse venivano pagati cento a uno, ma qui, vi hanno detto, erano tutti convinti del contrario. Magari non si sono arricchiti, ma di certo vi faranno sapere che il presidente Petrucci deve aver parlato con la maga del Circeo, la notte prima dell’esame con la Serbia aveva svegliato Sacchetti: “Caro Romeo stai sereno, al prossimo europeo sarai ancora tu l’allenatore.” Lungimiranza dopo mesi nel digiuno che durava dal 2004, con la visione di un Messia messiniano (dal vangelo peiano), o comunque di una rivoluzione guidata dal “migliore”.

Ora cari amici del circolo sciocchi in blu vi diciamo che capiamo, pur non condividendolo davvero, l’ottimismo di chi prevede 33 medaglie per l’Italia ai Giochi, ma sappiamo che per il basket sarà durissima passare il primo turno, così come sarà davvero difficile che l’Italia dell’atletica vinca più di tre medaglie e trovi più di otto finalisti. Sensazioni, con la promessa di pentirsi spiegando, in caso di successi superiori alle previsioni, che non ci avevano capito, che si erano confusi non comprendendo che nella macumba olimpica, come all’europeo di calcio, sfavorire l’azzurro medio aiuta, nel caso siamo davvero campioni, li porta a fare persino miracoli che rialzano il PIL, pur non restituendo il lavoro o aiutando in opportune zone recupero che ha insultato i senegalesi confondendoli con quelli di Senigallia che sta nelle Marche dove il tempo volge al bello persino per il basket pesarese se alla fine riusciremo a commuoverci come nel giorno in cui Aza Petrovic è stato presentato sorridente fra Magnifico e Costa, gli armigeri dell’armata Scavolini.

 

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