- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Torun: aiutiamoci con qualche numero

PDFPrintE-mail

Mercoledì 10 Marzo 2021


iapichino-torun


EuroIndoor, prima rassegna globale dallo scoppio della pandemia, passaggio importante per la nostra atletica tra passato e futuro: prossima tappa Tokyo. Siamo pronti?

Daniele Perboni

Analisi di una trasferta. Iniziamo con le parole del direttore tecnico Antonio La Torre che difende le matricole «Tanti giovani che hanno saputo esprimersi al meglio, con il loro sorriso, assieme ai veterani», spende parole di incoraggiamento per il neo acquisto Grant (deludente la sua frazione nella staffetta, cronometrata 47”7), accenna ai 24 punti in più nella speciale tabella rispetto all’edizione di Glasgow (51 a 27) e, soprattutto sottolinea «il valore delle prestazioni ottenute», loda il sorriso del ventenne Koua finalista negli ostacoli.

Naturalmente non nasconde anche qualche delusione: «Non tutto è andato come avremmo voluto; nel mezzofondo una combattiva Bellò, ma non tutti i segnali che mi sarei aspettato. Ci sono cose sulle quali si dovrà lavorare da subito e duramente. La staffetta maschile, infine, avrebbe potuto fare decisamente meglio». Insomma testa bassa e lavorare, secondo il vangelo di Antonio.

Spedizione in chiaroscuro, con ampi margini di miglioramento. Questo sembrerebbe il giudizio del tecnico. Ma, è proprio così? O la realtà racconta tutta un’altra storia? Dipende dai punti vista non sempre oggettivi. Non resta, dunque, che affidarci ai numeri, ricordando che nell’arco dei quattro giorni sono stati ottenuti due record dei Campionati, 6 migliori prestazioni mondiali stagionali, 10 migliori prestazioni europee stagionali, 17 record nazionali, un record europeo Under 20. Ultima considerazione: da non scordare che siamo pur sempre nell’alveo continentale. Allargandoci al “resto del mondo” (vedi Tokyo 2020-21) la situazione, inevitabilmente, non potrà che aggravarsi.

SQUADRA – Spedizione giovane, si diceva e lo si è visto anche dai vari risultati, specialmente nel miglioramento o nell’avvicinamento dei rispettivi primati personali o stagionali. Unica eccezione il mezzofondo. Disastro totale, dove si salvano unicamente le ottocentiste, specialmente la Bellò. Fiato allora ai numeri.

Primati personali: sono stati 5 fra gli uomini (Aceti, Jacobs, Ali, Fofana, Koua due volte); altrettanti fra le ragazze (Mangione, Cestonaro, Di Lazzaro, due volte, Bogliolo due volte, Fontana due volte).

Eliminati: al primo turno o qualificazione sono stati 19 (9 uomini, 10 donne). Escludendo le due staffette, alla finale diretta, la percentuale è del 47,5%; 11 approdano al secondo turno (5 uomini, 6 donne) pari al 27,5%.

Finalisti: in totale 9 (5 uomini con l’eptathleta Dester, 4 donne) pari al 22,5% dei presenti.

MEDAGLIERE – In Polonia sono sbarcati 44 atleti, di cui scesi nell’Arena solo in 43 (Anna Polinari, riserva della 4x400, non è stata utilizzata). Non eravamo la squadra più numerosa ma quasi. In testa la Germania con 48 unità, a seguire Gran Bretagna 46, Italia e Spagna 44, Polonia 42. Più interessante esaminare la percentuale di medaglie ottenute (indipendentemente dal metallo) rispetto agli atleti. Abbiamo sempre considerato unicamente i dati forniti dagli organizzatori, senza vagliare se tutti gli atleti abbiano gareggiato o meno. Prendendo così in considerazione le prime dodici del medagliere (ricordando che l’Italia è 12ª), con l’aggiunta della Germania, solo sedicesima (2 argenti e 4 bronzi). Ecco la “speciale” classifica che ne risulta:

26,0% Gran Bretagna (12 medaglie / 46 atleti)
23,6% Polonia (10 / 42)
20,0% Olanda (7 / 35)
18,7% Portogallo (3 / 16)
16,6% Ucraina (3 / 23)
17,7% Norvegia (2 /12)
16,5% Belgio (5 / 30)
15,0% Francia (4 /26)
13,7% Svezia (4 / 29)
12,5% Germania (6 / 48)
11,3% Spagna (5 / 44)
8,6% Svizzera (2 / 23)
6,9% Italia (3 /43)

FINALISTI – Altro giro, altra prospettiva. Ecco la percentuale dei finalisti rispetto ai partecipanti, con gli azzurri che scalano qualche posizione:

43,4% Gran Bretagna (46 atleti)
42,8% Polonia (42)
42,3% Francia (26)
40,0% Olanda (35)
39,1% Svezia (29)
33,3% Norvegia (12)
33,0% Germania (48)
31,1% Portogallo (16)
29,5% Spagna (44)
27,9% Italia (43)
25,0% Ucraina (23)
23,3% Belgio (30)
13,0% Svizzera (23)

Foto: Fidal/G.Colombo

 

Cerca