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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Piste&Pedane / Eppur si muove (Tortu e non solo)

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Mercoledì 28 Agosto 2019

 

stecchi-19 


Il rientro di Tortu si è preso la scena mediatica nel meeting di Rovereto. Ma i motivi di riflessione sono stati anche altri: segno che qualcosa si sta muovendo verso l’esame iridato in Qatar.

Daniele Perboni

Quarantaquattro accreditati, di cui otto giapponesi. E questa è già una notizia. Reti televisive presenti? Tre: mamma RAI (come consuetudine), SKY e una nipponica. Non siamo così presuntuosi da credere che i “figli del Sol Levante” si siano scomodati solo per loro, il Pippo nazionale e per il più che promettente ventenne connazionale Sani Brown (qui finito alle spalle di Filippo, 10”21 a 10”28), già accreditato quest’anno di 9”97 e 20”08. Molto più prosaicamente vien da pensare che siano da queste parti per il semplice fatto che una decina di giorni or sono gli “Orsi” russi si sono battuti (incassando una sonora sconfitta) con gli azzurri del rugby. E proprio contro la Russia i giapponesi inaugureranno la Coppa del Mondo di rugby 2019. Il 20 settembre a Tokyo.

Per il resto è storia normale: la solita e consueta eccitazione da cui viene aggredita la stampa italiana tutta quando il primatista italiano scende in pista. E se questo succede dopo due mesi e un infortunio il tutto si accentua all’infinito. Basta guardare la rassegna stampa che giornalmente la Fidal ci somministra. Poche notiziole in questi assonnati giorni di fine agosto, salvo poi esplodere all’indomani della rassegna roveretana. Comunque è un bene.

Il ragazzo è recuperato in pieno, fiducioso e ha mostrato in mondovisione una tecnica di corsa sin migliore di quella sfoggiata prima dell’infortunio di Stanford. Siamo, pardon, sono (figlio, padre e tutto l’entourage che ne consegue), sulla strada giusta. Elogi arrivati anche dal DT Antonio La Torre («Bel rientro, è cambiato anche tecnicamente) e da un certo Dino Ponchio, consulente del presidente Giomi, oltre che ex tecnico del lungo e attualmente teorico e promotore di una cordata elettorale che si propone di insediare sul trono FIDAL un delfino, o seguace, scegliete voi, del sovrano toscano («È [Tortu] la quintessenza della corsa»).

Nulla di eclatante sia chiaro, ma tutti appaiono concordi nell’affermare che meglio di così non si poteva fare, stante anche il vento in faccia che il gioiello si è ritrovato a contrastare (meno 1,5).

E che non si potesse andare più veloce lo dicono anche i numeri dei concorrenti battuti. Già detto di Sani Brown, il terzo, Cameron Burrell (9”97/2017, 10”12/2019, 10”02 con vento +2,5), figlio dell’ex primatista mondiale Leroy, non è andato oltre un modesto 10”37. Più dietro ancora gli altri, fra cui il 35enne olandese Churandy Martina (9”91/2012, 10”19/2019), quarto in 10”39. Tutto sommato un bel regalo per gli organizzatori di questa riunione atletica, rimasta l’unica in Italia a confrontarsi con altre super titolate internazionali. Risultati che, come sempre, hanno messo in evidenza l’ottima organizzazione e la passione che ogni anno viene messa in pista, grazie alla quale nel ranking IAAF Rovereto veleggia stabilmente attorno alla trentesima posizione.

Ora cosa si prevede in chiave azzurra? Tortu ha candidamente dichiarato che a Doha punta alla finale. Obiettivo non certo facile ma stando alle attuali forze messe in campo non pare un traguardo così irraggiungibile, anche se personalmente abbiamo forti dubbi (sempre felici di essere smentiti). 100 o 200? I dubbi non sono ancora sciolti. Si vedrà nel prosieguo della stagione. Ora lo attende il duello casalingo con Marcell Jacobs (10”03 a Padova il 16 luglio e pochissima attenzione dalla stampa, quasi fosse un guastafeste...) in quel di Minsk (Bielorussia) nell’incontro Europa-USA e poi... e poi... C’è chi lo vede meglio sulla doppia distanza (vedi il sopra citato Ponchio) e chi, invece, fra 100 e staffetta già considera eccessivi gli impegni iridati fra 100 e staffetta. Il tempo (non scomodiamo la storia) dirà chi ha avuto ragione. Con il suo recupero, comunque, le possibilità per la 4x100 di ben figurare ai Mondiali aumentano notevolmente.

Dalla rinnovata pista di Rovereto sono giunti altri buoni risultati di atleti azzurri, sempre in chiave iridata. Su tutti il 5.72 di Claudio Stecchi nell’asta (foto Colombo/Fidal) e l’8.07/+1,03 di Filippo Randazzo nel lungo.

Come sempre Antonio La Torre professa calma per non incorrere in delusioni cocenti: «Stiamo calmi, occorre molta umiltà e continuare su questa strada, anche se a Doha sarà un’altra storia. Non è per mettere le mani avanti, ma dobbiamo sempre cercare di capire in quale contesto stiamo gareggiando». Più chiaro di così.
 

Nella rubrica TOP TEN le liste italiane aggiornate dopo Rovereto.

 

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