Piste&Pedane / Savona: in onda Kramer contro Kramer
Venerdì 31 Maggio 2019
Più che sulla pista, i riflettori puntati sulla tribuna e dintorni hanno evidenziato un pirandelliano gioco delle parti che per ora, almeno come pare, sembra far da stimolo al movimento.
Daniele Perboni
Quali appellativi si addicono ai due tecnici occupanti le massime cariche federali? Fratelli coltelli? Separati in casa? Parenti serpenti? Il bello (ma solo per l’età) e il brutto (per ora il cattivo non è contemplato)? Oppure meglio assimilarli a coppie famose? Kurt Cobain e Courtney Love? No, meglio Liz Taylor e Richard Burton! Kramer contro Kramer? Già, perché i nostri lettori devono sapere che i due in questione, pur lavorando a stretto contatto (almeno questo è il mandato che hanno ricevuto dal Consiglio Federale), non si amano poi così tanto. Il bello (La Torre), “Direttore Tecnico delle squadre nazionali” da poco più di sette mesi, e il brutto, non ce ne voglia Elio Locatelli, “Direttore della Performance / conseguimento obiettivi e supporto al Centro Studi e Ricerche”, non danno certo l’impressione di “cercarsi”. Anzi! Li abbiamo visti all’opera in quel di Savona, dove è andato in scena l’omonimo meeting. Rigorosamente separati, ma comunque a distanza ravvicinata. A vista d’occhio.
Decisione saggia quella di non scendere in pista al Golden Gala di Roma. Eppure qualcuno sussurra che una certa insofferenza esista all’interno della squadra. Tortu, sempre Tortu, fortissimamente Tortu. Però il ragazzo (Filippo), a differenza di altri ha già dimostrato di andare forte. Dopo la debacle, lungo conciliabolo fra La Torre e il giovane tecnico di Desalu, Sebastian Bacchieri. Cosa si sian detti nessun lo sa, anche se qualcosa abbiamo captato. Sembrava più il classico “cazziatone” che parole di conforto. Meglio ha fatto Marcell Jacobs con 10”19 (+0,5). E se riuscirà a «collegare partenza – parole sue – accelerazione e fase lanciata». Insomma un pensierino ai meno 10 lo ha già fatto.
Ma ritorniamo ai duellanti, sperando che il contrasto fra i due non si prolunghi nell’arco di tutta la vita, o quasi, come accade nel film di Ridley Scott. Mentre uno, il bello, segue tutta la riunione dall’alto, il vecchio sembra prediligere il contatto con gli atleti. Dapprima lo vediamo nei pressi della buca del lungo e infine non molla il posto conquistato sulla tribuna. Sempre circondato da amici e giornalisti. Lo scrivente compreso. E mentre il giovane risponde a continue telefonate, stringe mani, riceve, come in un confessionale, una miriade di atleti e allenatori personali, incoraggia, consiglia, suggerisce, esorta, ammaestra, il vecchio, con la consueta voce roca, apostrofa bonariamente, ma non tanto, i giornalisti presenti «State attenti a quello che scrivete. Io vi leggo, archivio tutto e poi vengo a cercarvi».
Modello Stasi, esclamiamo. Naturalmente non mancano frecciatine lanciate all’altro Kramer. Calembour prontamente ricambiati appena incrociamo il coltello avverso. Insomma, un gioco delle parti che per ora sembra far bene al movimento e che entrambi accettano di buon grado. Almeno davanti a persone estranee, in pubblico. Nell’intimo delle stanze federali chissà!
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