Saro' greve / Una domenica di corsa (ricordando Abebe Bikila)
Sabato 14 Aprile 2018Domattina, dallo Stadio delle Terme voluto da Bruno Zauli, prenderà il via la ventesima edizione della Roma Appia Run.
di Vanni Lòriga
Né “greve” né “breve”: avrei voluto scrivere invece una “Breve” che, come tutti i lettori del nostro Sito (pur non essendo in genere laureati all’Accademia Pontificia) sanno, è un documento che fa giurisprudenza in un particolare campo. Dedicherò questa “Breve” all’ attività umana che reputo importantissima (tanto per non esagerare, la più importante di tutte) cioè la corsa. Spiegherò i motivi di questa valutazione e soprattutto perché lo faccio proprio in questi giorni in cui nella città di Roma, e non solo in quella, viviamo gare in abbondanza, dai derby calcistici ai circuiti auto-elettrici; dalla Appia Run al Vivicittà.
Ma sono costretto a frazionare il mio intervento in due tempi. Uno che precede le due classiche corse e che serve per chiarire un disastroso ed incredibile infortunio nel campo della comunicazione; il secondo che riferirà sulle due gare con la dovuta attenzione.
Primo tempo – Intanto tratto solo marginalmente della ROMA APPIA RUN che è giunta alla ventesima edizione e che prenderà il via dallo Stadio delle Terme domenica mattina alle ore 9.00. La manifestazione è stata sontuosamente presentata in una sede prestigiosa, in quel Palazzo Massimo che ogni italiano dovrebbe visitare per arricchirsi dei tesori custoditi nel complesso museale nazionale.
E’ stato posto il rilievo che lo storico percorso tocca molti punti cruciali della Regina Viarum e Roberto De Benedictis, ideatore e primo motore, ha testualmente ricordato che “si tratta di una gara da correre insieme al mito di Abebe Bikila che su questi sampietrini e sul basolato lavico dell’Appia Antica vinse la Maratona Olimpica del 1960”.
“Un solerte funzionario dell’ufficio stampa capitolino – ci spiega De Benedictis – ha invece tradotto che ‘la guest star’ di quest’anno sarò l’ottantaseienne Abebe Bikila, vincitore della Maratona Olimpica di Roma che correrà insieme a migliaia di appassionati”.
La notizia diffusa dall’Ufficio Stampa del Campidoglio ha fatto ovviamente il giro del mondo, suscitando funebre ilarità e talora incredulità. I più raffinati commentatori hanno avuto anche a dire sulla effettiva età di Bikila, il che ovviamente è particolare irrilevante se riferito ad un resuscitato.
Chiariamo, per i lettori più giovani che hanno il diritto di essere inscienti e per quelli che lavorano negli uffici stampa e che invece hanno il dovere di essere informati, che sui dati anagrafici di Abebe Bikila esistono alcune incertezze.
Unica data sicura è riferita alla morte avvenuta per emorragia cerebrale il 25 ottobre 1973. Sulla data di nascita la maggior parte delle fonti indica il 7 agosto 1932, lo stesso giorno in cui si disputò a Los Angeles la maratona olimpica. Altri parlano di 7 luglio mentre la sua tomba nel cimitero San Giuseppe di Addis Abeba indica come anno di nascita il 1933. Ma la lapide scritta in tre lingue (italiano, giapponese ed aramaico a ricordare le due vittorie olimpiche e sua etnia) risulta sparita.
Ad ogni modo manca qualche mese a quella che sarebbe stato l’ottantaseiesimo (o ottantacinquesino) compleanno del Capitano Abebe Bikila Demissie. Fermiamoci qui.
Secondo tempo – Dopo le due gare di domenica completerò il discorso accennato all’inizio, cioè emanerò la mia “Breve” sulla corsa. Al momento non me la sento di unire il sacro al profano.
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