Saro' greve / "Leggi son, ma chi pon mano ad esse?"
Lunedì 26 Marzo 2018Le coincidenze di un fine marzo: da San Francesco a Ripa a Nicosia nel ricordo di chi era nato Direttore (ma non lo fu mai)
di Vanni Lòriga
Pur non rinunciando ad essere “greve” questa volta ho il dovere di essere nostalgico e severo. Quanto vado a raccontare abbraccia un arco di tempo di circa sessantacinque anni e si dilata in varie località. Si tratta di un resoconto che si articola su riferimenti temporali (fine marzo) e stanziali quasi cabalistici. Validi per chi ci crede. Venerdì scorso 23 marzo ci siamo ritrovati in tanti per rendere il nostro ultimo saluto al collega Giuseppe Pistilli, a suo tempo vice-direttore del Corriere dello Sport (assieme a Trapattoni nella foto pubblicata del suo giornale). La cerimonia si è tenuta nella chiesa di San Francesco a Ripa, nel cuore di Trastevere.
Il “Luogo” (quelli che non conoscono la lingua di Dante avrebbero scritto location) è per me insuperabile. Era la sede del Reggimento Bersaglieri, quei berzajeri che il 20 settembre del 1870 fecero irruzione attraverso la breccia di Porta Pia e che furono perpetuamente adorati dal popolo romano. La caserma esiste ancora, attaccata alla Chiesa ed è la sede dell’Associazione Nazionale dei fanti piumati.
Quando prestai servizio nel glorioso Corpo, nei primi anni Cinquanta, il reparto era stato però trasferito al Tiburtino III ed a San Francesco era rimasto solo il “piumettaio” Marcelli, a cui ci dovevamo ricorrere per ogni acquisto di uniformi ed annessi. Per cui un certo giorno, era il 27 marzo del 1953, da lui mi recai per certe compere. Ricordo esattamente la data per svariati motivi. Ne cito due: era il giorno (27) dello stipendio e soprattutto fu quello in cui conobbi Emilia, che poi divenne mia moglie. Aggiungo, per completezza di informazione, che una volta sposato per circa tre anni abitai al numero 89 di via San Francesco a Ripa.
Mentre ricordavo proprio in quei luoghi queste coincidenze ambientali me ne vennero in mente altrettante temporali.
Mi sono rammentato che proprio la data del 23 marzo, per la precisione quello del 1967, segnò una svolta nella mia vita professionale. Fu il giorno in cui, in occasione della partita Cipro-Italia giocata a Nicosia, scrissi i miei primi servizi sul Corriere dello Sport. Per incarico di chi? Esattamente di Giuseppe Pistilli, allora capo servizio per il calcio.
Tutte queste coincidenze rievocavo in compagnia di altri colleghi che Pistilli avevano frequentato ed apprezzato, fra cui Roberto Beccantini e Fabio Monti, giunti apposta da Milano. E concordavamo su questa valutazione: “Giuseppe Pistilli è stato un bravo vice-direttore ma sarebbe stato un ottimo Direttore”. Non lo fu unicamente perché fermato da problemi di salute e non da altro.
E ci pensavo mentre rientravo verso casa. Rimuginavo queste riflessioni mentre procedevo a “passi tardi e lenti” sui marciapiedi della Città Eterna.
Mi è sempre piaciuto camminare e mi piacerebbe continuare a farlo. Ma non è facile a Roma. Sui 5500 chilometri delle sue strade è ovviamente vietato, anche perché piene di milioni di macchine e di miliardi di buche. Sui marciapiedi è ancora più arduo. Sono deformati dalle radici degli oltre 300.000 alberi di alto fusto che ombreggiano la città. Ed inoltre sono percorsi da un numero incalcolabile di proprietari di cani che si collegano ai loro quadrupedi con guinzagli talora telescopici per cui dovresti essere un esperto ostacolista per superarli indenne.
Non ho niente contro i migliori amici dell’uomo e della donna; ma perché questi ultimi procedono in genere incollati al cosiddetto “telefono furbo” (smartphone) pronti a travolgerti se non ti scansi prontamente? E come mai NESSUNO reca con sé una bottiglietta d’acqua per detergere le deiezioni liquide dei suoi animali e sono pochi coloro che pensano all’altro tipo di depositi solidi, fiori senza stelo che giacciono immoti sui marciapiedi? È inutile che il nuovo Codice della Strada edizione 2018 ribadisca con forza che le predette porzioni delle strade riservate ai pedoni sono di competenza gestionale dei Comuni che alla loro manutenzione, pulizia e gestione debbono provvedere.
Niente, è impossibile percorrerli. Per cui trovo quasi struggentemente ottimistiche le recenti iniziative che ci ricordano i meravigliosi percorsi della Città di Roma. Si tratta di un Passaporto con 50 itinerari, promosso da FIDAL, AMD, SID, Cittadinanza attiva, ecc. Certamente sanno tutto di Roma, ma ignorano come in essa si viva.
Esistono le norme ma come avrebbe detto il già citato Padre Dante: “Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?” Ed i cittadini danno una mano? No, sono intenti a telefonarsi.
L’unico che nella nostra città riesce ancora a marciare è proprio il Bersagliere del monumento a Porta Pia …
< Prev | Next > |
---|