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Osservatorio / Siamo certi che e' una questione di "minimi"?

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Sabato 4 Novembre 2017

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di Luciano Barra

Mi è venuto da ridere ieri mattina quando ho letto che la IAAF ha deciso di eliminare i “minimi” di ammissione sia per i Mondiali che per le Olimpiadi, sostituendo il tutto con un Ranking System che ha anche l’obbiettivo di funzionare da ombrello per tutte le gare, meeting compresi. Poi mi sono ricordato (scusate ma l’età incombe) che anche per gli Europei di Berlino verrà usato il sistema del “target number” (già adottato per i precedenti Campionati di Amsterdam) per ogni gara e che i “minimi” stabiliti dalla EA serviranno solo in caso che il Ranking non copra i numeri stabiliti o ecceda gli stessi, nel qual caso sarà necessario aggiungere un turno.

Allora, mi domando, che cosa significa la decisione della FIDAL di indicare per il 2018 dei “minimi” ben più alti di quelli della stessa EA? Cosa può accadere se un atleta Italiano è incluso nel “target number” della EA, ma non ha conseguito il minimo richiesto dalla FIDAL? C’è il rischio di ricorsi legali?

Questa situazione, un po’ paradossale e che non capisco, se era conosciuta dalla FIDAL (il presidente Alfio Giomi è membro del Consiglio della EA), fa diventare insignificante la recente decisione della FIDAL di stabilire dei “minimi” molto più alti di quelli ufficiali. Ne vedremo delle belle e credo che sarà necessario prevedere i necessari strumenti legali.

A proposito di soddisfazioni, ne ho avuta un’altra circa il significato delle medaglie vinte dall’Italia nelle manifestazioni giovanili di questa stagione. Infatti è passato abbastanza in silenzio il Convegno organizzato da Frank Dick a Formia sotto l’etichetta dell’IFAC, ma benedetto da EACA, EA e CONI, che finalmente ha visto la partecipazione di un largo numero di tecnici italiani (erano 28 contro i due dello scorso anno). Peccato che formalmente la FIDAL a questo Convegno non figurasse.

Cosa è successo al Convegno? Invitato a parlare c’era Olivier Belloc, responsabile tecnico dell’attività giovanile della Federazione di atletica francese, vale a dire l’equivalente di Stefano Baldini (che però a Formia non è stato visto). Cosa ha detto Belloc? Che loro “le medaglie Juniores ed Under-23 non ne vincono e non sono interessati a vincerle”. Il loro interesse è spostato verso la ricerca dei talenti con un sistema flessibile. La sua sintesi: “Puntare alle medaglie nei settori giovanili e spremendo i ragazzi difficilmente porterà medaglie nelle categorie assolute”. E a dimostrazione ha presentato all’uditorio lo schema pubblicato in apertura.

Ma non è proprio quanto avevamo sostenuto, e sosteniamo, noi? Una popolare pubblicità che va in onda alla Radio ripete alla noia: "ma se lo dice la Clerici, credici, ...". Allora, se lo dicono i francesi, credeteci!

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