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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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CIO / eSports olimpici: piatto ricco, mi ci ficco

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Lunedì 30 Ottobre 2017

fifa-inter

(gfc) Il nostro giornale lo aveva anticipato già lo scorso 13 Settembre, quando erano filtrate le prime notizie sul riconoscimento degli "sport" elettronici in versione olimpica. Sulla strada indicata dalla FIFA col suo torneo mondiale aperto a milioni di giocatori da salotto. Ora il CIO annuncia il primo passo nella medesima direzione, ma ne occorreranno almeno altri tre, anche se il risultato pare scontato in partenza. Certo, il piatto è ricco e convincente: tra programmi, consolle, sponsor, è in ballo almeno un miliardo di dollari. Ma resta legittimo - come fa Santi nel suo intervento - chiedersi se "questo è sport". Soprattutto olimpico. Una prima risposta l'ha data la Corte Suprema britannica che, interpellata, ha già stabilito che il Bridge non è uno Sport ma solo un Gioco. Una strada chiusa per il futuro prossimo venturo? Non ci giureremmo.

di Carlo Santi

L’Olimpiade sta diventando un grande carrozzone. Come ultima trovata, i signori degli anelli, i dirigenti del CIO guidati dal tedesco Thomas Bach, hanno deciso di considerare gli e-Sports, ossia i videogiochi, ufficialmente discipline agonistiche. C’è chi parla di storica apertura dopo la riunione di Losanna che ha stabilito di considerarli una vera e propria “attività sportiva”. Certo, fanno sapere dal CIO, dovranno rispettare i valori olimpici e dotarsi, per questi nuovi atleti del computer, di controlli antidoping e anche con le scommesse. Un’autentica pazzia. Vediamo meglio.

«Gli e-Sports competitivi – recita il comunicato del Comitato internazionale olimpico - possono essere considerati un’attività sportiva, e i giocatori coinvolti si preparano e allenano con un’intensità che può essere paragonata a quella degli atleti delle discipline tradizionali».

Il mondo intero cerca di coinvolgere i giovani con lo sport distogliendoli dai giochi del computer e dei telefonini e il CIO, che governa lo sport mondiale, cosa fa? Li esorta a giocare. La giustificazione è quella che gli e-Sports sono sempre più seguiti dalla gioventù e allora è bene portarla dalla propria parte. Sarebbe stato assai meglio produrre un programma per coinvolgere ragazze e ragazzi in attività motorie. Ma al CIO ragionano tutti in maniera diversa, con una forte attenzione al denaro e al guadagno. Ben venga, presto, una rinnovata composizione dei membri del CIO, ma che i nuovi entrati portino idee nuove legate allo sport vero.

L’Agenda 2020, quelle norme varate nel dicembre di tre anni fa a Montecarlo, erano del resto chiare. Il CIO è alle prese con mille problemi, gli scandali, la mancanza di città che vogliono candidarsi per le Olimpiadi, i soldi da reperire. Ecco allora che per la prossima edizione dei Giochi, quelli di Tokyo 2020, sono state introdotte cinque nuove discipline. Che sono Baseball e Softball, Karate, Skateboard, Arrampicata sportiva e Surf. Tutto questo a discapito dei veri sport perché il numero globale degli atleti deve rimanere entro i 10.500. Insomma, se si inseriscono nuove discipline se ne devono necessariamente tagliare altre.

Ci sembra di tornare indietro nel tempo, alle prime edizioni dei Giochi quando, dal 1900 al 1920 era compresa nel programma olimpico la gara di tiro alla fune che in un’edizione, quella del 1908 a Londra, vide la Gran Bretagna salire sul podio prendendosi tutte e tre le medaglie. Ma allora le Olimpiadi erano ospitate quasi sempre in una Esposizione Mondiale e avevano ben altro risalto.

Seguendo questa strada, quello che li farà diventare giochi (con la g minuscola) senza frontiera, i Giochi non solo perderanno il loro valore, ma anche l’attenzione mediatica che hanno.
 

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