- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Osservatorio / La tribu' di Arese: sogno o son desto?

PDFPrintE-mail

Venerdì 20 Ottobre 2017

arese-vasala

di Luciano Barra

“Potessimo imbottigliare quelli che la tribù di Arese ha messo in circolo oggi, avremo già razziato i podi di Tokyo 2020” è la chiusura dell’articolo di Gaia Piccardi di ieri sul Corriere della Sera a commento della giornata consumata intorno alla presentazione del libro di Franco Arese, “Divieto di Sosta”, scritto a sei mani da Gianni Romeo, Franco Fava e Fabio Monti, e presentato a Milano grazie all’Editoriale di Correre di Marco Sbernadori ed Antonio Brazzit. Fra il tanto che ho letto a commento di questa giornata – e sono state tutte belle pagine – questa mi è parsa la sintesi più azzeccata. Innanzi tutto grazie a Franco Arese ed al suo libro, l’atletica, quella vera, è uscita dalle “brevi” in cui è relegata da dopo Londra. La Gazzetta gli ha dedicato persino una pagina intera! A dimostrazione che per far parlare di atletica non c’è bisogno solo di vincere medaglie, concetto su cui mi sono già intrattenuto ma che evidentemente non è ancora entrato nella testa di chi di dovere. (Nella foto Correre.it Franco Arese riceve da Pekka Vasala le gloriose scarpette Adidas).

Ne è proprio valsa la pena la gita a Milano – inefficienza delle linee ferroviarie a parte – ed onorare l’invito telefonico di Franco per la presentazione del libro. Indipendentemente dalle emozioni che si prova a vedere grandi campioni del passato, che hanno segnato in maniera indimenticabile la mia carriera di dirigente, è stata una salutare boccata di ossigeno per la nostra atletica.

Per non parlare della gioia di poter rivedere in salute ed in carne ed ossa la “creme de la creme” del giornalismo atletico degli ultimi 40 anni, anche loro come i nostri campioni meriterebbero di essere celebrati in occasioni specifiche. Ci dovremmo inchinare più spesso davanti a monumenti come Giampa Ormezzano, Vanni Lóriga, Giorgio Reineri, Oscar Eleni, Emanuela Audisio fino a Gianni Merlo e Giorgio Barberis (tutti presenti a Milano nonostante i km e i 90 anni).

Io spero che anche per Alfio Giomi, ieri quasi un “convitato di pietra”, sia stata un’iniezione di testosterone. Tanto non erano previsti controlli doping. Chissà cosa è passato nella sua mente, e soprattutto nel suo animo, quando ha sentito campioni come Francesco Panetta e Beppe Gentile dire che “all’atletica Italiana di oggi mancano l’amicizia, l’emozioni ed i sentimenti”?

Non mi intratterrò su quanto, molto meglio di come potrei fare io, hanno scritto i giornali ieri. Né citerò tutti i presenti rischiando di dimenticare qualcuno. Vorrei andare oltre, sperando di non essere indiziato di reato e di spargere veleno.

Questo “andare oltre” girava nella mia testa quando, assopito, tornavo in treno a Firenze. Mi dicevo quante di queste occasioni possono essere inventate ogni anno; mi dicevo quanto sarebbe utile e necessario che la generazione di atleti di oggi venissero a contatto con i campioni del passato e ne ascoltassero le leggende frutto di sacrifici e duro allenamento; mi domandavo se Tortu ha mai incontrato e parlato con Livio Berruti, a cui tanto somiglia fisicamente, o con Sergio Ottolina, che vive a pochi km da lui, da cui potrebbe apprendere la spumeggiante vitalità; mi domandavo quanto sarebbe utile che i nostri mediocri mezzofondisti stessero in raduno con Arese, Fiasconaro, Del Buono, Mei, Panetta, Ortis (tutti presenti, mentre Cova era assente perché negli USA), ovviamente insieme ad un interprete-

Mi domandavo anche perché solo a distanza di oltre 45 anni è uscito un libro su Arese e dopo 30 anni uno di Francesco Panetta; mi domandavo perché le esperienze umane dei nostri campioni non fanno regolarmente parte della letteratura sportiva, con lo scopo di ispirare e motivare gli atleti di oggi. Mi domandavo perché, come nel caso del libro di Arese, non si utilizzino forze esterne – l’Editoriale di Correre ne è un esempio – per moltiplicare le iniziative letterarie; mi domandavo perché, come sta avvenendo in questi giorni in ogni Federazione di Atletica che si rispetta, non venga eletto il miglior atleta assoluto, giovane, il miglior gesto di fair play, il miglior tecnico, il dirigente dell’anno, senza bisogno di fare feste od altro, e mi domandavo se questo non sia un ingrediente per motivare gli atleti di oggi.

Mi domandavo come è possibile solo mettere in discussione la pubblicazione dell’annuario d’Atletica – prima copia pubblicata da Bruno Zauli nel 1931 – ed oggi in rischio di cancellazione, causa il profondo rosso economico; mi domandavo perché una copia dello stesso non viene ogni anno regalata a tutti i nostri migliori atleti perché leggano, imparino e capiscano; mi domandavo tutte queste e molte altre cose che fanno parte di una moderna politica di marketing e comunicazione.

Poi il treno ha rallentato quasi frenato perché stavamo entrando in Santa Maria Novella ed ho dovuto smettere di sognare; allora ho visto che in una fila davanti a me c’era Marco Sicari – il responsabile federale di Comunicazione e Marketing – che stava ticchettando sul suo computer. E ispirato dal mio innato ottimismo e buonismo mi sono detto: ecco che, il figlio di un ottocentista di razza, ha preso i necessari appunti per realizzare quanto mi è passato per la mente mentre ero assopito.

Telepatia? E vedevo – ancora con gli occhi semichiusi – la sua proposta: mettere intorno ad un tavolo Augusto Frasca, Sandro Aquari, Franco Fava, Giorgio Cimbrico, Carlo Santi (tutti presenti a Milano a loro spese) e, in collegamento telefonico, Gianfranco Colasante ed ottenere da loro, che a lungo avevano occupato lo scanno in cui lui ora siede, le giuste idee per rilanciare l’atletica Italiana.

Sogno o son desto?
           
This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it
This e-mail address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it


 

Cerca