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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





I sentieri di Cimbricus / Sono il piu' bello, e me ne vanto

Martedì 10 Ottobre 2017

ferrari-2

di Giorgio Cimbrico

Sono il più bello, ma se vado a bussare alla villa di Charlize Theron a Los Angeles, la bella fa liberare i cani. Sono il più veloce, ma se Usain Bolt accetta la sfida (ormai è pensionato e gli impegni non sono più martellanti), può correre su una gamba e con la mano destra reggere il bicchiere con il cocktail a base di rhum. Sono il più forte, ma se incontro Anthony Joshua prima che vada a Cardiff a difendere la corona dei massimi, devo subito confessargli che avevo scherzato. Sono uno scrittore di rara eleganza, ma il Nobel per la letteratura lo hanno dato a Kazuo Ishiguro. E, detto tra noi, hanno fatto benissimo.

Sono il più intelligente, ma dopo aver letto le caratteristiche del nuovo telefonino cinese, naturalmente senza tastiera, mi sono accorto di non esserlo tanto. O forse non mi sono applicato, perché non me ne fregava niente.

Devo andare ancora avanti? No, fermati e spiegati.

Sono stato ispirato dalle ultime parole di Marchionne che sostiene, come Pereira, che la Ferrari è allo stesso livello della Mercedes. Anzi, per il più ricco collezionista di golf blu di tutto il globo, la Ferrari è anche superiore.

Come usano dire quelli delle tv, che amano le tinte tenui, gli eufemismi, i cappuccini che non scottano la lingua, la campagna d’Asia non è andata nel migliore dei modi. Tra collisioni, cedimenti, candele che si spegnevano (pare che siano candele carissime, 2000 euro al pezzo, mica quelle che si comprano dall’elettrauto), il raccolto è stato piccolino. Mentre la Mercedes, che non ha un pacchetto simile (mai capito cosa sia: per me il pacchetto è quello che fa il salumiere dopo aver tagliato due etti di San Daniele o il merciaio se comprate dei calzini) ne ha vinte due su tre e nell’unica che non ha vinto, ha fatto seconda.

Quel che dice Marchionne, nella posizione in cui si trova, è comprensibile: soldi, risorse, studi, impegno e il raccolto è quel che è. L’incrollabile fede dei tifosi che preferiscono il Cavallino alla sopra citata Charlize prima o poi verrà soddisfatta. E anche se a meno 59 è dura, si può ancor sperare dicono quelli che hanno l’esclusiva. Sufficiente che Vetel vinca sempre e che Hamllton faccia sempre quarto.

Prossima tappa, Austin. Per chi non avesse troppa dimestichezza con la storia del Texas – epopea di Alamo a parte -, sono in grado di rivelare come si chiamava la città quando fu fondata e prima di esser ribattezzata in onore di uno dei padri della patria Stephen Austin: Waterloo. Non è un’invenzione, non è uno scherzo. Andate pure a controllare.  

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