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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Atletica / Campionato di Societa' e "militari" a lista chiusa

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Sabato 2 Settembre 2017

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di Carlo Santi

L’atletica italiana ha urgente bisogno di una scossa. Tutti cercano la ricetta giusta, la formula magica per rilanciare il movimento. Basterebbe guardare al passato e copiare le mosse di qualche stagione fa. Adesso tanti invocano la riapertura dei college, Formia e Tirrenia in particolare (ci sarebbe anche Schio) ma anche dell’Acqua Acetosa che però, ci sentiamo di dire, da un po’ di tempo funge da albergo un po' per tutti, altro che centro di alto livello di preparazione. Sarebbe invece il caso che il CONI torni ad affidare al Giulio Onesti il suo vero ruolo: ospitare atleti ma farne soprattutto ancora un punto di preparazione tecnica speciale riaprendo la Scuola Centrale dello Sport.

A trarne beneficio sarebbe l’intero movimento azzurro, molto di più dell’apertura di un liceo sportivo ad Amatrice dove adesso ci sono problemi più stringenti dello sport.

Tirrenia e Formia college va bene, Roma forse un po' meno, ma serve un progetto di lunga portata, con atleti e, soprattutto, allenatori che in questo momento non ci sono, almeno con grande preparazione. E poi, dove sono finiti i programmatori? Quella figura è stata fondamentale in anni passati, nessuno lo dimentichi. Tutti motivati, atleti e tecnici, con programmi seri da rispettare, con gruppi di lavoro dove ci si confronta e ci si migliora.

Ripartire poi dal passato, dalle gare che non ci sono più. In primis le riunioni regionali che troppo spesso sono di pessima qualità per quello che riguarda le prestazioni. C’è più partecipazione alle manifestazioni dei master che, a nostro modo di vedere, assai personale, sono un divertimento. Va bene organizzarle, ci piace vedere l’entusiasmo dei master che sono grandi appassionati ma, scusate, lo sport è dei giovani, e non possono essere un punto di riferimento, bensì un bel diversivo, sano, ma pur sempre diversivo.

Apriamo il capitolo dei meeting. Formia, Milano, Rieti, Viareggio, Torino tanto per citarne alcuni, non ci sono più. Un patrimonio ed un fiore all’occhiello gettato al vento del quale l'atleta italiana avrebbe enorme bisogno. Arriviamo ai campionati italiani assoluti, troppo spesso disertati dai migliori. Così non va, così si perde il valore dei campionati stessi. La Federazione ha il diritto-dovere di intervenire e imporsi.

C’è un altro punto da rivedere, e con urgenza: il campionato di società. Così è inutile, non serve a nulla. Si disputano con le finali Oro e Argento altri quattro concentramenti. A cosa servono? Leggete i risultati: ridicoli. Non è aiuto per i sodalizi e neppure per gli atleti, spesso raccattati, va detto, per coprire le gare. È un modo di avvicinare i giovani, questo?

Non ci piace neppure la non presenza dei club militari, nelle finali per il titolo. È un impoverimento che fa male a tutti, ai militari per primi. La ricetta da proporre, a nostro modo di vedere, è presa in prestito dal calcio: la lista UEFA. Ad inizio anno ogni società militare presenti una lista con un numero - da verificare con opportuni calcoli, 30, 40, tutto da studiare - di atleti “eleggibili” per il CdS. Non può entrare nessun atleta, in quella lista consegnata a gennaio, neppure se arruolato nel corso della stagione. In questo modo si uniformerebbe il club militare alle altre società civili con una sorta di eguaglianza.

Tra l’altro, le società con le stellette terrebbero sotto stretta osservazione gli atleti che dovranno fornire risultati di qualità per la competizione stessa. Ovviamente la finale dovrà essere collocata in calendario non a stagione morta, ma tra fine giugno e iniziò luglio.
 

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