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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Londra '17 / (9) Dopo 111 anni, non ci resta che piangere

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Sabato 12 Agosto 2017

kuchina

di Gianfranco Colasante

Quando ha comunicato la sua intenzione di candidarsi per la seconda volta alla guida della federazione di atletica leggera - la "Federazione" come la chiamava Giulio Onesti, accentuando l'iniziale maiuscola - Alfio Giomi annunciò che per portare a termine il suo programma quattro anni erano pochi. Ha avuto la fiducia che chiedeva, ma pare che poco o nulla sia cambiato. Certo, possiamo compiacerci per qualche giovane promettente (ma non sono mai mancati in passato), apprezzare con misura i record dei master o le vittorie nella corsa in montagna. Addirittura valutare con condiscendenza l'incontrollata proliferazione delle corse su strada, feste paesane più che agonismo e promozione, il cui numero neppure la federazione riesce a censire. Ma l'atletica è altra faccenda.

L'atletica, quella vera e che conta, si vede ai Giochi Olimpici e ai Campionati Mondiali. Soli ambiti nei quali può degnamente misurarsi un'organizzazione la quale - dopo 111 anni di storia non disprezzabile alle spalle - dispone di una diffusa struttura territoriale e di larghi mezzi economici provenienti dal pubblico erario (Ministero Economia e Finanza e CONI). Risorse che mancano alla gran parte delle altre nazioni. Senza contare l'enorme supporto che forniscono, direttamente o indirettamente (stipendi e futuro), i vari corpi militari.

CHE FARE? - A Londra sta andando peggio del previsto. Ci sono sicuramente delle scusanti, infortuni o altro, ma sono le stesse che anche gli altri paesi possono accampare. Nè si può dare la croce addosso al solo Giomi. Qui, nell'angolo, è finito tutto un sistema. E' indubbio che ai Mondiali - indipendente dai risultati di Nostra Sorella Marcia, che sovente ci ha soccorso - sia stato raggiunto il punto più basso di una parabola discendente avviata molto tempo fa (ricordate un certo Francesco Arese?). Per di più, a seguire i poco commendevoli riscontri di Rio. Sul banco inevitabilmente finisce una certa dirigenza e una politica gestionale fatta di molti annunci e di pochi, se non pochissimi, fatti.
 
Come se ne esce? Innanzi tutto non nascondendo questa realtà, non mascherandola con artifici dialettici e propositi di riscatto. Atteggiamento che aggraverebbe uno stato di fatto di per se già penoso. Si preda atto e se ne traggano le conseguenze. I rimedi? Ne parleremjo nei prossimi giorni, ma non sta a noi indicarli, anche se qualcosa si potrebbe fare da subito. Ad esempio impostando un rapporto diverso tra federazione, atleti e società, spostando la barra verso la centralità dei progetti federali. Il rassicurante assunto "ciascuno si allena a casa propria" pare non aver prodotto molto.

Ma qualunque rimedio si voglia adottare, non avrebbe senso senza affrontare seriamente l'avvicendamento di qualche nome di vertice: potrebbe già essere un inizio di cambiamento. Se non altro per il rispetto alla storia e verso coloro che, a tutti i livelli, in questi 111 anni hanno operato per la federazione.

4x400 - Era una delle ultime carte giocabili con qualche prospettiva. Per di più la sola staffetta azzurra ammessa all'Olympic Park, come già accaduto a Rio. (Chi ricorda che nel primo programma di Giomi e del suo gruppo c'era l'impegno alle quattro staffette ai Giochi?). Con una certa irritazione, invece tutto si è concluso in batteria. Dove si è vista una spenta Libania Grenot (52"4 la sua frazione: a Rio, con la stessa formazione - Chigbolu, Spacca, Grenot, Folorunso - aveva corso in 50"18) che poi, davanti ai microfoni della Tv, dopo essersi dichiarata "molto, ma molto contenta", ha segnalato le cause del disastro generale ("tutti si montano la testa dopo qualche risultato"), indicando la soluzione in un drastico "bisogna ricominciare da zero".

La finale era certamente a portata di gamba, ed è sfuggita per 22/100 anche per la rassegnazione della Folorunso che ha tenuto soprattutto a mantenere intanto il suo distacco. Per postare, come segnalano le Fiamme Oro con un certo orgoglio, le sue valutazioni nella lingua madre: «You know what? A quitter never wins and a winner never quits, I'm not a quitter so I will win some day! I'll keep on putting in the work, learning from my mistakes and #TrustingTheProcess. These World Champs aren't over yet and neither is my season so #StayTunned». Come dire, alla fine vincerò anch'io. Altro segno di quel certo provinciale "divismo" che si alimenta della nuova religione dei social e ormai pervade tutto l'ambiente.

ALTRO - Penultima serata di grande atletica. Cade Mo Farah, che avrebbe dovuto aprire e chiudere trionfalmente, battuto dal gioco di squadra degli etiopi. Non c'è riuscito malgrado un ultimo giro in 52"7. Era all'ultima gara della sua carriera su pista, come all'ultima in assoluto (ma sarà vero?) era anche Usain Bolt, inopinatamente fermato da una contrattura sulla strada di una nuova sconfitta in staffetta. Staffetta di gran lusso che hanno vinto i padroni di casa davanti agli americani guidati da Justin Gatlin, 37"47 a 37"52 il responso.

La finale più eccitante, l'alto delle ragazze andato secondo copione a Maria Kuchina (foto IAAF), ora Laistskene, capace di riscattare a 2.03 l'errore a 2.01. Altezza, quest'ultima, che ha consacrato il talento della 19.enne ucraina Yuliia Levchenko, la più giovane a quell'altezza. Poi, come previsto, una grande gare di giavellotto dominata dai tedeschi e la conclusione del decathlon che il francese Kevin Mayer ha riportato col miglior punteggio dell'anno (8768). In conclusione la 4x100 delle ragazze, andata alle americane, con la Felix che ha raccolto la quattrordicesima medaglia mondiale. Può bastare.

GRASSO (DUE) - E' tornato sul tema il critico del Corriere della Sera. Nel mirino questa volta Franco Bragagna e un certo modo di raccontare l'atletica al colto e all'inclita. Aldo Grasso sul come e sul perchè sono andate le cose a Londra ha le sue idee: "Non prendiamocela (solo) con Bragagna. E' sempre così sicuro di sé da apparire primatista mondiale di sicumera". E più avanti, a proposito della polemica con Fabio Caressa ("Quando guardo una partita, a me la voce di un piazzista non interessa"): "A Bragagna. evidentemente, interessa solo sentire Bragagna. La sua seconda voce ideale era Attilio Monetti che si limitava a snocciolare dati senza interferire nei giudizi".

Ma sui dati, Bragagna ha certezze assolute. Certo, dopo ore di telecronaca, non si possono prendere le sue parole impugnando la matita rossa e blu. Ma, tanto per precisare, il nonno di Maria Chigbolu - il 27.enne nigeriano Julius Chigbolu - è pur vero che gareggiò nell'alto ai Giochi Olimpici, ma a quelli del 1956 e non del 1948 a Londra. Giochi, questi ultimi, ai quali non ci ammisero solo per rispetto a Consolini, dal momento che quattro mesi prima eravamo già stati agli Invernali di St. Moritz. Tanto per dire.
     

XVI CAMPIONATI MONDIALI
Londra, Gbr - 4/13 Agosto 2017

9. Giornata (12 Agosto 2017) - Le finali

Uomini
5000 METRI (21,20)
[RM: 12'37"35 Kenenisa Bekele, Eth, 2004]
1. Muktar Edris (Eth) 13'32"79
2. Mohamed Farah (Gbr)13'33"32
3. Paul Kipkemoi Chelimo (Usa) 13'33"30
4. Yomif Kejelcha (Eth) 13'33"51
5. Selemon Barega (Eth) 13'35"34
6. Mohammed Ahmed (Can) 13'35"43
7. Aron Kifle (Eri) 13'36"91
8. Andrew Butchart (Gbr) 13'38"73

Sf.: I-1. Kejelcha 13'30"07, 2. Farah 13'30"18, 3. Edris 13'30"22, 4. Justyn Knight (Can) 13'30"27, 5. Kifle 13'30"36; II-1. Barega 13'21"50, 2. Birhanu Balew (Brn) 13'21"91, 3. Cyrus Rutto (Ken) 13'22"45, 4. Patrick Tiernan (Aus) 13'22"52, 5. Ryan Hill (Usa) 13'22"79.
 
4x100 METRI (22,50)
[RM: 36"84 Giamaica, 2012]
1. Gran Bretagna & N.I. 37"47 WL
(Chijindu Ujah, Adam Gemili, Daniel Talbot, Nethaneel Mitchell-Blake)
2. Stati Uniti 37"52
(Mike Rodgers, Justin Gatlin, Jaylen Bacon, Christian Coleman)
3. Giappone 38"04
(Shuhei Tada, Shota Iizuka, Yoshihide Kiryu, Kenji Fujimitsu)
4. R.P. Cina 38"34
5. Francia 38"48
6. Canada 38"59
7. Turchia 38"73
rit. Giamaica

Sf.: I-1. Usa 37"70, 2. Gbr 37"76, 3. Jpn 39"21, 4. Tur 38"44; II-1. Jam 37"95, 2. Fra 38"03, 3. Chn 38"20, 4. Can 38"48.
 
GIAVELLOTTO (21,15)
[RM: 98.48 Jan Zelezny, Cze, 1996]
1. Johannes Vetter (Ger) 89.89
2. Jakub Vadlejch (Cze) 89.73 RP
3. Petr Frydrych (Ger) 88.32 RP
4. Thomas Rohler (Ger) 88.26
5. Tero Pitkamaki (Fin) 86.94
6. Ioannis Kiriazis (Gre) 84.52
7. Keshorn Walcott (Tto) 84.48
8. Andrea Hofmann (Ger) 83.98

Qlf. (83.00): Vetter 91.20, Frydrych 86.22, Walcott 86.01, Pitkamaki 85.97, Hofmann 85.62, Kiriazis 84.60, Davinder Singh (Ind) 84.22, Rohler 83.87, Vadlejch 83.87, Magnus Kirt (Est) 83.86, Ahmed Bader Magour (Qat) 83.83, Julius Yego (Ken) 83.57, Marcin Krukowski (Pol) 83.49 [13 qualificati].

DECATHLON (21,45)
[RM: 9045 Ashotn Eaton, Usa, 2015]
1. Kevin Mayer (Fra) 8768 WL
2. Rico Freimuth (Ger) 8564
3. Kai Kazmirek (Ger) 8488
4. Janek Oiglane (Est) 8371 RP
5. Damian Warner (Can) 8309
6. Oleksiy Kasyanov (Ukr) 8234
7. Kurt Felix (Grn) 8227
8. Adam Sebastian Helcelet (Cze) 8222

Donne
100 METRI OST. (21,05) (+0,1)
[RM: 12"20 Kendra Harrison, Usa, 2016]
1. (4) Sally Pearson (Aus) 12"59
2. (6) Dawn Harper Nelson (Usa) 12"63
3. (5) Pamela Dutkiewicz (Ger) 12"72
4. (3) Kendra Harrison (Usa) 12"74 [.736]
5. (7) Christina Manning (Usa) 12"74 [.737]
6. (8) Alina Talay (Blr) 12"81
7. (2) Nadine Visser (Ned) 12"83
8. (9) Nia Ali (Usa) 13"04

Sf.: I-1. Pearson 12"53, 2. Ali 12"79, 3. Visser 12"83; II-1. Manning 12"71, 2. Talay 12"85; III-1. Harper Nelson 12"63, 2. Dutkiewicz 12"71, 3. Harrison 12"83.

4x100 METRI (22,30)
[RM: 40"82 Stati Uniti, 2012]
1. Stati Uniti 41"82 WL
(Aaliyan Brown, Allyson Felix, Morolake Akinosun, Tori Bowie)
2. Gran Bretagna & N.I. 42"12
(Asha Philip, Desiree Henry, Dina Asher-Smith, Daryll Neita)
3. Giamaica 42"19
(Jura Levy, Natasha Morrison, Simone Facey, Sashalee Forbes)
4. Germania 42"36
5. Svizzera 42"51
6. Trinidad & Tobago 42"62
7. Brasile 42"63
8. Olanda 43"07

Sf.: I-1. Usa 41"84, 2. Gbr 41"93, 3. Sui 42"50, 4. Ned 42"64; II-1. Ger 42"34, 2. Jam 42"50, 3. Bra 42"77, 4. Tto 42"91.

ALTO (20,05)
[RM: 2.09 Stefka Kostodinova, Bul, 1987)
1. Maria Lasitskene (ANA) 2.03
2. Yuliia Levchenko (Ukr) 2.01 RP
3. Kamila Licwinko (Pol) 1.99
4. Marie-Laurence Jungfleisch (Ger) 1.95
5. Katarina Johnson-Thompson (Gbr) 1.95
6. Morgan Lake (Gbr) 1.95
=7. Mirela Demireva (Bul) 1.92
=7. Airiné Palsyte (Ltu) 1.92

Qlf. (1.94): Lasitskene, Levchenko, Licwinko, Inika McPherson (Usa), Johnson-Thompson, Yashti Cunningham (Usa), Palsyte, Demireva, Lake, Michaela Hruba (Cze), Ruth Beitia (Esp), Jungfliesch, tutte con 1.92.  

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