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Piste&Pedane / Ayomide Folorunso: una continua sorpresa

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Martedì 1 Agosto 2017

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di Daniele Perboni

Scrive il direttore «…potremmo iniziare qualche intervista con gli “emergenti”... Avevi fatto qualcosa del genere per la Zenoni e non le abbiamo portato grande fortuna…». Ma cosa stai dicendo! Anche tu prigioniero di queste superstizioni? Niente sfortuna. Diciamo piuttosto che le abbiamo portato in dote una sfida galattica. Da allora sembra che tutto le sia andato storto. Dunque, che facciamo? Ci mettiamo in tasca un cornetto? Gettiamo il sale alle spalle (quella sinistra, attenzione)? Purifichiamo i nostri chakra con fiori freschi? Oppure ce ne freghiamo e andiamo avanti sfidando la sorte? L’ultima proposta ci sembra la migliore. Yeman Crippa, Ayomide Folorunso (foto Colombo/Fidal) o Yohanes Chiappinelli? Spazio alle “quote rosa”.

Al secondo tentativo riusciamo a parlare con Maurizio Pratizzoli, tecnico della fresca campionessa europea under 23 dei 400 con barriere (al primo “giro” lo avevamo beccato nell’orario di pieno allenamento sul campo). Disponibile e gentile, come lo avevano descritto, non si sottrae alla chiacchierata.

Buon senso, calma olimpica e nessuna frenesia di successo sembrano la “strada madre” del sodalizio. «Dopo il piccolo problema di inizio di giugno (infiammazione retro calcinare del piede) ci siamo fermati immediatamente, rinunciando alle prime gare. Non abbiamo riscontrato nessun danno strutturale e con un po’ di riposo e fisioterapia in 20 giorni tutto è passato. Ci torneremo con più calma a fine stagione. Naturalmente il tempo perso ci ha messo una leggera pressione, ma i turni eliminatori (batterie e semifinale dell’Europeo polacco) ci hanno dato modo di acquisire un buon ritmo gara.

Come è cambiato il programma di allenamento rispetto allo scorso anno?
«Abbiamo finalizzato di più i vari appuntamenti. Solitamente con i giovani tendo a mantenere una soglia di condizione alta, senza mai cercare il picco della condizione. Da questo inverno, invece, ci abbiamo provato, pensando al “trittico” Europeo under 23, Mondiali e Universiadi». Insomma, un pasto non certo leggero. «Almeno cinque o sei competizioni di un certo livello bisogna metterle in cantiere, altrimenti rimane sempre qualcosa di incompiuto».

Quali sono i punti deboli e quelli in cui si hanno più ampi margini di crescita?
«Sono due domande abbastanza complesse. In verità potrei dire che non ha punti deboli, mentre i punti di forza non si sono ancora completamente sviluppati. Molto semplicemente la velocità. è la sua arma migliore, anche se paradossalmente il “tempo” ci gioca contro. Non ne abbiamo avuto a sufficienza, di tempo, per sviluppare tutte le sue doti. Guardate le Olimpiadi: sono arrivate velocemente, a 20 anni. Pochi atleti hanno avuto modo di prendervi parte a quell’età e passando anche il primo turno.».

Chiaramente il signor Pratizzoli non si sta lamentando. Semplicemente guarda la realtà dei fatti. «La ragazza è una continua sorpresa, fornendo ottime risposte agli allenamenti. Insomma, mi considero un allenatore soddisfatto e fiducioso per il prosieguo dell’attività».

È un’atleta difficile da allenare?
Ride. «No. Presa a piccole dosi è una ragazza fantastica. È costantemente alla ricerca di risposte. Vuole capire quello che sta facendo. Comunque è sempre rispettosa dei piani che studiamo insieme. Nelle prove, anche le più faticose, non si sottrae alla fatica. È molto collaborativa. Per raggiungere questi risultati devi avere sotto mano un’atleta di questo genere. Altrimenti non sarebbe possibile».

Quanto tempo dedicate alla tecnica dell’ostacolo?
«È un tema da affrontare a “lunga scadenza”. L’ostacolo è appunto un ostacolo che poni all’atleta e per questo deve sviluppare una grande ritmica. Per ora gli dedichiamo il giusto tempo. Ayomide è abile, riesce ad “inserire” egregiamente l’ostacolo e il passaggio nella corsa. Certo, non sarà bellissima da vedere ma è efficace. Ogni anno è un miglioramento continuo. In casa ho quattro fotografie. Vanno dalla prima Ayomide a quella dei Giochi di Rio. La ritraggono, naturalmente, nello scavalcamento dell’ostacolo. Sembrano persone completamente diverse. Ora la maggior preoccupazione è di essere sicuro che faccia gli ostacoli senza pagare troppo dazio in futuro. Nel momento in cui li affronteremo ad alto livello. Correre in 55”50 è una bella soddisfazione, però siamo ancora ai margini delle grandi competizioni…».

Per ora pare che il sodalizio funzioni e i risultati stanno lì a dimostrarlo.
 

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