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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Primi riscontri, tra auspici e conferme

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Mercoledì 23 Maggio 2017

oijaku 2

di Daniele Perboni

Caro direttore, carissimi sei lettori sei, non ci sentiamo da una ventina di giorni. Tranquilli (o allarmati, dipende dai punti di vista), non eravamo spariti, semplicemente non si trovava più l’ispirazione, lo spunto, quel “qualcosa” che ci infondesse lo stimolo necessario per tornare sul tema che più ci sta a cuore: l’atletica. Cosa è sopravvenuto ora di così eclatante, si domanderanno, giustamente (?), gli aficionados di codesta rubrica? Tanto per cominciare, sembra che l’atletismo del Bel Paese, dalle Alpi alle Madonie, senza dimenticare la Sardegna (da Punta Falcone a nord a Capo Teulada a sud) stia attraversano un certo risveglio. A leggere le note provenienti dall’ufficio stampa della Federazione è tutto un fiorire di ottime prestazioni, primati personali, stagionali, record di categoria, resurrezioni e via dicendo. E su questo non si può obiettare!

In atletica tempi e misure sono parametri oggettivi, e meno male ci vien da suggerire. Non si discutono, punto e basta. Anche se a incensarsi è la stessa FIDAL. A ben ragione, comunque. Detto questo, i punti che si vorrebbero prendere in esame riguardano due prestazioni che hanno avuto un maggior risalto rispetto alle altre: il successo di Antonella Palmisano nella Coppa Europa di marcia a Podébrady (Repubblica Ceca) e l’8.20 ottenuto da Kevin Ojiaku nel lungo a Torino (foto Colombo/Fidal).

Della eccellente impresa colta dalla marciatrice pugliese se ne è già parlato, anche su questo sito. Non sprecheremo, dunque, ulteriore spazio e non approfitteremo della pazienza dei nostri lettori. Al di la del mero risultato tecnico (indubbiamente notevole) però ci preme sottolineare un altro aspetto: il poco spazio che i giornali hanno dedicato a questa vittoria. Anche l’amico e collega Aquari se ne è lamentato con una lettera a Repubblica, rammarico che condividiamo senza remore. Il problema, caro Sandro, è che una specialità come la marcia non “buca lo schermo” come si dice oggi, è poco o per nulla appetibile, noiosa (non per noi, naturalmente), offre pochi spunti agonistici (anche se la 50 olimpica di Rio è stata una delle più affascinanti del programma atletico), il grande pubblico stenta a comprendere la differenza tra corsa e marcia e via di questo passo.

Stiamo sfondando una porta aperta? Certamente sì, ma purtroppo questa è la realtà. Persino nel nostro ambiente, fra gli addetti ai lavori, fra alcuni giornalisti il tacco e punta è visto con un qual di fastidio.

«Tutto quello sculettare in mutande…», frasi raccolte in anni di frequentazione di tribune stampa. Salvo poi poetare e incensare come “salvatori” della Patria quegli stessi che poche ore prima sudavano e si dannavano l’anima (sculettando) per portare a casa un risultato che permetteva alla spedizione azzurra di non affondare… Anche in questa occasione, il copione, purtroppo, ha messo in scena l’identica commedia. Come sempre, senza variazioni sul tema. Ne verremo mai a capo? Personalmente siamo molto pessimisti.

Il problema vero è che lo sport, almeno in questo maledetto/benedetto paese, è sinonimo di calcio. Vedere per credere. Basta una breve gita e cercare i segnali stradali recanti l’indicazione “impianto sportivo”. Nella stragrande maggioranza dei casi l’impianto in questione è un semplice campo di calcio. È una lotta impari. E che dire della cultura sportiva di molti “scrittori” di sport? Anche quella, a parte pochi casi, si basa principalmente sulla conoscenza del dio pallone. Il resto, atletica compresa? Un apostrofo (non certo rosa) fra paginate dedicate al “dio pallone”. Amen.

Secondo argomento all’ordine del giorno. Tutti abbiamo esultato per il magnifico salto del non proprio giovanissimo (28 anni) Kevin Ojiaku. Tutto un elogio per questo ragazzo, per la quarta prestazione di tutti i tempi in Italia, la quinta mondiale all’aperto del 2017, il “minimo” per i Campionati iridati di Londra del prossimo agosto … Insomma un risultato eclatante, che lascia spazio a sogni e speranze. Tutto vero. Però, c’è sempre un però. E anche in questa occasione non vogliamo fare i menagramo o i bastian contrari. Però, dicevamo, cerchiamo di stare un poco tranquilli e con i piedi ben piantati a terra. Nella sabbia, sarebbe meglio dire in questa occasione.

Fermo restando che il ragazzo possiede ottimo potenziale, ha saputo risollevarsi dopo una marea di infortuni, dimostrando forza di volontà non comuni, lasciamo che il tempo maturi i frutti. L’eccellente misura ora va riconfermata in altre occasioni, dimostrando così che non si è trattato di un episodio sporadico. Ricordate gli osanna che accompagnarono i tre “più-8” dopo gli Assoluti indoor di Ancona? Marcell Jacobs 8.06, Filippo Randazzo 8.05, Andrew Howe 8.01. Allora addirittura si ipotizzò un podio tutto azzurro ai Campionati continentali in sala. Vogliamo ricordare come fini? Finale raggiunta dal solo Filippo Randazzo, con i compagni tristemente a casa già dai turni di qualificazione. E nessuno superò la fettuccia degli otto metri. Quindi: sorridiamo, applaudiamo, speriamo, sogniamo, auspichiamo (ci mancherebbe), esultiamo persino ma attendiamo ulteriori conferme. E che nessuno se n’abbia a male.


LEADER STAGIONALI (al 23 Maggio 2017)
Tra parentesi i "minimi" di iscrizione ai Mondiali di Londra

Uomini
100 (10"12) - Antonio Infantino 10"36
200 (20"44) - Daniele Corsa 20"97
400 (45"50) - Daniele Corsa 46"63
800 (1'45"90) - Jacobo Lahbi 1'47"98
1500 (3'36"00) - Joao Bussotti Neves 3'42"19
3000 St (8'32"00) - Ala Zoghlami 8'33"85
5000 (13'22"60) - Yemaneberhan Crippa 13'23"99i
10.000 (27'45"00) - Ahmed El Mazoury 28'41"24
Maratona (2h19'00) - Stefano La Rosa 2h12'56"
110 ost. (13"48) - Lorenzo Perini 13"71
400 ost. (49"35) - Mario Lambrughi 50"13
20 km (1h24'00") - Francesco Fortunato 1h22'04"
50 km (4h06'00") - Michele Antonelli 3'49"07
Alto (2.30) - Silvano Chesani 2.28i
Asta (5.70) - Claudio M. Stecchi 5.40i, Matteo Cr. Capello 5.40i, Giorgio Piantella 5.40i
Lungo (8.15) - Kevin Oijaku 8.20
Triplo (16.80) - Fabrizio Donato 17.13i
Peso (20.50) - Sebastiano Bianchetti 19.52i
Disco (65.00) - Giovanni Faloci 63.66
Martello (76.00) - Marco Lingua 77.23
Giavellotto (83.00) - Roberto Bertolini 78.78
Decathlon (8100) - Simone Cairoli 7535

Donne
100 (11"26) - Audrey Alloh 11"54
200 (23"10) - Irene Siragusa 23"30
400 (52"10) - Ayomide Folorunso 52"85
800 (2'01"00) - Yusneysi Santiusti 2'03"58
1500 (4'07"50) - Margherita Magnani 4'09"65
3000 St (9'42"00) - Francesca Bertoni 10'11"18
5000 (15'22"00) - Giulia Viola 15'28"22
10.000 (32'15"00) - Sara Dossena 33'11"98
Maratona (2h45'00") - Anna Incerti 2h29'58"
100 ost. (12"98) - Elisa Maria Di Lazzaro 13"53
400 ost. (56"10) - Ayomide Folorunso 56"73
20 km (1h36'00") - Antonella Palmisano 1h27'57"
Alto (1.94) - Erika Furlani 1.90i
Asta (4.55) - Sonia Malavisi 4.40
Lungo (6.75) - Laura Strati 6.59i
Triplo (14.10) - Dariya Derkach 14.05i
Peso (17.75) - Chiara Rosa 17.01i
Disco (61.20) - Daisy Osakue 57.49
Martello (71.00) - Sara Fantini 67.28
Giavellotto (61.40) - Zahra Bani 59.28
Eptathlon (6200) - Lucia Quaglieri 5242

 

 

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