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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Giochi Olimpici Estivi - 2012

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2012 Londra


Giochi della XXX Olimpiade

 

 
(gfc)
Giochi della XXX Olimpiade: un momento storico che resterà patrimonio culturale, oltre che sportivo, delle generazioni a venire. Come resta un po’ appannato il lascito di valori e tradizioni che viene dal più recente passato olimpico. Nella traballante cornice dei giorni nostri, in piena crisi economica e politica, è stata una fortuna che ad ospitare i Giochi del 2012 sia stata scelta Londra, la metropoli più universale e multietnica del pianeta, che ha saputo strapparli a Parigi, sia pure per un’incollatura (54 a 50 il responso del CIO dopo un testa a testa che ha richiesto quattro votazioni).

Nell’organizzare queste Olimpiadi della crisi globale gli inglesi hanno scelto l’austerità, ma pur sempre investendo cifre cospicue: si ritiene che il conto finale sia di almeno 15 miliardi di sterline, anche se le cifre ufficiali si fermano a poco più di nove. Come si poteva facilmente prevedere i Giochi londinesi sono stati un successo, sia organizzativo che tecnico. Oltre ogni più facile retorica, si chiedeva a Londra (e a Seb Coe che guidava il C.O. in attesa di salire al vertice della IAAF) un nuovo miracolo: riportare l’Olimpiade sulla strada dei suoi valori originari. Altrimenti, che senso avrebbe spendere montagne di denaro solo per quindici giorni di festa?

Il momento clou della cerimonia d’inaugurazione? La regina che fa finta di scendere da un elicottero, scortata da un sosia di James Bond. Ma che volete, se deve essere spettacolo, allora tutto si giustifica: l’orgia della musica pop e qualche stonatura, studiata a bella posta per confondere la vecchia retorica, spina dorsale dell’Olimpiade. E così, quadro dopo quadro, si arrivava alla sfilata degli atleti, per la verità un po’ sbrindellata, tra finti costumi nazionali e qualche caduta di stile. Salvo gli italiani, fasciati di Armani, e gli americani (quelli a stelle e strisce) pennellati da Ralph Lauren. Ce n’era per tutti i gusti, anche per coloro (apolidi o altro) che il CIO mette sotto tutela per qualche giorno. Ma che, melanconicamente, erano solo in tre e ballavano sulla pista. Tanto per poter dire che a Londra le bandiere, se non proprio le entità nazionali, erano salite a 205.

In tribuna capi di stato e di governo a iosa, da Barack Obama e immancabile consorte a Dmitrij Medvev, una volta tanto orfano dello zar Putin. Tra di loro, un po’ spaesato, anche il presidente Giorgio Napolitano, l’unico cui è stato consentito di arrivare allo stadio in automobile. “Abbiamo qualche problema, ma siamo capaci di esprimere grandi energie, a livello simbolico noi italiani possiamo confermare di avere risorse straordinarie”, aveva sintetizzato poco prima sul momento della nazione, mentre era in visita a “Casa Italia”, sei piani di lusso CONI, pagato da noi, con vista su Buckingham Palace.

Al tavolo della roulette olimpica l’Italia ha calato carte pesanti, anche se da fine ciclo, e ha incassato 28 gettoni: otto d’oro, nove d’argento, undici di bronzo. Poco oltre le previsioni e in linea con quanto raccolto a Pechino. Si poteva fare di più? C’era chi lo auspicava ma pure chi temeva il contrario. Escluse le tre (bellissime) medaglie vinte nella scherma – per la terza volta con un podio tutto azzurro –, le altre d’oro le hanno portate in dote i cosiddetti “sport minori”, quelli che praticano in pochi e che salgono alla ribalta una volta ogni quattro anni per tornare subito nel dimenticatoio, come Taekwondo, Canoa Slalom e Nuoto in acque libere. Una definizione, quella di “sport minori”, che non meriterebbero. Ma che è figlia dei tempi.

Ma sui terzi Giochi londinesi, per noi italiani peserà a lungo lo scandalo che ha travolto il marciatore Alex Schwazer, campione olimpico dei 50 chilometri, atteso a una prevedibile conferma. Invece tutto si è fermato a uno stringato comunicato del CIO che lo imputava di gravi pratiche doping, ammantando di vergogna l’intera spedizione azzurra. E dando origine a un penoso contenzioso, rimbalzato tra tribunali civili e sportivi, che almeno per l’ex-atleta si è concluso solo alla vigilia di Rio 2016 quando Schwazer – che dal CONI era stato reinserito in squadra – è stato squalificato definitivamente a vita per una seconda positività riscontrata a Capodanno dell’anno olimpico.

Come già capitato per Pechino, proprio nel biennio 2016-17 il CIO ha avviato il riesame dei campioni biologici prelevati a Londra 2012. Sia pure con effetti meno devastanti rispetto a quattro anni prima, anche per Londra sarà necessario riscrivere i medaglieri. In sintesi, al maggio 2017, sui circa 5000 esami effettuati, i nuovi metodi di indagine hanno consentito di testarne 492. Tra loro gli atleti sanzionati e squalificati, al maggio 2017, sono stati complessivamente 45 mentre le medaglie a vario titolo ritirate risultano non meno di 20.
 
Questo il dettaglio delle squalifiche secondo le nazioni di appartenenza, tutte collocate nell’ex-galassia sovietica:
 

                                                          ORO   ARG   BRO         Tot. 

Fed. Russia                                           2         7            -                  9 
Kazakistan                                            4          -            -                  4 
Ucraina                                                  -          1            1                  2 
Bielorussia                                            -          -            2                  2 
Moldavia                                               -          -            2                  2  
Armenia                                                -          -            1                   1  
                                                                6          8          6                 20


La scheda di Londra 2012

Date: 25 Luglio / 12 Agosto 2012.
Nazioni presenti: 205 (vincitori di medaglie: 85).
Atleti partecipanti: 10.765 (5991 uomini, 4774 donne).
Apertura dei Giochi (27 luglio): Elisabetta II.
Accensione del tripode: Callum Airlie, Jordan Duckitt, Desiree Henry, Cameron MacRitchie, Aidan Reynolds, Adelle Tracey, Kate Kirk, Austin Playfoot, Steven Redgrave.
Giuramento degli atleti: Sarah Stevenson (Taekwondo).
Giuramento dei giudici: Mik Basi.
Programma tecnico: 32 discipline, 302 gare (162 uomini, 132 donne, 8 open).
Medaglie assegnate: 962 (302 Oro, 304 Argento, 356 Bronzo).


Membri italiani del CIO: Franco Carraro (dal 1982), Mario Pescante (dal 1994), Ottavio Cinquanta (dal 1996).
Presidente del CONI: Giovanni Petrucci
Sede della delegazione: Villaggio Olimpico.
Alfiere della squadra: Valentina Vezzali (Scherma)

Atleti italiani in gara: 281 (158 uomini, 123 donne pari al 43,8%)
Riserve o non entrati: 8 (6 uomini, 2 donne)
Medaglie vinte: 28 (8 Oro, 9 Argento, 11 Bronzo)
Atleti italiani vincitori di medaglie: 63 (50 uomini e 13 donne).








 

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