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Piste&Pedane / Schwazer: penosa telenovela che sa di stantio

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Mercoledì 3 Maggio 2017

schwazer 3

di Daniele Perboni

Pensavamo di essercene liberati. Almeno lo pensava l’estensore di queste note e, come lui, molti altri, arcistufi di sorbirsi rampogne, accuse, strali e insinuazioni di ogni genere. E invece no. Ancora una volta è ritornato prepotentemente alla ribalta. Prima con un servizio giornalistico su un settimanale patinato per famiglie (dove presentava la nuova famiglia e la nuova vita), poi con una trasmissione televisiva andata in oda su “mamma RAI”. Di pari passo, poi, ecco un’altra puntata sul quotidiano Alto Adige, dove l’avvocato difensore del protagonista ha ribadito concetti già espressi negli anni passati. Insomma cari sei lettori (sì, avete letto bene, ne abbiamo aggiunto un altro alla già lunga lista …) la telenovela del signor Alex Schwazer e confratelli sembra proprio non aver mai fine.

Quando si pensa di essere giunti all’epilogo, ecco che i diabolici sceneggiatori aggiungono un ennesimo tassello, un altro copione, nuovi argomenti e colpi di scena (che tali, però, non sono). È proprio così, cari signori difensori a oltranza del campione olimpico di Pechino 2008. Ormai non c’è più nulla di nuovo e il tutto si ammanta sempre più di un alone vecchio, ammuffito, deteriorato. Un sapore di olio rancido e stantio che ci fa storcere il naso sempre più.

Eppure la vicenda riesce sempre a trovare spazio sugli organi di informazione. Questa volta è sceso in campo persino il canale statale. Evidentemente, scusate, sicuramente, fa più notizia intervistare un ex dopato (perché il signore in questione si è macchiato di un peccato originale dal quale poi è scaturito tutto il bailamme seguente…) piuttosto che dedicare un servizio a qualche atleta che, guarda caso, ha dato e dà ancora lustro all’italietta sportiva.

E' tutta qui la nostra atletica?

Se un alieno rivolgesse il suo sguardo all’atletica nostrana, a come viene trattata dall’informazione tutta, noterebbe che lo stivale è percorso in lungo e in largo da migliaia di volenterosi in mutande, intenti a correre infinite maratone, ventuno chilometri, corse su strada di ogni tipo e chilometraggio, mentre i media dedicano ampio spazio a un vecchietto ultracentenario. Stop! Finito! Il resto è folclore.

L’atletica agonistica? Ma sì, qualche riga ogni tanto, nelle cosiddette brevi. A chi interessano i protagonisti che ogni giorno lottano, sudano e si dannano nell’intento di primeggiare in uno sport che non lascia spazio all’improvvisazione? A pochi, e quei pochi non leggono. Quindi non consumano, non fanno aumentare le copie vendute. Profitti mancati, spazio utile buttato. E allora vai con qualcosa di sicuro, magari una palla rotonda …

Lo confessiamo, non abbiamo avuto il piacere di vederla quella puntata di Dribbling. In altre faccende affaccendati, abbiamo però letto i vari commenti apparsi sui social. Solita nenia, identiche frasi, argomenti sviscerati più e più volte, la snervante attesa della provetta, contenente il liquido organico di A. S., per poterla esaminare. Basta! Unica novità la presa di posizione del protagonista che ha affermato di non voler più rientrare in questo mondo. Sospiro di sollievo doveroso. Finalmente è finita.

Almeno fino alla prossima (immancabile) puntata ...
 

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