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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Saro' greve! Quando Osoppo sorvolava una porta di calcio

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Lunedì 1 Maggio 2017

osoppo

di Vanni Lòriga

Sarò “greve”, insistendo (lo farò per un paio di settimane e spiegherò ciò che mi induce a perseverare) sui ricordi legati ai Giochi di Roma 1960. Tratterò del Pentathlon Moderno, e soprattutto della prova di equitazione. A quei tempi questo sport multidisciplinare copriva l’arco di cinque giornate e si cominciava con la prova equestre che prevedeva un cross sulla distanza di 4700 metri con 25 ostacoli di vario tipo. Non era impresa facile e complicava il tutto il particolare che i concorrenti non conoscevano i cavalli, forniti dal Paese organizzatore. Assegnati per sorteggio, potevano essere testati solo per pochi minuti; si affrontava il percorso senza averlo mai provato.

I cavalli erano tutti anglo-arabo-sardi. addestrati e preparati in Sardegna ma che nell’ultimo mese erano stati trasferiti a Passo Corese, dove si disputò la gara olimpica. E’lecito pensare che gli Azzurri conoscessero a memoria il terreno di gara (precisiamo che il tutto si trova nel Comune di Montelibretti) ed avessero anche montato qualcuno dei sessanta cavalli (più i sette di riserva).

Brilla l’ Heroico Colegio Militar

Ed invece i nostri pentatleti ottennero risultati inferiori all’attesa. Il migliore fu Facchini (14° su Zufolo); Scala (su Baldo) 43° e Giunta (su Scala, che era il nome del suo cavallo e non del collega in azzurro…) cinquantatreesimo.

I più bravi furono i Messicani, primi individualmente ed a squadre. Il migliore fu il tenente di cavalleria Sergio Escobedo che montava Aletta, baio oscuro; ottavo il collega Antonio Almada su Uranio I e ventesimo Jose Perez su Banana. I tre cavalieri appartenevano all’ “Heroico Colegio Militar” di Città del Messico. Ci crederete o no, nel gennaio del 1957 (reduce dai Giochi di Melbourne) fui ospite di quella storica istituzione che si fregiava del doppio oro olimpico ai Giochi di Londra 1948. Per i cultori delle faccende equestri ricorderò che in quella occasione i cavalieri messicani nel salto ad ostacoli individuali furono d’oro con Humberto Mariles ed argento con Ruben Uriza; insieme ad Alberto Valdes vincitori nella prova a squadre.

Perché soggiornai in quello storico edificio che ora è un Museo? Perché ero ufficiale dei bersaglieri e per gli ospitali colleghi dell’Esercito messicano non sarebbe stato dignitoso soggiornare in un albergo, fosse pure l’Hilton …

Anche durante i Giochi di Roma militavo ancora nel corpo. ed ero ovviamente in uniforme durante le gare. Debbo ammettere che il mio compitò durante quei Giochi fu solo quello di collaborare all’ approntamento del percorso della conclusiva corsa campestre, che si disputò nel raffinato ambiente del Circolo del Golf all’Acquasanta.

C’era anche il “nipote” della Torre Eiffel

Durante la prova equestre a Passo Corese, il colonnello Renzo Bonivento mi presentò ad alcuni illustri personaggi della Unione Internazionale del Pentathlon Moderno (sport “inventato” da Pierre de Coubertin). Fra questi il Generale svedese Sven Thofelt, olimpionico nel 1928 ed il signor Renè le Grain – Eiffel, nipote di Gustav (quello della torre…) ed entrambi membri della Giuria di Appello.

Renzo Bonivento, gran cavaliere, distinto gentiluomo ed anche ricco di quell’ironica verve peculiare dei Sassaresi, così mi presentò: “Questo nostro prezioso collaboratore è nato in provincia di Nuoro e lì esistono due sole categorie di persone; o sei Carabiniere o bandito”.

I due illustri personaggi stettero al gioco e mi chiesero a quale delle due confraternite appartenessi. Mi salvai in corner: “La mia uniforme dimostra che non sono carabiniere…”

Riscossi un certo successo. Debbo ricordare che Bonivento aveva partecipato ai Giochi di Berlino montando Osoppo. Lo stesso cavallo il 27 ottobre 1938 stabilì a Piazza di Siena, montato dal Capitano Tonino Gutierrez dei Cavalleggeri di Sardegna, il primato mondiale di salto in elevazione superando una barriera di metri 2,44, esattamente l’altezza della traversa della porta di calcio. Il giorno dopo ricorreva il sedicesimo anniversario della Marcia su Roma e Mussolini fece montare l’ostacolo nel cortile di Palazzo Venezia. Ricevette Gutierrez (su Internet è reperibile il filmato LUCE dello storico evento) e si congratulò, affermando che lui al massimo aveva saltato 1.60. Lo zelante Achille Starace lo corresse: “Duce, era almeno 1,70!” e Tonino Gutierrez, serafico, chiuse la questione con un salomonico: “Facciamo 1,50 e non se ne parli più!”.

Un doveroso viaggio a Cagliari

Ho parlato a lungo di Bonivento perché aveva curato la preparazione dei cavalli del pentathlon. Insieme a lui aveva operato un altro grande cavaliere sardo, Paolo Racugno. Non anticipo niente, ma sto partendo per Cagliari, dove nei prossimi giorni festeggerò con lui una importante ricorrenza. Ne parleremo il prossimo lunedì e anticipo che sarà una bella storia, Soprattutto olimpica.

Concludo con una notazione sicuramente nota agli appassionati di sport equestri. Il record di Osoppo migliorava il precedente 2,38 di Vol-au- vent, cavallo di Christian Marie Ferdinand de le Crox de Castries, che nel 1954 fu l’ultimo comandante francese nella battaglia di Dien Ben Phu, sconfitto dalle truppe di Gap. Sic transit …

 

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