- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Piste&Pedane / Indoor: primi acuti dal giovane sprint

Mercoledì 1 Febbraio 2017

tortu-1 2

di DANIELE PERBONI

Inverno scoppiettante, con tanti ottimi risultati, specialmente nell’attività sotto tetto. Sorrisi a trentadue denti per dirigenti, tecnici e atleti dunque? Diciamo che potremmo essere ottimisti, dice quel tale, sì, quel tale che scrive sul giornale (parole ignobilmente copiate da una canzone di Vasco Rossi: Vado al massimo, ma che abbiamo ascoltato veramente…) È fuor di dubbio, comunque, che leggendo le cronache di questi ultimi quindici giorni non poche soddisfazioni sono arrivate dalle piste. Primati personali migliorati, se non sbriciolati, prestazioni che collocano diversi atleti fra i primi al mondo o in Europa, tenendo ben presente, però, che siamo solo all’inizio. l conti “veri” verranno fatti a fine marzo, quando cesserà l’attività indoor. Su tutti questi positivi risultati, spiccano due performances che personalmente ci piacciono assai. E non ce ne vogliano gli altri protagonisti, compresi allenatori e personale al seguito.

Filippo Tortu (nella foto presa agli Europei) lo scorso 28 gennaio a Magglingen (Svizzera) ha migliorato uno dei più longevi primati nazionali juniores. Con 6”67 in batteria e successivamente 6”64 nella finale (dove ha vinto), ha cancellato il 6”68 che Pierfrancesco Pavoni deteneva dal lontano 6 marzo 1982 (Milano). Il giovane velocista lombardo, di origini sarde, ha demolito ovviamente anche il personal best (6”95), centrato nel 2014 sulla pista di Ancona. Che il ragazzo fosse un piccolo campione, già lo si era visto la scorsa estate, quando agli Europei di Amsterdam aveva raggiunto la semifinale, centrando un più che lusinghiero (almeno per noi italiani) 10”19.

Anche in quella occasione tolse il record juniores a Pavoni. Ecco il suo racconto: «Mi sono davvero divertito. Dopo sette mesi avevo proprio bisogno di spezzare un po’ gli allenamenti con una bella gara. Alla fine è uscito il tempo che più o meno mi aspettavo. Meglio la finale della batteria, però! (…) Al di là del crono, in batteria forse sono rimasto un po’ troppo contratto e mi è costato qualcosa nell'avvio. Tutto molto più liscio in finale, per fortuna».

Sulla scia di questo ottimo tempo molti si aspettavano di rivederlo ancora in pista. Invece… «One touch and run! I 60 metri non sono il mio mondo. Quest'anno, come ho già detto, punto ancora sui 100 metri agli Europei U20 di Grosseto e sogno i Mondiali assoluti di Londra. Forse ci sarò agli Assoluti Indoor di Ancona, ma solo per vedere mio fratello Giacomo che oggi qui ha fatto il personale sui 60 (6.92, ndr)». Fine dei giochi dunque. Qualcuno potrebbe storcere il naso, ma sino ad ora sembra proprio che il padre allenatore non abbia sbagliato alcunché nella preparazione. Calma e gesso sembra la filosofia dei due. Che ne pensa il nuovo ct Locatelli?

Il secondo protagonista, meglio dire due, di questa rubrica sono un “vecchio” attore delle piste e delle pedane italiche: Andrew Howe ed il suo nuovo allenatore. Ad Ancona Howe è ritornato alle gare atterrando a 7.89. Era da oltre sei anni che il recordman italiano dell'Aeronautica, tra problemi fisici e di natura tecnica, non riusciva ad esprimersi su misure di questo livello. Argento mondiale 2007, campione europeo outdoor (2006) e indoor (2007), bronzo mondiale indoor (2006), Howe detiene i primati nazionali sia all'aperto (8.47) che in sala (8.30). Ora si allena nuovamente in Italia, a Castelporziano, alle porte di Roma, e sembra fare copia fissa con un vecchietto che di salti ne capisce qualcosina… Fabrizio Donato.

Il vecchio Donato (41 anni il prossimo 14 agosto) e il non più bambino Andrew (31 anni) si sono trovati e subito hanno fatto copia. «Si è creata una gran bella alchimia», racconta il ciociaro.

«È una situazione unica, nel nostro mondo è raro essere umili e mettere da parte le rivalità. La passione non è mai sbiadita, ma ora ho ritrovato la leggerezza. Soprattutto grazie a Fabrizio, un atleta che ha saputo trarre il massimo dal proprio talento ma soprattutto una persona straordinaria» gli fa eco il reatino.

Che sia la volta buona? Attendiamo, …
 

Cerca