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Italian graffiti / Nasce il ministero dello sport: al CONI esultano

Giovedì 15 Dicembre 2016

lotti

di Gianfranco Colasante

Per decenni al CONI si sono fatti venire l'orticaria al solo sentire le parole: ministero dello sport. Tutto dimenticato. Con i 169 voti al Senato entra nelle sue funzioni il nuovo esecutivo targato Paolo Gentiloni che quel ministero lo ha messo nel conto. Governo che, visti i nomi, si propone come la fotocopia sbiadita di quello presieduto dal dimissionario Matteo Renzi. Ma è anche difficile, proprio per quei nomi, non attribuire allo scout di Pontassieve la targhetta di grande manovratore (non per nulla qualcuno ha fatto notare che anche quando toccò a Renzi, i voti favorevoli si attestarono a 169). Si tratta, a ben vedere, del quarto governo "non eletto": non so se sia un record europeo, ma comunque resta un segnale preoccupante.

Governo fotocopia del precedente, quindi, ma anche qualcosa di più se si leggono le conferme e le poche novità alla luce dei risultati del recente referendum. Infatti i due fedelissimi di Renzi - la mano destra e la mano sinistra, fate voi, al centro del Giglio Magico - sono stati addirittura promossi, in una sorta di staffetta premio da far impallidire il ricordo del Mazzola-Rivera di mezzo secolo fa. Maria Elena Boschi (la più sconfitta da tutti gli italiani) è andata ad occupare la poltrona di sottosegretario alla presidenza del consiglio, in una sorta di posizione di controllo sull'operato del nuovo (anche qui si fa per dire) Gentiloni.

Al posto ch'era di Luca Lotti che quella poltrona ha lasciato con elegante piroetta per un'altra, certo meno comoda ma più importante, di ministro di un dicastero inedito che accorpa le deleghe all'informazione e comunicazione del governo al comitato interministeriale per la programmazione economica. Da far tremare le vene e i polsi, visti itempi: non bastasse, ecco lo sport, altro piccolo nido di vipere. E chi meglio di lui, che ha il passo del decisionista e giocava da centrocampista - più o meno il ruolo che più gli aggrada in politica - sui campetti toscani?

Chi sia il neo-ministro Luca Lotti lo togliamo dalla sua scheda politica. Nato ad Empoli il 20 giugno 1982, quindi nei giorni dei mondiali di Spagna, si è laureato a Firenze nel 2006 (altra data fausta per il calcio italiano) in Scienze di governo e amministrazione. Dal 2013 è alla Camera dei deputati, ovviamente eletto nei listoni nel PD, lontano parente del PCI. Delle qualità dell'uomo e del politico parlano i traguardi raggiunti. Inconfondibile per una certa eccitazione che lo accompagna sempre, e una chioma che rifiuta il pettine, anche per confondere l'incipiente calvizie (come sussurrano i maligni). Farà bene? Chissà.

Al CONI, dimenticate le preoccupazioni quotidiane che pure non mancherebbero, per quella nomina hanno esultato ("finalmente andremo a dama", ha commentato Malagò, rifugiandosi nei più rassicuranti giochi da tavolo). In televisione si è visto perfino il senatore Franco Carraro, autorevole membro di Giunta, correre ad omaggiare con pacche sulle spalle Gentiloni al termine del discorso programmatico. E sì che Carraro da anni alloggia alla corte di Berlusconi mentre Gentiloni giocherebbe nel campo avverso. Per di più Carraro è sempre stato il più fiero avversario della sola idea del ministero. Misteri della politica, del Nazzareno e delle (prossime?) future larghe intese.

Ora, diciamocelo a bassa voce, questo governo difficilmente durerà a lungo: uno dei suoi componenti più autorevoli, Giuliano Poletti, gli ha già dato un paio di mesi di vita. Ma se il suo programma appare raffazzonato, credo che nessuno abbia avuto tempo e modo di fornire indicazioni credibili al fresco ministro dello sport. Si è letto di diritti TV. Si è parlato di una legge quadro della quale, ad onor del vero, si sente la mancanza da almeno una quarantina d'anni. Legge che, pur se mai impostata (ma chi la scriverebbe?), richiederebbe una grande convergenza politica e, soprattutto, scelte molto coraggiose. A cominciare da un nuovo stato giuridico per il grande calcio che sprofonda nei debiti e riceve ancora contributi dal pubblico erario.

Staremo a vedere, quindi. Anche se viene il sospetto che gli sforzi del nuovo ministro potrebbero limitarsi a mantenere in vita i 97 milioni di euro proposti per far divertire i ricchi signori del golf. Volete mettere, ... con tutto il ritorno economico (due punti di PIL, vero?) promesso da Franco Chimenti e dagli altri promotori della Ryder Cup da disputare sul campo di Laura Biagiotti?

Forza giovane Lotti, non ci deludere. Almeno tu e in attesa di quel voto che un giorno o l'altro dovrà pure arrivare.  

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