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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

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Saro' greve! / Grazie, Evelina, per il super-porto di Ostia

Lunedì 5 Dicembre 2016

villaggio torino 2006

di VANNI LÒRIGA

Anche in questa puntata di “Sarò greve !” debbo far riferimento ad una pagina della cronaca locale (ed ora tocca al Messaggero) per rendere edotti i lettori non romani di SportOlimpico sui contenuti di una intervista alla signora Evelina Christillin, presidente dell’ ENIT. Chi non sapesse chi esattamente sia, può documentarsi sui siti Internet cliccando Evelina Maria Augusta Christillin, ex azzurra di sci alpino, nata a Torino il 27 novembre 1955 e coniugata con Gabriele Galateri di Genola. La super-dirigente indica ora il percorso da seguire per far rinascere il turismo a Roma. Piena di entusiasmo, innesta subito la quarta marcia e, inevitabilmente, inciampa nel primo gradino. Afferma infatti che “Torino sta raccogliendo ora i frutti delle olimpiadi invernali del 2006”, …

Detto e fatto: proprio in questi giorni si ripresenta il problema mai risolto del Villaggio Olimpico di Torino, il cosiddetto MOI (nella foto). Da anni, quello che avrebbe dovuto essere il quartiere modello di una città destinata a nuova vita dopo l’esperienza dei Giochi del 2006, è occupato da circa 1300 migranti che, a loro volta, soffrono per problemi legati alla mancata integrazione.

E le cose non vanno meglio negli altri siti olimpici.

Una pesante eredità

Vediamo. La pista di bob a Cesana, costata 140 milioni di euro, non interessa neanche più i ladri che hanno già portato via tutto ciò che avesse qualche valore. Del trampolino (trampolini?) non si ha neppure più il ricordo; l’Arena Ovale di Torino vive la sua tranquilla e precoce vecchiaia, praticamente inutilizzata.

Non entriamo nel dettaglio di entrate ed uscite. Presto (sono trascorsi solo dieci anni…) avremo il rendiconto ufficiale e conclusivo.

Marco Sampietro, che fu il “Ministro delle finanze” del Comitato Organizzatore dei Giochi, in una intervista rilasciata due anni fa a Marco Imarisio del Corriere della Sera, dichiarò: “A prescindere da come si organizzano, le Olimpiadi non sono mai state il modo migliore per spendere denaro pubblico”.

E nella stessa occasione la signora Evelina affermò: “Erano altri tempi. Oggi non credo sarebbe possibile pensare a qualcosa del genere”. Ma parlando di Roma 2024 dice ora che “il passo poteva e doveva essere fatto”.

Subito dopo, esattamente una ventina di righe più avanti della citata intervista al Messaggero, diventa però più prudente ed ammonisce: “… non dimentichiamo poi che può aversi anche l’effetto di chi rinuncia a essere in una città proprio perché c’è quell’evento. Atene nel 2004 era vuota. Londra nel 2012 ha attirato molto meno delle attese”.

La sconsiderata affluenza

Ed entra a gamba tesa nel territorio che ora presidia, quello del Turismo. Nell’assumere la carica di Presidente dell’Agenzia Nazionale ENIT ebbe a confessare, proprio al Corriere della Sera: “Non ho ricette in tasca. Ogni dieci anni invento un mestiere nuovo (ed è vero, è entrata ora anche nel Consiglio della FIFA, dopo le esperienze nel CONI e al Museo Egizio, …). Datemi sei mesi di tempo …”

Da allora, era il 23 giugno del 2015, attendiamo la buona novellano. Ed eccone finalmente una molto incoraggiante per la città di Roma.

“Va affrontato – dichiara tra l’altro - per esempio il tema dei torpedoni che arrivano da Ostia con le grandi navi, che rendono in modo sconsiderato meno sostenibile la fruibilità di Roma. Per carità, Dio ci scampi dal numero chiuso:ma si può rendere il turismo più sostenibile e fare delle politiche di destagionalizzazione e di decentramento”.

Scopriamo così che Ostia ha finalmente un porto per le grandi navi … Noi eravamo rimasti al porticciolo turistico, in cui mai sono entrate le navi del grande turismo e sono invece approdate solo le Fiamme Gialle, che il 27 luglio scorso hanno apposto i sigilli alla struttura.

Forse la signora Evelina, reduce dai trionfi di Torino Olimpica ed Egizia (ha "bruciato" perfino Il Cairo nella specifica materia), ha confuso Ostia con Civitavecchia, il più frequentato porto passeggeri del Mediterraneo (2 milioni e mezzo nel 2015).

Ma non stiamo a guardare il capello: piuttosto cerchiamo, come suggerisce l’accorta manager, di frenare questa sconsiderata affluenza nella Capitale italiana. Il segreto, come già detto, è quello di “modulare” l’arrivo dei visitatori. Boh?

Gli inutili lamenti
 
Se qualche schizzinoso lettore dovesse chiedersi che razza di lingua usi la signora Christillin, ho pronta la risposta: “Se Sparta piange, Messene non ride..”

Infatti la prossima puntata di “Sarò greve!” verrà dedicata al linguaggio usato dai radio-telecronisti dediti al calcio.

Per rimanere nel campo dell’italiano comprensibile a tutti (e soprattutto per tornare all’argomento delle candidature olimpiche romane) riporto alcune considerazioni sullo specifico argomento firmate da Pierluigi Battista sul Corriere sotto il titolo “Quegli inutili lamenti per l’ Olimpiade bocciata”.

“Se avessero scelto la strada dell’umiltà, se invece di lamentarsi dei rozzi ideologismi che avrebbero bloccato le magnifiche sorti della candidatura olimpica – scrive rivolto ai responsabili di Roma 2024 – magari sarebbero apparsi più convincenti ed avrebbero reso più ostica la strada del fronte contrario”.

E dopo aver ricordato la vicenda della famosa stazione ferroviaria (costata 90 miliardi di lire in occasione dei Mondiali di calcio) e per anni inutilizzata, parla dell’altrettanto famosa Città dello Sport progettata per il mondiale di nuoto.

Della quale città, uno dei punti di forza della candidatura olimpica, “è restata solo la Vela di Calatrava e pozzanghere, detriti e rovine…”

Se i volenterosi promotori di Roma 2024 “avessero detto: Cari romani, cari italiani, sappiamo che un cero sconcerto vi ha angustiato (per questo e per tanti altri problemi) … ma abbiamo imparato la lezione e non succederà nulla d’illecito … Ma non l’hanno fatto, sono stati arroganti con chi sollevava dubbi sulla sostenibilità della candidatura … Ora il lamento contro i cattivoni che hanno bocciato Roma 2024 è inutile”.

Parole molto chiare ma qualcuno, evidentemente, non le ha ancora capite.

 

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