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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

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Atletica Rio (6) / Le siepi parlano sempre piu' ... kiswahili

Giovedì 18 Agosto 2016

kipruto

di DANIELE PERBONI

I vecchi suiveur che frequentano gli stadi da tant’anni forse stanno inorridendo seguendo le gare di questa XXXI Olimpiade, la prima nel continente sudamericano. Poco pubblico, fischi e tifo calcistico contro chi disturba gli atleti casa, orari strambi, con finali piazzate nella tarda mattinata o a ridosso delle ore più calde della giornata. Va bene che in Brasile è la stagione invernale, ma siamo pur sempre in un paese tropicale, … Ma che volete farci? I dollari dei grandi network americani fanno gola. Accade così che la finale dei 3000 Siepi si accende quando il termometro segna 36 gradi centigradi. E chi poteva vincere? Quando le agenzie battono nome e nazionalità del nuovo campione olimpico, Conseslus Kipruto, keniano, campione mondiale a Pechino 2015, la notizia diventa una “non” notizia. Già, perché la vecchia ex-colonia britannica, quella che nella bandiera nazionale sfoggia uno scudo e due lance, con questo successo centra il nono oro olimpico consecutivo. Il bottino keniano sulle Ssiepi sale così all'undicesimo oro e aggiunge un altro bronzo, per un inarrivabile totale di ventitré medaglie.

No, non è un errore. Per vedere al primo posto un atleta di altra nazionalità occorre scorrere l’elenco fino a Mosca 1980, al tempo del boicottaggio statunitense e di parte dell’occidente per le noti ragioni politiche (l’invasione dell’Afganistan da parte dell’allora Unione Sovietica). In quell’occasione a vincere fu il polacco Bronislaw Malinowski. Da allora i corridori dell’altopiano più che un dominio hanno instaurato una vera dittatura, occupando, in molte occasioni, tutti i posti disponibili del podio. Uno dei pochi che riuscì a interrompere questa travolgente cavalcata fu Alessandro Lambruschini, terzo ad Atlanta ’96, fra un tripudio generale. A Rio è finita così: 1. Conseslus Kipruto (Ken) 8’03”28 (record olimpico), 2. Evan Jager (Usa) 8’04”28 (record personale), 3. Ezekiel Kemboi 8’08”47.

Conseslus, un talento prodigioso

È un talento prodigioso, Conseslus Kipruto. Anno dopo anno sta esplorando il suo enorme potenziale ed ha tutte le intenzioni di prendere il posto del suo idolo: Ezekiel Kemboi, il re di Londra 2012 e Atene 2004 e non lo nasconde: «Voglio essere come lui. Mi chiedo: se molti miei connazionali hanno iniziato dal basso per arrivare alle vette più alte dello sport, perché non posso farlo anch’io? Cosa mi impedisce di essere il migliore? Lo so che sono ancora giovane (è nato l’8 dicembre 1994), ho tanto da imparare, devo essere guidato ma voglio diventare il migliore di tutti».

Cresciuto dalla madre, Kipruto vede nello zio Cleofa Saina, medico presso il Referral Hospital di Eldoret, un maestro a cui affidarsi quasi ciecamente. E sotto la sua guida spirituale ha macinato successi sin dalle prime gare in pista, anche se all’inizio si era dedicato al calcio. «Ma quando mi hanno visto correre, i miei professori hanno detto che avevo un futuro nella corsa. Una volta a casa ho riferito tutto allo zio e lui felice ha risposto: “Hey, Conseslus, penso che un giorno vincerai l’oro per il Kenya”».

È stato di parola se nel suo curriculum può già vantare, oltre all’oro olimpico, due titoli iridati giovanili (under 20 e juniores) e due argenti ai Mondiali di Mosca 2011 e Pechino 2015). Con calma ma fredda determinazione ha cominciato ad inanellare una serie di vittorie che lo hanno portato a esplodere nel 2016. Dopo aver partecipato con discreto successo ad alcuni cross è ancora imbattuto nel circuito della Diamond League, dove ha vinto le prove di Doha, Rabat, Roma, Birmingham (con la miglior prestazione personale a 8’00”12) e Montecarlo.  Tanto per gradire.

Jager riporta sul podio delle Olimpiadi gli USA dopo 32 anni. Dopo due argenti lascia il podio olimpico il francese Mahiedine Mekhissi, e il vecchio Kemboi (34 anni), annuncia il ritiro: «Sono alla quarta Olimpiade, meglio dire basta. Oggi è la mia ultima gara». Ma le sorprese non sono finite. La Francia presenta ricorso e Kemboi viene squalificato, regalando così il bronzo al francese. A questo punto molti dubitano del suo ritiro. Sui social le polemiche si scatenano, … Rimandiamo il tutto ad altra puntata.

Chiaro scuro Italia

Sorride Yusneysi Santiusti per la qualificazione diretta alle semifinali degli 800 metri, grazie alla seconda piazza (2’00”45) conquistata con intelligenza e caparbietà. «Sono contenta, l’obiettivo era qualificarsi alla semifinale e fare un passo alla volta. Ho trovato un bel giro di gambe, controllando fino agli ultimi 150 metri e poi ho lanciato la progressione conclusiva. Mi sono detta: mi raccomando “Santi”, devi passare il turno e non bisogna restare chiuse. Ora la semifinale sarà un’altra gara, ma sono carica».

Tre nulli a Pechino 2008, tre nulli a Rio 2016 e biglietto di ritorno assicurato in anticipo. Inutile commentare oltre la prestazione del martellista Marco Lingua, … Nello stesso gruppo dell'azzurro, clamoroso colpo di scena: Pawel Fajdek, il campione del mondo e uomo da 83.93, fallisce la qualificazione. I 72 metri non sono sufficienti per il 27enne polacco, superfavorito per l'oro, ma che anche stavolta (3 nulli per lui a Londra 2012) manca l'accesso in finale.

Il podio del lungo donne non cambia padrone: se lo tiene ben stretto la 36.enne Tianna Bartoletta, già campionessa iridata a Helsinki 2005 (allora diciannovenne) e Pechino 2015. Plana letteralmente sull’oro al quinto turno, quando la connazionale già pregustava il trionfo. Ma, come detto, non aveva fatto i conti con l’oro olimpico di Londra 2012 nella 4x100. Sfoderando una rincorsa velocissima e azzeccando una pedana perfetta si mette al collo anche questo alloro. Ecco il podio: 1, Bartoletta (Usa) 7.17 (nullo, 6.94/+0,4, 6.95/0,0, 6.74/+0,2, 7.17/+0,6, 7.13/+0,8), 2. Britney Reese (Usa) 7.15 (nullo, 6.79/+0,3, nullo, nullo, 7.09/+0,4, 7.15/+0,6), 3. Ivana Spanoviz (Srb) 7.08, record nazionale (6.96/-0,1, nullo, nullo, 6.91/+0,4, 7.08/+0,6, 7.05/+0,7).

Donne, Giamaica e USA in cima al mondo

È nata una nuova stella? Parrebbe proprio di sì a giudicare da quanto fatto vedere a Rio da Elaine Thompson: oro nei 100 e doppietta sui 200 (21”78, e nuova miglior prestazione mondiale stagionale). Tutti aspettavamo un duello all’ultimo centesimo con l’olandesona tutta muscoli Dafne Schippers (campionessa mondiale in carica), ma duello non c’è stato. Troppo forte la sprinter giamaicana. Almeno per quest’anno sembra imbattibile. Le prime quattro: 1. Elaine Thompson (Jam) 21”78 (primato stagionale), 2. Dafne Schippers (Ned) 21”88 (primato stagionale), 3. Tori Bowe (Usa) 22”15, 4. Marie-Josee Ta Lou (Civ) 22”21 (record nazionale). Lo schiaffo dei Mondiali di Pechino 2015 è stato restituito e le parti si sono invertite. Non la prende bene la campionasse europea. Impietose le telecamere la “beccano” mentre smoccola e si agita. Perdere non piace a nessuno, tantomeno a chi non è abituato a sentirsi respingere…

Ai Giochi manca la neoprimatista del mondo, la statunitense Kendra Harrison, vittima più illustre dei Trials di Eugene. Ma a guardare l’ordine d’arrivo della finale olimpica dei 100 ostacoli, non si può dire che le ragazze a stelle strisce ne abbiano risentito. La tripletta è servita: 1. Brianna Rollins, l’oro mondiale di Mosca 2013, 12”48 (0,0), 2. Nia Ali 12”59, 3. Kristi Castlin 12”61. Il resto del mondo non può far altro che inchinarsi.

Spettacolo puro nelle semifinali dei 200 metri. A offrirlo al pubblico è, come sempre, sua maestà Usain Bolt. Tanto per cambiare vince la sua serie correndo per non più di 120 metri. Per il resto si diverte (19”78) permettendo così al canadese De Grasse di finirgli vicinissimo e centrare il record nazionale (19”80). Fuori, a sorpresa, Justin Gatlin che non riesce ad andare oltre un modesto (per lui) 20”13, primo degli esclusi. La lista dei finalisti:Bolt (Jam) 19”78, De Grasse (Can) 18”80, Merritt (Usa) 19”94, Lemaitre (Fra) 20”01, Edward (Pan) 20”07, Gemili (Gbr) 20”08, Guliyev (Tur) 20”09, Martina (Ned) 20”10. Notiziona! Quattro europei in finale. Urca che sorpresa! In pista anche Matteo Galvan. Affaticato dai turni precedenti , conclude 24° (20”88) su 24 semifinalisti.





 

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