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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





FuoriOnda / La maledizione e il valore dei "quarti posti"

Sabato 13 Agosto 2016

zublasing

di FIAMMETTA SCIMONELLI

I quarti posti fanno male, scatenano la rabbia che spesso si traduce in pianto. E’ umano e inaccettabile, ma vanno incassati non disprezzati. Perché arrivare quarti all’Olimpiade è sempre un traguardo importante, che racconta la fatica e l’impegno delle qualificazioni per raggiungere la finale. Che certo è sì il sogno sfumato, ma non la fine ingloriosa di una gara ad altissimo livello, combattuta con tutte le forze. Quando gli atleti si accorgono che i primi e i secondi sono imprendibili, si scatenano e lottano almeno per il bronzo. Qualche volta vincono la battaglia, ma altre no. Nulla toglie alla bellezza del loro tentativo, allo sforzo indicibile per raggiungere il traguardo, alla volontà che ci mettono per combattere la sorte avversa, per non uscire dall’Olimpiade senza un metallo che, indipendente dal suo colore, li farebbe gridare di gioia.

La storia dello sport di tutti i Paesi è accompagnata da questo risultato, e tanti atleti soffrono per non essere riusciti a fare di più.

Per rimanere in periodi recenti anche l’Italia ne ha collezionati parecchi. A Londra, due con Cagnotto (nei 3 metri e nel sincronizzato con Dallapè), due nella ginnastica (Ferrari nel corpo libero e Busnari nel cavallo con maniglie), uno nella scherma con Baldini nel fioretto individuale, uno nel canottaggio (Carboncini-Mornati nel Due senza), uno nell’atletica (Greco nel triplo) e uno nella vela (470 con Zandonà-Lucchetti).

Anche a Rio siamo partiti bene. Hanno iniziato le splendide ragazze del tiro con l’arco (Lucilla Boari, Claudia Mandia, Guendalina Santoni), mai così in alto nelle prove femminili a livello olimpico. Poi è stata la volta di Federica Pellegrini nei 200 stile libero. Quindi ancora due quarti posti per il canottaggio: nel 4 senza p.l. (Stefano Oppo, Martino Goretti, Livio La Padula, Pietro Ruta) e nel doppio senior (Francesco Fossi, Romano Battisti). E poi la sfortunata prova di Petra Zublasing (nella foto), che dopo una gara perfetta di qualificazione, ha ceduto di pochissimo la medaglia in finale. Per concludere la giornata con un altro quarto posto colto dalla squadra maschile di fioretto.

Ma tutto questo, e quello che ancora può accadere da qui alla fine dei Giochi, deve far riflettere che l’Italia ha presentato atleti molto preparati, che hanno combattuto senza risparmiarsi e che hanno perduto di un soffio la gara della vita. Naturalmente tutti speriamo che i tentativi si trasformino in successi, ma se questo non dovesse accadere, fuori il cappello per chi termina al quarto posto o comunque per chi conquista le finali.

Purtroppo questo interesserà poco chi valuta e conta soltanto le medaglie, perché il numero e il colore valgono per quella maledetta classifica per Nazioni, che continua a sopravvivere per ragioni sconosciute. I Giochi Olimpici infatti premiano soprattutto gli atleti e le squadre migliori, non i Paesi che rappresentano.

I quarti posti quindi non devono essere sottovalutati perché onorano comunque la tecnica, la preparazione e la volontà dei campioni partecipanti: e chi li disdegna guarda lo sport con occhio miope e ragionamenti pericolosi.

 

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