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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
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Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
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Tennis / Internazionali: ma che fine hanno fatto gli italiani?

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Sabato 21 Maggio 2016

murray

L'edizione n. 73 degli Internazionali (4.771.360 euro di premi) è ormai in archivio. Il momento tecnico più elevato, la finale tra Andy Murray e "Nole" Djokovic, vinta in appena due set (6-3, 6-3) dal campione olimpico che ha festeggiato il ventinovesimo compleanno con una torta da 750.000 candeline. Auguri. La sconfitta del sorridente Novak ha più di un'attenuante, ma lo scozzese non ha rubato nulla. E può vantarsene. Per trovare un'altra vittoria inglese a Roma bisogna fare un viaggio nella storia e risalire fino al ... 1931, quando George Hughes ebbe la meglio in tre set su uno dei celebri moschettieri di Francia, Henri Cochet. Non metterebbe a questo punto neppure ricordare, al femminile, la quarta vittoria di Serena Williams, arrivata fino a Roma per vendicare lo schiaffone preso a New York da Roberta Vinci (fermatasi al primo turno).

Fin qui tutto nella norma, tanto più che il grande circo si è già spostato sotto la torre Eiffel per il Roland Garros. I calendari, gli sponsor e le televisioni non danno tregua. Spenti i riflettori, gli organizzatori (federtennis e CONI) hanno fatto un po' di conti e si sono compiaciuti a vicenda. Neanche la pioggia, a volte torrenziale, ha tenuto lontano il pubblico dal Foro Italico e dal botteghino, con incassi mediamente superiori al 30% e più rispetto allo scorso anno. Ma, come in tutte le storie, c'è sempre un rovescio. Tanto più nel tennis, ...

Nulla da eccepire sul piano economico, investimenti e ritorni, ma va notato che alla grande festa mancavano proprio i padroni di casa. Almeno i giocatori. Tra mondanità e VIP (tanti), stand (affollatissimi) e caccia al gadget il particolare deve essere sfuggito. Si dirà che in tempi di globalizzazione, si tratta di una incidenza trascurabile, ma dovrebbe lasciare pensare. Non è infatti un dettaglio che nessuno dei giocatori italiani, sia uomici che donne, abbia superato il secondo turno. Anzi, ad essere precisi, c'è stata una sola vittoria (Andreas Seppi) su tredici singolari.

Un bilancio negativo che di più non si può. E che va a sommarsi all'eliminazione dalla Federation Cup, a una permanenza in Davis da difendere, al ritiro acclarato della Pennetta, quello annunciato della Vinci, alle baruffe tra federazione e Camila Giorgi, a qualche strascico di scommesse e squalifiche. Insomma, per chi volesse, ci sarebbe molta materia per rimboccarsi le maniche. Con la speranza di ridare corpo a un movimento non proprio in salute. Pare un po' la sorte di tutto lo sport italiano, ma nel tennis stride di più.

Anche sul futuro del campo grava qualche incertezza. Tanto che il presidente Malagò è tornato sul vecchio progetto della copertura e dell'aumento della capienza del Centrale. Tutto da verificare con cin costi e permessi. E' anche vero che non sono mancati siparietti e celebrazioni, che hanno il torto di guardare al passato. Come la premiazione della squadra vincitrice della Davis dimezzata del 1976 o i consueti riconoscimenti alle vecchie glorie Pietrangeli e Lea Pericoli. Non ci siamo fatti mancare neppure un libro di giovani narratori edito dalla Nave di Teseo, l'ultima avventura editoriale di Umberto Eco.

Tutto bene per immagine e spettacolo, ma chi va sul campo?  

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