- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Focus / Qualche riflessione (fuori dal coro) su Roma 2024

PDFPrintE-mail

Giovedì 17 Marzo 2016

tor vergata

di LUCIANO BARRA

Meritano una riflessione alcune dichiarazioni apparse recentemente sulla stampa circa la Candidatura di Roma 2024. La prima è quella del Presidente del CONI sul fatto che “una buona candidatura non porta più voti, mentre una cattiva candidatura ti può far perdere voti”. O qualcosa di simile. E’ una dichiarazione interessante e sollecita un commento. Devo dire, tristemente, che come già scritto precedentemente molte cattive candidature hanno vinto nel recente passato: Londra, Rio, Sochi e PyongChang che erano peggio di Parigi, Madrid, Salisburgo e Monaco di Baviera. Hanno vinto causa le forti influenze politico/commerciali, salvo poi costare molto di più di quanto previsto (3/4 volte Londra). Sospendo il giudizio su Tokyo che nel frattempo ha già cambiato 11 venue su quelle presentate ed ha aumentato i propri costi infrastrutturali di un terzo. Senza parte del ridimensionamento dello Stadio.

Quindi anche una cattiva Candidatura può risultare vincente. Ma quali sono le conseguenze di una cattiva Candidatura? Moltiplicare i costi e spesso rendere più difficile l’organizzazione. Dubito che a Roma 2024 convenga percorrere questa strada. Una buona Candidatura invece presenta due vantaggi: il primo è che rende più facile una eventuale futura organizzazione e il secondo che, in caso di sconfitta, lascia qualcosa di positivo alla città. Questo è il motivo per cui Roma deve presentare una buona Candidatura. Voti o non voti.

A PROPOSITO DI BUDGET.  La seconda dichiarazione è sempre del Presidente del CONI quando dice testualmente:  “La nostra Candidatura presenta il budget più basso nella storia delle Olimpiadi”. Ciò mi ricorda un caro amico romano che continuamente mi diceva di andare nei migliori ristoranti di Roma e di non spendere mai più di 30 euro a pasto. Un giorno capitai in uno di questi ristoranti e, conoscendo bene il proprietario, al momento del conto, ben più salato dei fatidici 30 euro, gli chiesi perché il nostro comune amico ne spendesse sempre e solo 30. E lui candidamente rispose: “ma lui ordina sempre solo il primo, la frutta e un bicchiere d’acqua!"

Morale: la nostra può apparire una Candidatura low cost solo in funzione di cosa in essa viene incluso. Ho già scritto che secondo la mia personale esperienza l’attuale proposta vale 4 miliardi sulle spese d’organizzazione (spese dell’hardware della sicurezza incluse) contro i 3,2 previsti, avendo comunque garantito oltre il 70% del finanziamento e altri 4 miliardi (incluso un miliardo per il software della sicurezza) contro gli ottimistici 2,1 per le infrastrutture Olympic related. Sono costi onesti, e realistici, di cui non c’è bisogno di vergognarsi. Dire diversamente significa percorrere la strada della cattiva Candidatura e sollecitare le critiche per mancanza di realismo e trasparenza.

Roma 2024 può oggi incassare forse la più importante notizia che poteva ricevere: il varo da parte del Governo del nuovo Codice degli Appalti. Inutile intrattenersi sulle lungaggini burocratiche delle precedenti normative che hanno e stanno causando inspiegabili ritardi nella costruzione di quasi tutte le opere pubbliche in Italia. Almeno questo eviterà la battuta famosa di un Membro del CIO quando disse: “Ma scusate, se gli antichi romani hanno impiegato otto anni per costruire il Colosseo, perché ora in Italia ci impiegate tanto di più?”. Più triste invece la notizia che il liquidatore del Comune di Roma, il Prefetto Stanca, ha cancellato l’Assessorato allo Sport e il relativo dipartimento è stato smembrato in due, finendo sotto tutt’altre competenze. Non un bell’esempio per una città Candidata ad organizzare le Olimpiadi.

La terza dichiarazione che vorrei commentare è quella rilasciata da Diana Bianchedi la settimana scorsa quando ha detto: “Sfrutteremo infrastrutture già pianificate”, parole che hanno provocato il titolo del Corriere dello Sport: “Roma, per i Giochi niente opere extra?” Scusa Diana, ma allora perché facciamo le Olimpiadi? Già a livello impianti sportivi siamo al minimo storico (senza fare commenti sull’aberrante affermazione che il 70% sarebbero già esistenti) per cui alla città lasceremo una ingestibile Vela di Calatrava (un edificio alto 70 metri che per riscaldarlo e condizionarlo costerà una fortuna), il Velodromo e un bacino acquatico previsto alla Magliana ancora tutto da capire. Di nuovo: ma perché allora Roma dovrebbe fare le Olimpiadi?

LA COLLOCAZIONE DEL VILLAGGIO.  Mi ha fatto piacere l’altro giorno, nel Salone d’Onore del CONI, in occasione della presentazione del libro su Bruno Zauli di Gianfranco Colasante, sentire da molti degli intervenuti la loro perplessità circa la collocazione del Villaggio Olimpico a Tor Vergata, contro la proposta del Comune che lo avrebbe voluto nei pressi dell’aeroporto dell’Urbe. Ma ancora più interessante è stato il commento da parte di un ex dirigente CONI, forse il più esperto al mondo in Villaggi Olimpici, che mi ha fatto riflettere ancora di più. Infatti, cosa potrebbe accadere in caso di un Villaggio così lontano dal Foro Italico?

Che molti Comitati Olimpici, per soddisfare le esigenze dei loro atleti e nuotatori, onde evitare due ore giornaliere di viaggio, cercheranno sistemazioni alternative più vicine al Foro Italico. In alberghi e altrove. E’ facile prevedere che per una soluzione del genere serviranno almeno 2000 posti letti (atleti, dirigenti e tecnici) per il 50% dei partecipanti. La zona Nord di Roma non garantisce una capienza di tale dimensione, senza calcolare i problemi organizzativi e logistici che ciò potrebbe creare. Ma non varrebbe la pena utilizzare la zona dell’Urbe, oltre che per Villaggio Media, anche come altra risorsa logistica?

Ciò chiama in causa la pianificazione dell’aspetto logistico che non ho capito come il Comitato della Candidatura intende risolvere. Roma non è carente dal punto di vista quantitativo, d’altronde i Giubilei già organizzati sono una garanzia. Ma una cosa sono i pellegrini, un’altra cosa le diverse quantità stanziali per cui il Comitato ha l’obbligo di garantire alloggio e trasporti per oltre tre settimane. Mi riferisco alla Famiglia Olimpica (2000 stanze) , ai media della Stampa scritta e televisiva (25 mila persone), ai Giudici internazionali (3000 persone), ad atleti,dirigenti, ufficiali ed extra (20 mila persone). Per tutti questi non solo bisogna garantire alloggio a prezzi concordati, ma anche il trasporto organizzato dall’albergo alle diverse venue.

E considerando i problemi della mobilità a Roma, questo è di certo il problema più delicato. Per la Famiglia Olimpica si intende percorrere la suggestiva ed intelligente proposta ideata per il 2004 da Raffaele Ranucci (oggi senatore PD) di promuovere Via Veneto, con i suoi 12/14 alberghi, come sede della Famiglia Olimpica, visto che Roma non ha la possibilità di accogliere questa categoria di ospiti in maniera compatta altrove? Senza dimenticare che Roma e Via Veneto offrono ancora un albergo – l’Hotel Flora – che ospitò il CIO nel lontano 1960.

DOSSIER A CONFRONTO.  Un veloce commento, infine, sull’analisi ed il confronto pubblicato da un quotidiano sportivo sulle varie Candidature Olimpiche, in base a cui Roma 2024 sarebbe la migliore Candidatura. Personalmente non mi sono ancora addentrato su tale analisi, impossibile fino a quando i diversi Dossier non saranno completati. Sono anche curioso di vedere cosa Around the Rings e SportIntern pubblicheranno in merito.

Vorrei solo far notare che l’analisi proposta si basa su due valutazioni discutibili: quella relativa agli impianti esistenti e ai trasferimenti. Parlare del 72,5% di impianti già esistenti non è solo fuorviante, ma falso, soprattutto se fra questi impianti vengono considerati parchi e zone archeologiche. Ma su questo aspetto ho già scritto e, soprattutto, hanno scritto anche molti altri. Circa i trasferimenti basterebbe andare su Google Map e vedere a traffico zero quali sono i tempi di percorrenza fra Tor Vergata e lo Stadio Olimpico e fra Tor Vergata e la Nuova Fiera di Roma. Non dimenticando che bisogna poi aggiungere una ventina di minuti fra l’uscita dal Villaggio e l’arrivo alla zona i drop-off del Foro Italico.

Io trovo giusto che i giornali sportivi spingano la Candidatura di Roma 2024, ma dovrebbe essere loro compito anche di pungolarla ad essere migliore, a lasciare qualche cosa di concreto per il dopo Olimpiadi e concorrere a non illudere la pubblica opinione.
 

Cerca