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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





CONI / Rivivono al Foro Italico il volto e la cultura di Bruno Zauli

Lunedì 7 Marzo 2016

libro

Posti in piedi (o quasi) nel Salone d'Onore del CONI, giovedì scorso, per la presentazione del volume di Gianfranco Colasante: "Bruno Zauli, il più colto uomo di sport". Un bell'avvenimento e una piacevole occasione di incontro tra forze vecchie e nuove dello sport italiano che, lo si ricordi, in Zauli ha avuto uno dei (due) protagonisti più importanti per la sua sopravvivenza alla guerra e fino a Roma '60. A Zauli, non di meno, si deve il passaggio sul versante sportivo - non privo di tensioni e di sofferti traumi ideologici - tra la dittatura e la democrazia parlamentare. Ma anche la stesura di un nuovo modello che, superando finalmente lo Sport di Stato instaurato in regime fascista, si è sviluppato aprendo la strada che, sia pure tra storture ed eccessi professionisti, porta fino ai giorni nostri. Se immaginare e prevedere il futuro, meglio ancora disegnarlo e realizzarlo, è prerogativa degli uomini grandi, Zauli è stato un grande uomo. Anzi, un grande Uomo.

Tutto questo, e molto altro, si colloca all'origine di questo ponderoso libro di 500 pagine, secondo titolo della "Collana di Cultura e Storia dello Sport" edita da GarageGroup Srl. Libro che, prendendo lo spunto dalla vicenda terrena, personale e sportiva, di Zauli, riscrive in maniera totale gli avvenimenti dello sport nazionale per il suo quarantennio più importante, quello che va dai primi anni Venti ai Giochi romani. Colmando una lacuna che aveva in passato consentito molte narrazioni, più esatto sarebbe dire interpretazioni, parziali e spesso ideologicamente marcate.

Alla riuscita della presentazione - fatta salva la cornice di solennità del Foro Italico, che per anni è stata anche la "casa" di Zauli - hanno dato risalto grandi atleti e numerosi dirigenti che hanno scavato orme importanti nelle nostre vicende sportive e nazionali. A dare il segno e il fascino del tempo ha contribuito, in apertura, una proiezione di immagini simbolo sulla vita di Zauli, dagli anni napoletani fino agli ultimi giorni di vita (Zauli si è spento nel dicembre del 1963, a sessantun'anni), cui molto aggiungeva una splendida colonna sonora. Così come la carrellata a colori degli impianti olimpici di Roma com'erano al tempo dei Giochi e come, purtroppo, non sono più oggi.

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Dopo l'apertura da parte del presidente Giovanni Malagò, Mario Pescante (chi meglio di lui, nelle sue molte stagioni?) ha tenuta una appassionata rievocazione di Zauli, innervata di ricordi personali. Quindi hanno preso la parola Fabio Pigozzi - rettore dell'Università del Foro Italico -, che ha ricordato come sia stato Zauli a ricostuire l'ISEF sulle macerie dell'Accademia di E.F. immaginando per primo la laurea in Scienze motorie, e il decano dei giornalisti sportivi, Vanni Loriga, che ha ricordato il fervore e l'umanità degli anni Cinquanta, che ebbero il clou nel passaggio dello sport sui banchi di Scuola. Dopo un breve saluto di Leonardo Zauli, hanno concluso le testimonianze di Salvatore Morale (fu Zauli a convicerlo a restare in atletica, fino al record mondiale del '62 e al "bronzo" di Tokyo '64) e Giacomo Crosa che sul solco dello sport conosciuto a scuola e sulla frequentazione della Scuola di Formia (altra pietra miliare posta da Zauli) ha costruito la straordinario gara di Messico '68.

Quando la riunione si è sciolta - dopo le conclusioni del segretario generale del CONI Roberto Fabbricini che, a suo tempo, aveva retto il gagliardetto del liceo Giulio Cesare ai funerali di Zauli, suo predecessore al Foro Italico -, molti tra gli intervenuti si sono meravigliati di come rapidamente, e non senza qualche punta di genuina commozione, fossero trascorse più di due ore.  

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