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Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Roma 2024 / Presentato il progetto: adesso va costruito il consenso

Venerdì 19 Febbraio 2016

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(gfc) Allora ci siamo: mercoledì 17, mentre la chiavetta Usb con la prima parte del dossier olimpico romano era in viaggio per Losanna - sede del CIO, giudice (per ora) inappellabile -, al Palazzo dei Congressi all'Eur veniva sollevato il velo sui progetti e sui misteri della candidatura. Una presentazione sontuosa, davanti a una platea affollata da un migliaio di spettatori di diversa astrazione e variegati interessi, politici compresi in prima fila, tutti in cerca di visibilità. Perchè, non lo si dimentichi, la tarda primavera porterà a Roma le elezioni per il nuovo inquilino del Campidoglio, un appuntamento che potrebbe riservare qualche sgradita sorpresa. Elezioni che dovranno ricomporre le tre componenti garanti del progetto olimpico: il CONI, il Comune, l'Esecutivo, frantumatosi dopo le dimissioni di Ignazio Marino, ch'era stato il firmatario a nome della Capitale. Sul palco, con consumata maestria, Giovanni Malagò e la direttrice Diana Bianchedi hanno fatto gli onori di casa. Sulle immagini scelte da Paolo Sorrentino e con l'impegno di Ennio Moricone a musicare l'inno ufficiale, l'idea guida che è emersa sembra essere la volontà di legare l'avvenimento olimpico al rilancio della città dai versanti artistico e culturale. Un'impresa molto impegnativa già negli enunciati.

Dopo il telegramma di incoraggiamento del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che non ha nascosto i rischi delle "zone grige" che minacciano la nostra vita pubblica, l'attenzione si è focalizzata sulle scelte operative, le linee sulle quale si indirizzerà il lavoro fino al 13 settembre del prossimo anno, quando una ottantina di membri del CIO formuleranno la loro scelta tra Roma, Parigi, Los Angeles e Budapest (tutte accomunate nelle stesse ore da cerimonie simili, sia pure con modalità e risalto differenti).

Le cifre - Secondo quanto rivelato il costo presunto non dovrebbe eccedere i 5,3 miliardi di euro: 2.1 per gli impianti permamenti, il resto per gli impianti temporanei. Cifre che ovviamente non tengono conto delle spese per le infrastutture e, soprattutto, degli investimenti per la sicurezza (quantificati per ora in 800 milioni). Un tema, quest'ultimo, sul quale nel prossimo e meno prossimo futuro si giocherà la credibilità di tutti i governi europei, alla luce dei sommovimenti e delle minacce terroristiche che giungono da molto vicino alle nostre coste. I ricavi dell'intera operazione viene quantificata proprio in 3,2 miliardi di euro, soldi provenienti da "contributi CIO, sponsor, ricavi dalle trasmissioni TV, merchandising". In aggiunta si quantificano in 177.mila i posti di lavoro creati dall'evento con una incidenza positiva sul Pil dello 0,4%.

Gli impianti - Nulla di nuovo rispetto a quanto si sapeva. La proposta del comitato promotore si articola su tre poli: Foro Italico, Nuova Fiera di Roma, Tor Vergata (da costruire più che da ultimare e dove sorgerà il Villaggio Olimpico capace di 17.000 posti letto). Scelta, quest'ultima, che ha riaperto una vecchia ferita e rinfocolate nuove polemiche, anche a seguito di un'inchiesta pubblicata dall'Espresso a ridosso della presentazione. Che sostanzialmente ha rispolverato il dissidio con Marino che si era battuto per una localizzazione del Villaggio a Roma Nord, non lontano dal Foro Italico. Per di più la lontanza del Villaggio dai luoghi di gara per atletica e nuoto - come dire l'ossatura stessa delle Olimpiadi - non aiuta, anche per la difficoltà di creare una via di rapida comunicazione sul GRA.

Gli sport - Gli organizzatori parlano di un 70% degli impianti già pronti (lontana eredità di Roma '60?). Il presidente Luca di Montezemolo ribatte a ogni pie' sospinto che al Foro Italico - piscina e stadio Olimpico - "già da domani si potrebbe gareggiare". Poi, ad un esame più approfondito, si verifica che le faccende stanno in maniera diversa. La collocazione delle discipline segue di conseguenza, anche con qualche colpo di teatro con l'utlizzo di angoli della città meno deputate alle manifestazioni sportive. Questo è il caso del Laghetto dell'Eur scelto per il Triathlon, del Circo Massimo per il Beach-volley, dei Fori Imperiali con vista Colosseo per il Tiro con l'arco e il Ciclismo si strada, della malandata Villa Ada per la Mountain Bike. Il bacino di Canottaggio e Canoa dovrebbe essere scavato alla Magliana, ... C'è poi, neppure tanto in sordina, la questione irrisolta del Flaminio (Rugby a 7), per la cui sorte futura balla un contenzioso tra Comune e CONI dell'ordine di 6 milioni di euro. Vedremo. Le eliminatorie del torneo di Calcio verrano delocalizzate in giro per l'Italia, mentre per la Vela è stata scelta Cagliari.

Può bastare, anche perchè siamo solo al prologo e l'argomento sarà ripreso. Ma la vera partita si gioca sulla capacità della futura amministrazione cittadina (e del governo) di provare a cambiare Roma che ha raggiunto un insostenibile degrado, migliorando la vita dei cittadini. Si faccia o meno il referendum proposto dai radicali. Una consultazione, questa, che non dovrebbe spaventare. A patto che si lavori seriamente per trovare, o aumentare, l'adesione popolare alla proposta.

Lo stesso presidente Mattarella, che bene conosce il respiro del Paese, nel suo messaggio ha invocato "una unità di intenti". Alla fine pare proprio questo il terreno sul quale il comitato Roma 2024 dovrà operare: con l'obiettivo di costruire quel reale consenso nella città (ma anche nel Paese) che, in buona sostanza, resta il solo esame da superare a pieni voti. E al quale il CIO guarda con particolare attenzione.


 

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