- reset +

Giornale di attualita' storia e documentazione sullo Sport Olimpico in Italia

  Direttore: Gianfranco Colasante   

Gianfranco Colasante
BRUNO ZAULI
“Il più colto uomo di sport”




Gianfranco Colasante
MITI E STORIE DEL GIORNALISMO SPORTIVO
La stampa sportiva italiana
dall’ Ottocento al Fascismo
(le oltre 400 testate dimenticate)





Intervista con Luciano Barra / Il CONI, Malago' e Roma 2024.

Lunedì 14 Dicembre 2015

MALAGO-8

(gfc) A poco più di sette mesi dai Giochi Olimpici di Rio de' Janeiro, cominciamo ad esaminare come lo sport italiano si stia avvicinando a questo appuntamento. Con l'obiettivo puntato su Roma 2024 che sembra aver assorbito tutte le energie del Comitato Olimpico. Per iniziare pubblichiamo una intervista con Luciano Barra, un osservatore unico per la conoscenza del mondo olimpico che anche ai più distratti appare giunto a un bivio decisivo per il suo futuro. 


Luciano, per cominciare, cosa è accaduto fra te e Giovanni Malagò? Mi pare di ricordare che, prima e durante le elezioni, tu fossi stato un suo grande supporter. Ora, invece, lo attacchi spesso. Perchè?

- Da tempi non sospetti, credo dal 2007, ho fatto il tifo, e non solo, per lui. Il CONI aveva bisogno di un cambiamento per uscire dalla mediocrità che si rifletteva soprattutto sui risultati olimpici, sulla promozione dello sport a livello nazionale e sulla nostra inconsistenza a livello internazionale. Poi, per la verità, sotto elezioni credo di aver fatto qualcosa di più.

Ma tu ambivi a qualche incarico?

- No, e l'ho sempre fatto presente, sia per una impossibilità logistica, non vivendo io a Roma, che per una logica questione anagrafica. Lui, almeno fino a un certo punto, ha dimostrato di essere attento e sensibile ad alcune "memorie" che gli ho fatto avere su diversi argomenti, tipo la Preparazione Olimpica, la candidatura di Roma ai Giochi, l'attività internazionale e altro ancora. Ma poi ho capito che voleva essere "un uomo solo al comando", come ha detto l'altra sera Massimo Gramellini da Fazio, "i leader che rimangono nella storia sono quelli che si circondano di condottieri e non di camerieri". Io l'avevo capito quando Mario Pescante, una volta, mi disse "Cerchi gratitudine? Comprati un cane". Poi c'è stata la rottura sulla fiction su Mennea e su alcune sue dichiarazioni relative al passato.

Spiegaci meglio.

- Sulla fiction di Mennea non  ha voluto fare alcuna differenziazione, come hanno fatto altri, fra cui lo stesso presidente della FIDAL, tra la realtà dei fatti e la fiction che era piena di falsità storiche. Lui invece l'ha cavalcata e altro. Abbiamo avuto una telefonata burrascosa, nella quale gli ho chiesto di fare dei distinguo. Mi ha promosso che l'avrebbe fatto, ma ciò non è avvenuto. Poi, tutto questo voler distinguere tra il passato e quanto stava facendo lui, l'ho trovato ridicolo e inopportuno. Mi auguro che possa fare meglio dei suoi predecessori, ma ne dubito, visto che al momento forse ha superato il solo Gattai!

Come sintetizzeresti i due anni di Malagò alla presidenza del CONI?

- Ho ritirato fuori il libretto del suo programma e, durante la pausa natalizia, lo rileggerò con cura per fare al termine dei due anni un primo confronto tra quanto annunciato e quanto fatto finora. Ma al di là di questo, vedo un presenzialismo esasperato, con una ricerca all'apparire esagerata. In 34 anni di "regno", Onesti non ha avuto tante foto o interviste sui giornali di quante ne abbia collezionato Malagò in questi due anni. Al suo posto, invece di essere presente a tutte le cerimonie, le manifestazioni, le premiazioni possibili, senza essere in grado di portare "manna" (leggi risorse economiche), sarei andato a fare visita alle famiglie di tutti gli atleti del Club Olimpico. Un amico, a commento di un'altra farsa come la celebrazione dei 60 anni della Scuola di Formia, mi ha scritto: "Un mio collega, tempo fa, ha inviato una foto di un albero con foglie e radici e, sotto, era scritto che senza radici le nuove foglie difficilmente spuntano. Ecco, hanno tagliato le radici, speriamo per tutti che le nuove foglie possano lo stesso spuntare, verdi e rigogliose, anche se per quel poco di agronomia che conosco penso che la pianta avvizzerà piuttosto che infiorarsi".

Ma Malagò è un imprenditore di successo, molto bene introdotto politicamente e, poi, può contare sulla fortissima lobby del Circolo Aniene.

- Certo, penso che nessun presidente del CONI abbia mai avuto un rapporto tanto stretto con il Presidente del Consiglio, twett ed SMS a parte. Onesti aveva un meraviglioso (e utile) rapporto con Andreotti, e al massimo andava a casa sua qualche domenica pomeriggio per uno scopone o una briscola. Eppure, se facciamo l'elenco delle cose che, grazie ad Andreotti, Onesti ha portato a casa CONI, rispetto a quanto è riuscito a Malagò c'è un abisso. Circa poi i legami con l'Aniene, qualcuno come battuta, ma neppure tanto, dice: "ma perchè il CONI non trasferisce la sua sede all'Aniene?".

Cosa pensi della candidatura di Roma ai Giochi del 2024?

- Premetto che non posso essere contrario. Sono romano e ho lavorato per due candidature passate. Roma, come città, ha bisogno disperatamente dei Giochi Olimpici per uscire da una situazione di degrado, quasi da terzo mondo, in cui si trova confinata. Per questo sono invece contrario a "questa" candidatura che chiamerò "minimalista", dove si sente parlare solo di dove far svolgere le gare (in impianti "icona" che nulla aggiungeranno all'impiantistica cittadina, ferma ai residuati del 1960), ma soprattutto dove non si parla di tutte quelle provvidenze di cui la città avrebbe un bisogno disperato. Non ho mai sentito Malagò o Montezemolo parlare di questo. La sola che ha avuto il coraggio di elencare una serie di opere necessarie è stata Diana Bianchedi, appena nominata direttore del comitato. Forse lei, da milanese, sa cosa vuol dire una città efficiente. Su questa materia ho scritto molte pagine, anche se non sono un urbanista, ma l'esperienza acquisita con tante candidatuire olimpiche mi dice che senza un serio "master plan" sulla città e le sue lacune, non si va da nessuna parte. Più di un anno fa sono andato da Malagò e gli ho suggerito la necessità di un "master plan", ho ancora la memoria presentatagli. Dopo un po' Malagò, presente anche il segretario generale, mi ha chiesto cosa fosse un "master plan". Ad oggi Roma 2024 ancora non lo ha e non è certo l'indicazione di dove far svolgere le gare che può sostituirlo. Certo, con la totale assenza del Comune, tutto diventa più difficile.

Secondo te, che frequenti ancora assiduamente il mondo internazionale dello sport, Roma potrà vincere la corsa olimpica, ora ridotta a quattro?

- Si, certamente. Intanto, sul puro piano teorico, ha il 25% delle possibilità. Ma può anche contare sulla debolezza delle altre pretendenti, ognuna con i suoi problemi. Il CIO è così preoccupato della rarefazione delle candidature, che ha allargato non solo la borsa, ma anche le norme al fine di non rischiare di restare con le classiche mosche in mano. I problemi di Roma sono legati alla stabilità politica nazionale e cittadina, alla fluttuante situazione economica e, una volta avuti i Giochi, all'essere in grado di far fronte alle promesse. I fatti stanno lì a dimostrare che questa è la sfida più difficile per il Paese, causa norme e burocrazia garantiste che, in pratica, non garantiscono nulla. Ho scritto più volte che se Roma avesse avuto i Giochi 2004 non avrebbe potuto organizzarli. Per ricordare, il Raccordo Anulare a tre corsie, che doveva essere completato proprio per il 2004, è stato aperto nel 2009!

E cosa ci dici della federazione di atletica leggera?

- Ho fatto il tifo per Alfio Giomi perchè, nonostante alcuni errori, lo giudico ancora il migliore per la passione, la disponibilità e la competenza. Ma ora si gioca tutto nei prossimi 10 mesi e dovrà, con coraggio, realizzare quanto ha promesso, soprattutto in ambito tecnico. Ma mi sembra prigioniero di qualcosa che non capisco, forse del CONI stesso.

Parliamo un po' delle recenti vicende del presunto doping.

- Se potessi, consiglierei ad Andrea Camilleri di scriverci una fiction. Ci sono tutti gli elementi classici: spie, falsari, potentati, presunti colpevoli, mandanti, cialtroneria giornalistica, e quanto altro ancora. Nessuno ha voluto approfondire, e verificare, le notizie per chiarire che non c'erano i presupposti del doping. Ci sarebbero alcune domande da porsi. E se invece il tutto fosse nato perchè l'attuale Procura (o l'attuale CONI) avesse voluto rimarcare la presa di distanza dalla passata Procura (o dal passato CONI)? E' poi vero che l'ufficio stampa del CONI, qualche ora prima del comunicato ufficiale, aveva preannunciato le redazioni di tenere lo spazio per questa "bomba"? O non è vero che l'eventuale responsabilità di quanto accaduto è della Procura di allora che sarebbe dovuta intervenire sugli atleti? E che vuol dire che ora il CONI abbia messo a disposizione della FIDAL il suo valente avvocato per aiutarla ad uscire dalla rogna in cui è stata incolpevolmente posta? E perchè la FIDAL e il suo presidente non hanno tirato fuori le carte per dimostrare di non avere colpa alcuna? Ce ne sarebbe a sufficienza per una vera fiction di qualità, con tanto di assassinio.

Sei dispiaciuto se, a volte, per controbattere le tue tesi, ti rivolgono accuse per il passato?

- Potrei rispondere che tutto mi scivola addosso perchè chi lo fa è in malafede e lo fa per mettermi il "silenziatore". E' una vecchia strategia politica che si è diffusa nel Paese negli anni Novanta. Io ho i fatti (e se qualcuno li volesse, glieli posso far avere), la mia coscienza e il rispetto che tutti, in Italia come all'estero, dimostrano nei miei confronti.

Infine, che pensi della vicenda Alex Schwazer e la possibilità che Roma organizzi la Coppa del Mondo di Marcia per celebrare il suo rientro?

- Spero di non dover vedere Malagò e Giomi, in maglietta e calzoncini, che gli corrono accanto su via del Corso, a conferma di come per una eventuale medaglietta, si sia disponibili a sostenere tutto e il contrario di tutto. In nome dello sport, ovviamente.
 

Cerca