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Doping / Squalifica retrodata per i 26 dell'atletica?

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Sabato 5 Dicembre 2015

giomi

Doping alla FIDAL, atto secondo. Sono state ore di fibrillazione e frenetici contatti quelle seguite alla richiesta del procuratore Tammaro Maiello - procura antidoping presso il CONI - di squalificare per due anni 26 nazionali della federazione di atletica per violazione alla reperibilità relativa agli anni 2011-12. Anni nei quali sulla tolda della navicella CONI c'erano Giovanni Petrucci e Raffaele Pagnozzi, al termine del loro regno ventennale. Come si ricorderà, nel febbraio 2013 Pagnozzi tentò il gran salto verso la presidenza, ma venne battuto dai presidenti federali che preferirono puntare su Giovanni Malagò. Adesso Pagnozzi, da sempre legatissimo al senatore di Forza Italia Franco Carraro, sta tentando di rientrare dalla porta di servizio proponendosi alla Lega Pro, la vecchia serie C del calcio: un primo gradino verso la presidenza della FIGC? Ma questa è un'altra storia, tutta da verificare nei suoi sviluppi.

Tornando alle proposte di squalifica, il procedimento sanzionatorio dovrebbe tenersi tra gennaio e febbraio del 2016. Anche se alcuni fatti intervenuti - su tutte le dichiarazioni rassicuranti del presidente Malagò - lasciano intendere che una strada sia stata già trovata. Con piena colleganza tra CONI e FIDAL e con l'affidamento della linea difensiva collettiva all'avvocato Guido Valori, da tempo nella galassia del Comitato Olimpico. Tesi che punta sulla circostanza che agli atleti non sarebbe stato contestato il reato per cui si propone ora la squalifica. Si legge anche che la partecipazione ai Giochi (per chi avrà titolo per andarci) non sarebbe comunque a rischio.

La contestazione della NADO si rifaceva ai regolamenti della WADA circa la mancata segnalazione di reperebilità ad eventuali controlli antidoping. Qui, lo ripetiamo ancora, non si tratta di doping. Ma di mancato rispetto di regolamenti noti a tutti e che, comunque, prevedono delle squalifiche (le stesse, per ricordare, nelle quali incapparono i velocisti greci Kostas Kedéris e Ekaterini Thànou alla vigilia dei Giochi di Atene). Una rete a tutela stesa da tempo e nella quale sono incappati i 26 atleti per i quali è stata ora chiesta la squalifica di due anni. Da rispettare e soprattutto da far rispettare dalle istituzioni che dovebbero vigilare.

Ma, ci viene fatto notare, all'epoca dei fatti contestati, c'erano un'altra FIDAL e un altro CONI (anche se gli atleti sono sempre gli stessi). Quindi la tesi giuridica prevalente sembra quella di tutelare il futuro olimpico per chi lo potrebbe avere (ma non sembra essere la maggioranza dei 26) guardando al passato. Si andrebbe in soldoni verso una soluzione, come dire, all'italiana. Una squalifica (meno di 2 anni?) non per tutti, ma con effetti retroattivi, cioè che riguardi il periodo delle violazioni. Auguriamoci soltanto che non verranno squalificati solo quelli che hanno ... già smesso. Non sarebbe un bel segnale per la sbandierata riforma antidoping che adesso si affida ai carabinieri.

Intanto prendiamo atto delle dichiarazioni del presidente della FIDAL, Alfio Giomi, che ha annunciato le sue immediate dimissioni nel caso venisse squalificato Fabrizio Donato, il solo ad aver vinto una medaglia (di bronzo) ai Giochi di Londra 2012. Ma, se possiamo chiedere, perchè solo in quel caso?       

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