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Doping / Scandalo Russia: pulizia o solo maquillage?

Mercoledì 18 Novembre 2015

di LUCIANO BARRA

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E' innegabile che quanto accaduto nella settimana scorsa, ha segnato un momento altamente drammatico per l'atletica e per tutto lo sport. La decisione del Council della IAAF - a larghissima maggioranza (21 a 1) - di sospendere "indeterminatamente" la Federazione Russa di atletica leggera (ARAF) sta a dimostrare le reali intenzioni del nuovo presidente della IAAF Coe di fare pulizia in casa propria. In questo aiutato fortemente da CIO e WADA. Com'era prevedibile, dopo questa decisione, alcune preoccupazione sono sorte circa la necessità di dover difendere gli atleti "puliti" e, soprattutto, garantire loro la partecipazione a Rio 2016. Come detto, la decisione della IAAF è stata importante e coraggiosa, ma le vere difficoltà arrivano ora. La buona volontà è certo importante , ma bisogna ora stare attenti che interessi di natura superiore non mettano fumo o nebbia sui passi successivi.

Dal mio canto sono rimasto sorpreso nel leggere in questi giorni gli annunci del Ministro dello Sport russo quando ha affermato, come passo fondamentale per fare pulizia, che in tre mesi si terranno le elezioni dei vertici della Federazione russa. Tralascio le varie dichiarazioni dello stesso Ministro - tutto e il contrario di tutto - che stanno ad indicare la preoccupazione di salvare principalmente se stesso.

VERA PULIZIA?  Sarebbe un grave errore da parte della IAAF e del CIO considerare questo passo (l'elezione del nuovo presidente e dei consiglieri della ARAF) come un segnale positivo in vista dei veri cambiamenti. Si tratterebbe di un puro "maquillage" o, meglio, di un altro imbroglio. Non c'è bisogno di essere un grande esperto di affari russi per sapere che in Russia (come in diversi altri paesi ex-satelliti) chi comanda veramente è il Ministero dello Sport e non certo le Federazioni. Persino i Comitati Olimpici non hanno alcun potere sulle diverse Federazioni.

Conosco da circa 20 anni l'ex-presidente della federazione russa, Valentin Balakhnichev, dimessosi d'ufficio lo scorso anno sia dall'ARAF che dalla IAAF. Siamo stati seduti, l'uno vicino all'altro, per una decina d'anni nel Consiglio della Federazione Europea. Lo conosco quindi abbastanza bene e la mia lunga esperienza di rapporti con persone mi permette, se non di giurare sulla sua onesta, ma di giudicarlo incapace di fare le cose di cui è stato accusato. E per incapace intendo dire proprio "non capace".

Non posso dimenticare che, come l'anno scorso dopo le dimissioni (causa la grande quantità di casi doping in Russia) del capo allenatore della federazione russa, Valentin Maslakov, lo stesso fu poi nominato capo allenatore della velocità e vice di Yuri Borzakowski, il nuovo capo allenatore federale. Dissi allora a Balakhinichev che trovavo inopportuno il "riciclo" di Maslakov e lui, con grande innocenza, mi rispose che poco poteva contro il volere del Ministro. Ancora: mentre eravano a Zurigo, durante i Campionati Europei, alcuni giornalisti mi hanno chiesto com'era possibile che Viktor Chegin, capo allenatore dei marciatori russi, squalificato dalla sua federazione, potesse trovarsi sul percorso per seguire le gare di marcia.

IL CASO CHEGIN.  Contattai immediatamente il presidente della EA per sapere se lo stesso Chegin era stato accreditato, cosa che mi fu immediatamente esclusa. Ma il fatto che le gare si svolgessero sulle strade di Zurigo gli permetteva di seguire facilmente lo svolgimento pur senza accredito. Matej Toth, il marciatore slovacco che quest'anno si è laureato campione mondiale della 50 a Pechino, si chiese all'epoca: "Come è possibile che una persona senza accredito possa girare liberamente nella zona riservata agli atleti?".

Affrontai immediatamente, nell'albergo dove stavamo, Valentin Balakhnichev e gli chiesi spiegazione circa la presenza di Chegin sul percorso di Zurigo. E lui, disarmato e in evidente difficoltà, mi rispose: "Luciano, io non posso combattere contro il mio Ministro", facendomi capire che Chegin era protetto ed autorizzato ad essere presente dal Ministro in persona.

Adesso ci vogliono far credere che siano sufficienti le elezioni della Federazione per pulire l'intero edificio? Qualcuno dovrebbe avere il coraggio di dire: "Signor Ministro, non ci prenda in giro". Sappiamo tutti che in Russia - e forse anche in altri paesi ex-satelliti - tecnici, medici, laboratori doping, dipendono dal Ministero e non certo dalle Federazioni. Tutti sono posti sotto contratto e pagati, direttamente o indirettamente, dal Ministero. Chiedete per lumi a Fabio Capello.

Vogliamo veramente credere che quanto accaduto attorno al laboratorio anti-doping russo e con la RUSADA sia responsabilità della Federazione piuttosto che del Ministero? Speriamo che la IAAF e il CIO non si facciano incantare e non considerino il problema limitato alla sola Federazione russa. Ma spiace dirlo, ma imbrogli e corruzione, vengono da più in alto. Non possono coprirci gli occhi con le fette di prosciutto solo per salvare la partecipazione ai Giochi Olimpici.

GLI ATTACCHI A COE.  Negli stessi giorni, la stampa britannica ha attaccato Seb Coe per il suo silenzio durante gli otto anni da vice-presidente di Lamine Diack. Mi paiono critiche ingiuste. Io stesso, con una lunga lettera di sette pagine, avevo chiesto a Lamine di non ricandidarsi nel 2007, ma mai avrei pensato che il marcio fosse tanto profondo. E pare che altro fango debba presto uscire. Come dicono a Napoli? I figli so' pezzi 'e core?

Cosa avrebbe dovuto fare Coe? Battersi contro Lamine come un qualunque don Quijote de la Mancha? Cosa avrebbe ottenuto? Nulla. Bene ha fatto a stare pubblicamente tranquillo e cercare, dal di dentro, di cambiare le cose. E' vero che ora il vaso di Pandora si è aperto e non si può sapere quanti vermi ne usciranno.
      

 

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