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Baku 2015 / Ma questi Giochi Europei avranno un seguito?

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Martedì 16 Giugno 2015



(gfc) BAKU. "E' nato un bambino: tocca ora a noi farlo crescere", queste le parole con le quali Patrick Hickey - presidente dell'Associazione dei Comitati Olimpici Europei - aveva annunciato i primi Giochi Eruopei assegnati alla capitale dell'Azerbaijan. Più facile a dire che a fare. La decisione di istituire i Giochi Europei era stata presa nel corso della 41. sessione dell'ACNOE tenuta a Roma nel dicembre 2012. In quell'occasione i comitati olimpici si erano espressi con 38 voti favorevoli contro 8 contrari (e due astenuti). L'idea aveva avuto una lunga gestazione che risale almeno agli anni Settanta dello scorso secolo, ripresa con qualche interesse negli anni Novanta, sotto la presidenza di Jacques Rogge al CIO. Quella dei giochi regionali è una delle questioni più spinose sul tavolo olimpico. Sin dalla fondazione, il barone de Coubertin si era detto contrario, perchè in quella tendenza vedeva un attentato all'unità del movimento olimpico. Eppure, sin dai vecchi giorni, aveva dovuto arrendersi a fronte di una serie crescente di manifestazioni a carattere locale. Con la sua uscita di scena, ogni barriera venne a cadere. Oggi sono in calendario e disputati, sia pure con un interesse limitato, Giochi in ogni continente. Senza volerne rifare la storia, basta dire che quelli europei arrivano ora per ultimi. E con qualche forzatura. Vediamo.

La genesi di questi Giochi Europei va fatta risalire alla volontà del presidente dell'Azerbaijan, Ilham Aliyev, che è anche a capo del Comitato Olimpico. La città di Baku aveva già presentata la sua candidatura ai Giochi Olimpici del 2016 e del 2020, pur senza raggiungere la short list finale. Ora quell'idea ha subito un'accelerazione. La città è stata del tutto ridisegnata, affidandala a grandi firme dell'architettura internazionale. Sono stati costruiti un ventina di impianti di alto livello tecnologico ed estetico, tra i quali spicca un nuovissimo Stadio Olimpico da 68.000 posti. Ma quello che più colpisce è l'enorme sforzo economico affrontato e sostenuto, grazie soprattutto alle infinite risorse energetiche del paese, basate su gas e petrolio. Sforzo che, per quanto è dato sapere, non si esauriranno in questa rassegna. Già nel 2017 sono in programma i Giochi della Solidarietà Islamica, passando attraverso una prova della Formula 1 che sarà ospitata nel 2016. Ma ci sono alcune consideraziuoni da fare.

La prima riguarda la difficoltà incontrata a sistemare questi Giochi nei calendari internazionali, già molto congestionati. I soli 30 mesi trascorsi tra l'assegnazione e lo svolgimento hanno imposto una partecipazione nei diversi sport non sempre ad eguale livello tecnico. Come esempio si può partire proprio dalla squadra italiana (284 elementi, 164 uomini e 120 donne), presente in 23 discipline sulle 30 previste: sono stati portati a Baku atleti da medaglia per Rio 2016 (come avvenuto nei tiri nel loro complesso) accanto a giovani alle prime esperienze internazionali. Non per nulla la media d'età della squadra azzurra superava di poco i 23 anni. L'atletica ha dovuto rinunciare perchè il programma è stato limitato alle sole nazioni di terza fascia dell'European League. Ma Alyev e l'Azerbaijan avevano altri obiettivi, non solo tecnici, e possono ben dire di averli raggiunti.

Il livello di organizzazione messo in campo in questa occasione, pari a quanto visto in recenti edizioni dei Giochi Olimpici, ha fatto uscire la proposta azera dal semplice campo sportivo. Per estenderla a una vera strategia politica che tende a portare il paese all'attenzione dell'Europa e non solo. Non conosceremo mai il costo di questa prima edizione dei Giochi Europei, ma sembra difficile ritenere possibile uno sforzo analogo da parte di un altro paese europeo in vista di una seconda edizione. Seconda edizione che qualche mese fa era stato assegnata all'Olanda. Proprio alla vigilia della magnifica cerimonia di inaugurazione di Baku 2015, è giunta la notizia della rinuncia dei Paesi Bassi. E ora? Nei corridoi si parla di un interesse della Federazione Russa o della Bielorussa. Staremo a vedere chi vorrà sobbarcarsi l'edizione del 2019. Non sarà un'equazione facile da risolvere per l'ACNOE.  

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