Giochi Olimpici Estivi - 1912
1912 Stoccolma
Giochi della V Olimpiade
(gfc) Dopo la conclusione dei Giochi di Londra, la Commissione per le Olimpiadi s’era praticamente dissolta. In vista dell’edizione di Stoccolma, l’iniziativa di restituire slancio all’organismo l’assunse l’onorevole Attilio Brunialti [1849-1920], da poco presidente della federazione degli Sport atletici, cui il conte Brunetta aveva passato la mano da quando lo stesso Brunialti era stato cooptato nel CIO. Nel novembre del 1911 Brunialti convocò a Roma una riunione tra le federazioni con lo scopo di formare un nuovo comitato e “organizzare la rappresentanza dell’Italia alle Olimpiadi Internazionali” di Stoccolma. All’invito risposero soltanto sei federazioni, tanto che si ritenne di dover aggiornare i lavori.
Nel secondo incontro (cui avrebbe dovuto intervenire Brunetta d’Usseaux, ma che preferì restarsene a Parigi) venne ufficializzata la composizione del Comitato. Si trattava del terzo organismo, nell’arco di sei anni, a proporsi per l’organizzazione di una spedizione olimpica. Al vertice furono confermati sia il marchese Compans che il cavalier Ballerini. Alle Olimpiadi mancavano cinque mesi. In quelle settimane Compans bussò a tutte le porte, ma erano tempi drammatici per il paese. Dall’ottobre 1911 era iniziata la guerra per contendere alla Turchia la Tripolitania e la Cirenaica (la pace verrà siglata a metà ottobre del 1912, a Giochi conclusi).
Alle richieste di Compans, cui si era unito un pugno di altri parlamentari, alla fine il Governo ripsose con le stesse 25.000 lire di quattro anni prima, mentre il contributo del re si ridusse a 5000 lire. Non era molto, tanto che il Comitato, per integrare la somma, si risolse a “fare appello ai più facoltosi mecenati dello sport”. Ma la colletta non iniziò neppure. Ne ce n’era il tempo. Di contro il Ministero della Guerra impedì il viaggio ai cavalieri – tutti militari di Pinerolo o Tor di Quinto – e ai tiratori, che più proficuamente potevano servire in Africa. Dopo estenuanti trattative fu deciso che a Stoccolma si sarebbero recati 66 atleti: 12 per l’atletica, 14 calciatori affidati a Vittorio Pozzo, 22 ginnasti, 6 lottatori, 2 nuotatori, 9 schermidori e un tuffatore. La rappresentativa partì dalla stazione di Porta Vescovo di Verona, in tre gruppi, secondo il calendario delle gare. Tre giorni di viaggio via Berlino in seconda classe (la terza era in uso solo in Italia) con un’ultima tratta in traghetto.
Le condizioni logistiche furono più confortevoli con la squadra alloggiata nelle camerate di alcuni collegi per signorine. Anche i risultati ne risentirono, tanto da superare quelli di Londra, con la conquista di 6 medaglie. La specialità di parata fu finalmente la ginnastica, dove il dominio italiano si rivelò addirittura schiacciante. Su tutti emerse Alberto Braglia che, dopo aver dato un contributo determinante alla vittoria nella prova a squadre, il giorno dopo si impose in quella individuale. Era il successo più pieno della scuola italiana. Nel fioretto si rivelò il giovanissimo Nedo Nadi.
La scheda di Stoccolma 1912
Date: 5 Maggio / 22 Luglio 1912.
Nazioni presenti: 27 (vincitori di medaglie: 20).
Atleti partecipanti: 2547 (2490 uomini, 57 donne).
Apertura dei Giochi: re Gustavo V di Svezia.
Programma tecnico: 17 sport, 106 gare.
Medaglie assegnate: 309 (101 Oro, 104 Argento, 104 Bronzo).
Membri italiani del CIO: conte Eugenio Brunetta d’Usseaux (dal 1897), on. Attilio Brunialti (dal 1909).
Presidente del Comitato Italiano: on. Carlo Compans di Brichanteau.
Capo delegazione: Fortunato Ballerini.
Sede della delegazione: collegi studenteschi.
Alfiere della squadra: Alberto Braglia (Ginnastica).
Atleti italiani in gara: 62.
Riserve o non entrati: 4.
Medaglie vinte: 6 (3 Oro, 1 Argento, 2 Bronzo)
Atleti italiani vincitori di medaglie: 19.
Giornalisti italiani presenti: 11.
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