Faggin

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Leandro Faggin [1933-1970]
Ciclismo
 

              (gfc)
Inseguitore più per scelta tecnica che per vocazione, si è affermato come uno dei maggiori esponenti della specialità. Alle due medaglie d’oro vinte ai Giochi Olimpici, ha saputo aggiungere numerosi allori iridati, sia da dilettante che da professionista. Aveva iniziato alla “SC Lygie-Lubian” di Padova segnalandosi come sprinter in un “Trofeo Gardiol”. Fu il CT della pista Guido Costa, che cercava nuovi elementi da schierare a Melbourne, a consigliargli di lasciare la velocità per dedicarsi all’inseguimento, dopo averlo visto durante una seduta di allenamento. Il mago della pista era rimasto colpito dalla capacità muscolare del giovane e dalle doti, che si intravedevano, di passista veloce. Già all’esordio sui 4 chilometri, all’inizio del 1954, il padovano fu in grado di correre la distanza in 5’09”. Da quel momento Costa, seguendo un piano studiato con la Federazione, lo prese direttamente sotto le sue ali. Anni dopo scriverà: “Il giovanotto venne con me nell’Italia del Sud, nel Nord-Africa, a Parigi, Losanna, in Germania. Durante quelle competizioni mi fu possibile correggere la posizione in bicicletta di Faggin e un bel giorno mi dissi: ‘Ci sei riuscito. Ora lo puoi lanciare in confronti impegnativi”.

              Faggin rispose pienamente alle speranze di Costa. Lasciò il lavoro da meccanico per dedicarsi a tempo pieno alle due ruote. In quello stesso 1954 si laureava campione italiano nel Chilometro da fermo con una media superiore ai 50 km/h (battendo i più esperti Pinarello e Ogna) e vinceva il titolo tricolore dell’inseguimento superano Loris Campana, il campione olimpico di Helsinki. Ormai pronto per il salto sul palcoscenico internazionale, dopo venti giorni si presentò sulla pista di Colonia per i Mondiali. Fu un trionfo. In finale annientò l’inglese Brotherton infliggendogli 5” di distacco. L’anno seguente, nella stagione preolimpica, fu costretto a tirare il fiato perché chiamato al servizio militare. Ma non poteva certo mancare il nuovo appuntamento iridato che, quell’anno, era programmato al Vigorelli. Sconfitto dall’inglese Sheil in semifinale, fu costretto a disputare la finale per il terzo posto aggiudicandosela di rabbia. In compenso migliorò ampiamente i suoi tempi sui 4 chilometri scendendo fino a 4’54”3.

              Nell’inverno Faggin covò la vendetta, preparando la rivincita. Ma proprio in quei mesi sulle piste italiane esplodeva il fenomeno Ercole Baldini, il potente passista romagnolo che pareva non conoscere limiti. I due si affrontarono per la prima volta nella finale dei Campionati tricolori, in luglio a Milano. Fu uno scontro titanico vinto alla fine da Baldini: 4’54”3 il tempo del forlivese, esattamente 5” in meno del rivale. I due si ritrovarono a fine agosto, in occasione dei Mondiali di Copenaghen. Dopo aver entrambi vinto le semifinali con tempi modesti, dettero vita ad una finale tutta italiana: ancora una volta si impose Baldini che si limitò a controllare la corsa. Nella forma della sua vita, un mese più tardi Baldini si sarebbe impossessato – ancora dilettante – del record assoluto sull’Ora portandolo a metri 46.393,61. Quando già veniva conteso tra i due C.T. Costa e Proietti, Baldini chiariva che le sue preferenze andavano alla strada.

              Subito dopo la grande recita di Melbourne, nella quale nel giro di 72 ore riuscì a conquistare due medaglie d’oro nell’Inseguimento a squadre e nel Chilometro da fermo, Faggin passò al professionismo rimanendo per più di un decennio al vertice mondiale. Nella storia dell’Inseguimento la sua figura si colloca sullo stesso piano di Fausto Coppi, Antonio Bevilacqua e Guido Messina. Il “rosso” padovano – dal colore fulvo dei capelli –, mai bellissimo nell’assetto, ma sempre rapido e capace di violenti cambi di ritmi, incrociò le ruote con grandi avversari, quali il francese Roger Rivière o il tedesco Rudi Altig. In undici edizioni dei Mondiali disputati tra il 1958 e il ’68 riuscì a vincere tre titoli (il primo nel 1963, sulla pista parigina di Rocourt) col contorno di tre secondi e di tre terzi posti.

              In Italia – dopo la rinuncia di Baldini alla pista – non ebbe altri rivali e, tra il 1957 e il ’68, riuscì a collezionare dodici titoli tricolori consecutivi, un record difficilmente attaccabile. Il 21 luglio 1962, teatro la pista del Vigorelli, divenne il primo al mondo a scendere sotto i 6’ nei 5 chilometri fermando i cronometri a 5’57”8, corrispondenti a una media di 50,307 km/h. Riscontro straordinario per i mezzi meccanici del tempo. Alla pari di Messina, anche Faggin non ha disdegnato le massacranti Sei Giorni, imponendosi in non meno di nove occasioni.

              Faggin si è spento ad appena 37 anni a causa di un male incurabile.

(revisione: 29 Febbraio 2012)

 

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