Consolini

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Adolfo Consolini [1917-1969]
Atletica 


              (gfc)
Forse nessun altro atleta europeo dell’epoca, ad eccezione di Emil Zatopek, ha goduto di una fama pari alla sua. Certamente pochi altri atleti italiani sono stati tanto popolari quanto il “gigante buono”. E sicuramente nessun altro italiano ha saputo mantenersi per tanto tempo ad un livello di tale eccellenza e continuità. Discobolo straordinario, del quale sono rimaste proverbiali la bontà, l’umiltà e la serenità, almeno quanto la notevole possanza fisica, Consolini ebbe una carriera tanto lunga che, compiutamente, può venire letta solo attraverso la sintesi dei suoi successi:● tre volte primatista mondiale nella sua città d’adozione, Milano, con 53.44 (26 ottobre 1941), 54.23 (14 aprile 1946) e 55.53 (10 ottobre 1948);

             ● quattro presenze ai Giochi Olimpici: medaglia d’oro nel 1948 a Londra (52,78), medaglia d’argento nel 1952 ad Helsinki (53.78), sesto nel 1956 a Melbourne (52.21), diciassettesimo nel 1960 a Roma (52.44), quando fu scelto per leggere – con voce rotta dall’emozione – il giuramento degli atleti;
             ● sei volte primatista europeo, dall’ottobre 1941 al dicembre 1955 (quando ormai era sulla soglia dei trentanove anni), perdendo il record definitivamente solo nel maggio 1959 (il suo record italiano venne superato solo nell’aprile 1967);
             ● tre volte campione d’Europa, nel 1946 ad Oslo (53.23), nel 1950 a Bruxelles (53.75) e nel 1954 a Berna (53.44). Agli Europei gareggiò anche nel 1938 a Parigi (quinto) e nel 1958 a Stoccolma (sesto);
             ● tra il 1941 e il 1956 non ha figurato mai meno che quarto nelle liste mondiali annuali (e sei volte è stato leader stagionale);
            ● imbattuto in campo europeo dal settembre 1951 al giugno 1955;
            ● quindici volte, tra il 1939 e il 1960, vincitore del titolo italiano;
            ● in più di un quarto di secolo di attività ha preso parte ad oltre 400 riunioni ufficiali, superando i 53 metri in non meno di 156 occasioni.

             Come discobolo, Consolini seppe utilizzare al meglio una forza non comune, localizzata soprattutto nei muscoli ascellari, e – sull’esempio di Giorgio Oberweger che gli fu avversario primo e maestro dopo, nel dopoguerra – assimilare nel tempo una eccellente tecnica di movimenti coordinati, efficaci, quasi plastici, pur se mai troppo dinamici. L’unico difetto era rintracciabile nel lavoro delle gambe, ridotto rispetto alla potenza di lancio, difetto che neppure “Ober” riuscì a correggere.

             Nato in una famiglia di agricoltori in una frazione del centro rurale di Costermano, in provincia di Verona, il 5 gennaio 1917, ultimo di cinque figli, a meno di vent’anni fu notato dal maresciallo della finanza Carlo Bovi mentre giocava a tamburello e portato in pedana. Alla sua prima gara, disputata al Bentegodi di Verona il 6 giugno 1937, lanciando in pratica da fermo, ottenne un incoraggiante 32.40. Nell’ottobre successivo con 41.77 vinse il titolo nazionale dei Giovani entrando tra i “primi 10” dell’anno. Ma già l’anno successivo figurava nell’élite internazionale, un palcoscenico sul quale recitò a lungo il ruolo del protagonista. La sua inimitabile carriera agonistica si chiuse solo nel 1969, anno della morte, quando era ancora capace di raggiungere i 43.94. Ebbe la ventura, e nel contempo lo stimolo, di trovare proprio in Italia un gemello di pedana nell’imponente corazziere Giuseppe Tosi, suo grande amico e sodale, che gli fu secondo sia ai Giochi di Londra che nelle tre vittoriose gare europee.

             All’epoca del suo maggior fulgore atletico Consolini era alto 1.80 e pesava 105 chili, la sua apertura di braccia raggiungeva 201 centimetri, il perimetro toracico misurava 116/110. Si spense a Milano il 20 dicembre 1969, causa un male incurabile, a soli 52 anni. Marco Cassani così interpretò il sentimento della gente dell’atletica che l’aveva amato come pochi altri: “Il grande Adolfo, modesto e caro, era un leone. Anche i leoni muoiono. Io la sento la mano grossa, ruvida, calda, di Adolfo quando invece del disco stringeva la mia. E la immagino tesa nel cielo dell’ultimo lancio”.


Le grandi gare di Consolini:

1938 [5-9] – Campionati Europei: 1. Willy Schröder (Ger) 49.70; 2. Giorgio Oberweger (Ita) 49.48; 3. Gunnar Bergh (Swe) 48.72; ... 5. Adolfo Consolini 48.02.
1946 [24-8] – Campionati Europei: 1. Adolfo Consolini (Ita) 53.23; 2. Giuseppe Tori (Ita) 50.39; 3. Veikko Nyqvist (Fin) 48.14.
1948 [2-8] – Giochi Olimpici: 1. Adolfo Consolini (Ita) 52.78; 2. Giuseppe Tosi (Ita) 51.78; 3. Fortune Gordon (Usa) 50.77.
1950 [26-8] – Campionati Europei: 1. Adolfo Consolini (Ita) 53.75; 2. Giuseppe Tosi (Ita) 52.31; 3. Olavi Partanen (Fin) 48.69.
1952 [22-7] – Giochi Olimpici: 1. Sim Iness (Usa) 55.03; 2. Adolfo Consolini (Ita) 53.78; 3. James Dillion (Usa) 53.28.
1954 [28-8] – Campionati Europei: 1. Adolfo Consolini (Ita) 53.44; 2. Giuseppe Tosi (Ita) 52.34; 3. Jozsef Szécsény (Hun) 51.58.
1956 [27-11] – Giochi Olimpici: 1. Al Oerter (Usa) 56.36; 2. Fortune Gordion (Usa) 54.81; 3. Desmomd Koch (Usa) 54.40; … 6. Adolfo Consolini 52.21.
1958 [22-8] – Campionati Europei: 1. Edmund Piatkowski (Pol) 53.92; 2. Todor Todorov (Bul) 53.82; 3. Vladimir Trusenyov (Urs) 53.74; … 6. Adolfo Consolini 53.05.
1960 [7-9] – Giochi Olimpici: 1. Al Oerter (Usa) 59.18; 2. Richard Babka (Usa) 58.02; 3. Richard Cochran (Usa) 57.16; ... 17. Adolfo Consolini 52.44. 

(revisione: 2 Aprile 2012)

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