Sochi 2014 / Sara' (finalmente) Armin Zoeggler l'alfiere azzurro

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Martedì 5 Novembre 2013

zoegglerTerzo altoatesino, in ordine di tempo tra gli slittinisti (dopo Hildgartner nell’84 e la Weissnsteiner nel ’98), toccherà al “cannibale” reggere il tricolore durante la cerimonia d’apertura dei Giochi Invernali di Sochi (7/23 febbraio), i primi a livello del mare. La scelta, com’è noto, l’ha fatta il CONI un mese fa, dando finalmente ragione ad Armin Zoeggler che, quest’incarico, aspettava almeno da Torino 2006. A quell’epoca avrà da pochi giorni compiuto i 40 anni, se vogliamo un altro record. Che va a sommarsi ai due titoli olimpici (2002 e 2006), alle sei corone mondiali, alle tre europee e, soprattutto, alle dieci Coppe del Mondo, sei delle quali consecutive. Chi più di lui? Anche se la sua gara olimpica, all’indomani dell’apertura, rischierà di mettere fine a una carriera leggendaria. Col timore che ne risenti tutto il piccolo comparto dello slittino olimpico che, diversamente da quello su strada (popolarissimo in Alto Adige), soffre di una perenne crisi di vocazione. Ma intanto prepariamoci a godere dell’ultimo (forse) capitolo che il “cannibale” scriverà nel budello di Sochi. Ma chi è Armin Zoeggeler?

Brevemente, a guardare il suo passato, il maggior specialista al mondo sullo slittino, un fenomeno non solo italiano. “Gareggerò di certo per un paio di stagioni; solo alla fine deciderò se proseguire fino a Sochi 2014”, aveva detto a chiusura di una annata – il 2011 – che, malgrado qualche acciacco fisico (una nuova ernia del disco in zona sacrale), lo aveva portato al sesto titolo mondiale, un anno dopo aver collezionata la quinta medaglia olimpica. Non male per una stagione che doveva essere di transizione, ma i cui risultati sono stati eccezionali in rapporto alla scheda anagrafica del protagonista. Una promessa mantenuta, anche se quest’anno le cose non sono andate altrettanto bene ai Mondiali di Whistler, in Canada.

Armin Zoeggeler, un altoatesino che con le parole ha un rapporto di estrema parsimonia, come detto è prossimo ai 40 anni, un’età nella quale molti rivali più giovani hanno da tempo riposto slitta e ambizioni. Una vita a 150 chilometri l’ora, la sua, sdraiato pancia all’aria su un piccolo attrezzo in metallo da controllare e indirizzare solo con i movimenti del corpo e dei piedi. Lanciato in discese mozzafiato dove la sensibilità di guida, la percezione delle curve, la determinazione nello scegliere le traiettorie, sono pari, se non superiori, alle qualità aereo dinamiche del mezzo. Attrezzo da curare e ritoccare con una sapiente abilità artigianale che diventa perfezione tecnica: non per nulla, negli ultimi anni, le soluzioni più innovative per le sue slitte sono state analizzate e testate nella galleria del vento di Maranello.

Quasi un predestinato, Armin, per un amore, quello per lo slittino, sbocciato a 14 anni quando per raggiungere la scuola utilizzava d’inverno una grossolana slitta in legno. A quel tempo non pensava di poter diventare il miglior slittinista di sempre, si proponeva solo di “fare bene qualcosa che gli altri non avevano ancora fatto”. D’altro canto, venuto alla luce in una zona dove lo slittino, più che tradizione, è quasi una religione – sia che si gareggi su sofisticati impianti artificiali (come quelli olimpici) o che ci si slanci tra paesani su tracciati naturali, ricavati stagionalmente tra boschi o strade innevate – non poteva operare altra scelta agonistica. Una prova sportiva, lo slittino, da vivere in solitudine e nel silenzio frusciante di discese al limite dell’incolumità. Probabilmente una scelta caratteriale, per uno sport estremo dove vittoria e sconfitta sono separate dall’abisso di pochi millesimi di secondo.

Nato a Merano il 4 gennaio 1974, di professione carabiniere, Zoeggeler abita a Lana con la moglie Monika e i due figlioli Nina e Thomas, già giovanissimi adepti che a casa lo vedono poco. La maggior parte del tempo, tra ritiri, viaggi e gare, Armin lo dedica allo slittino: “Finché mi ci potrò sdraiare sopra, mi sentirò appagato e tranquillo”. Una tranquillità che gli ha permesso, sinora, di vincere più di cinquanta gare di Coppa del Mondo e che lo porterà fino ai Giochi Olimpici del 2014, un’epoca nella quale, di anni, ne avrà quaranta. Proprio quando comincia la vita vera …