Nuoto / “Settecolli”: il ritorno di Federica

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Domenica 17 Giugno 2012

“La migliore gara di Federica da quando la seguo io”, queste le parole di Claudio Rossetto al termine di un convincente 200 chiuso dalla campionessa veneziana in 1’56”32, riscontro di buon significato, specie a 40 giorni dall’Olimpiade, e che per ora la colloca al sesto posto della lista mondiale dell’anno, guidata dall’1’54”66 della francese terribile Camille Muffat. Un risultato cronometrico eccellente, quello di Roma (inferiore di 44/100 alla prestazione che a Debrecen le aveva consegnato il titolo europeo), quindi, ma che soprattutto declina una ripresa tecnica ed agonistica che – una ventina di giorni fa – appariva sicuramente in dubbio. C’era tanta pressione per questa gara sulle spalle di Federica. Una prova generale per Londra, un esame a distanza con la Muffat da superare con una tensione da scacciare non soltanto con una vittoria. Così è stato.


Fede ha risposto con una condotta di gara non facile, costruita con una implacabile rimonta sull’olandese Femke Heemskerk (1’57”15), superata con un’ultima vasca da brividi, su un ritmo eccellente: 28”89 a 30”61 l’indiscutibile riscontro negli ultimi 50 metri. Del tutto superate, quindi, le ambasce e le perplessità di Debrecen, quando Federica aveva annegato la sua spavalderia, e il suo sorriso, in un pianto silenzioso? Ne è convinta soprattutto lei, al termine di tre settimane difficili, nelle quali le pretese agonistiche si sono intrecciate con le frecciate maligne del solito gossip che hanno puntato forte su una crisi imminente (o in atto?) tra lei e Filippo Magnini. Le si chiedeva più di una levata d’orgoglio, poi puntualmente verificata in acqua, valida anche per spegnere quelle attenzioni, al limite del morboso, che circondano la sua vita di ragazza, prima ancora che di atleta. La prova del “Settecolli” (ultima occasione valida per staccare i pass olimpici: mercoledì 20 giugno la lista definitiva che dovrebbe comprendere una quarantina di nomi) ha confermato la bontà del lavoro svolto dopo la profonda) e inspiegabile) crisi ungherese, per un percorso di recupero che ha seguito tracciati più mentali che fisici. “Sono molto soddisfatta, sia del risultato che del tempo”, ha commentato l’interessata, con il respiro ancora ansante.

Il riscatto di Fede aveva preso corpo giovedì con un doppio 400 d’apertura, 4’07”86 nella batteria del mattino, preludo al 4’06”03 della finale vinta davanti all’infida danese Lotte Friis, agguantata proprio sulle piastre, già con l’incubo di una sconfitta in casa. “Si poteva fare di più”, il commento a due voci di Fede e di Rossetto, specie pensando a quel 4’02”97 recentemente nuotato dalla insondabile Muffat. Dopo aver rinunciato al test sugli 800 del venerdì (sugli spalti ad osservare Luca Marin stabilire con 4’12”04 il record del meeting, tempo valido soprattutto per la qualifica olimpica), la conferma è arrivata dai 200 di sabato. Lo ha sottolineato lei stessa nelle interviste di fine gara. Con una dedica affettuosa per Emiliano Brembilla – 40° nei 200 con 1’53”79 – che a 34 anni ha deciso di chiudere nella piscina del Foro Italico una carriera straordinaria.