I sentieri di Cimbricus / L'insolito Mondiale nel segno della M

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Lunedì 12 Dicembre 2022


modric 

Come Modric, Messi, Mbappè, Marocco, prima africana in semifinale con licenza di stupire. Poi si chiude e ci si rivede tra quattro anni in America, su tre paesi diversi, con record di 48 squadre e 80 partite. E’ il progresso, bellezza.

Giorgio Cimbrico

Guida a quello che sta per avvenire in Qatar, il paese che sta facendo passi da gigante nei diritti umani e civili e che garantisce redditi sicuri ai lavoratori stranieri, secondo l’eurodeputata greca catturata –, come dicono a Roma –, cor sorcio ‘n bocca. Spiccioli, in realtà, perché 700.000 euro per loro equivalgono a un caffè, a un Campari soda. 

In semifinale, tre continenti: non capitava dal 2002 quando tra le quattro arrivarono Brasile, Germania, Turchia e Corea del Sud. Vent’anni dopo, l’Asia è stata sostituita dall’Africa ed è una doppia prima volta: il Marocco geograficamente è Africa ma è anche uno dei riferimenti del mondo arabo che si estende dal Golfo Persico all’Atlantico e che si ramifica in Europa. 

Il Marocco ha eliminato Belgio, Spagna e Portogallo: in mezzo, sulla carta geografica, è piazzata la Francia, prossima avversaria. Riuscisse il miracolo agli uomini di Yalid Regragui, fatta fuori mezza Europa che per molti dei compaesani dei Leoni dell’Atlante è luogo di nascita, di lavoro, casa. 

La squadra di re Muhammad VI è l’unica, delle quattro, che non abbia mai giocato una finale. L’Argentina al match decisivo è arrivata cinque volte e ha conquistato due titoli, la Francia tre e ha alzato la coppa due volte, la Croazia a scacchi bianchi e rossi è per la terza volta in semifinale e punta per la seconda volta alla settima partita. 

Se il Marocco guadagnasse l’accesso alla finale sarebbe la 14ª nazionale in 21 edizioni. Per il momento, la graduatoria vede Germania a 8, Brasile e Italia a 6, Argentina a 5, Francia e Olanda a 3, Cecoslovacchia, Ungheria e Uruguay a 2, Svezia, Inghilterra, Spagna e Croazia a 1. I paesi vincitori sono 8. 

Una finale Francia-Croazia sarebbe il bis delle finale di quattro anni fa in Russia. Unico precedente, Germania-Argentina del 1986 e del 1990, un successo a testa, quello all’Olimpico al temine di un match molto noioso, con dubbio rigore decisivo segnato da Brehme. Maradona, che aveva fatto il miracolo di portare una squadra mediocre sino in fondo, si arrabbiò moltissimo. 

Una vittoria francese eguaglierebbe le due vittorie consecutive dell’Italia nel ’34, in casa, e nel ’38, in Francia, e del Brasile nel ’58 in Svezia e nel ’62 in Cile. 

Didier Deschamps, che ha raggiunto Mario Zagallo e Franz Beckenbauer nella ristretta cerchia dei giocatori diventati campioni del mondo anche come commissari tecnici, con l’accoppiata back-to-back, come usa dire oggi, raggiungerebbe Vittorio Pozzo del quadriennio anteguerra.

Le semifinali del Mondiale sono all’insegna della lettera M: Modric, Messi, Mbappè, Marocco. Il croato e l’argentino hanno anche le stesse iniziali: Luka e Lionel o Leo; un magrolino di 37 anni, dalmata di Zara, dall’esterno illuminante e un ragazzo di Rosario, che ha fatto fatica a crescere, dalle intuizioni sublimi. Luka ha un Pallone d’Oro, Leo cinque. Nella fase a gironi, quattro anni fa, la Croazia sconfisse l’Albiceleste 3-0 con gol di Rebic, Modric e Rakitic La quinta M è quella di Diego Armando Maradona: un omaggio postumo scatenerebbe un diluvio di lacrime.  

L’apporto della nostra serie A (e della B che offre il “barese” Cheddira) è appena sopra il 10%, 14 giocatori su 104 selezionati. La Liga ne fornisce 23, la Premiership 15. 

Le semifinaliste rappresentano movimenti che hanno vissuto una profonda diaspora: marocchini, croati e argentini giocano dappertutto, e una parte dei francesi ha trovato sistemazione lontano dalla Republique. Le squadre con giocatori “stanziali” non ci sono (Italia) o (Spagna e Inghilterra) sono tornate a casa.