I sentieri di Cimbricus / Un nuovo giardino delle delizie

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Lunedì 28 Novembre 2022

 

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La strategia del Qatar, in realtà, è gigantesca: evitare la monocultura del gas e del petrolio e fare di una delle aree più inospitali della terra un luna park, un maxi-resort, un non luogo per vacanze “intelligenti”. 

Giorgio Cimbrico 

Sul livello della Coppa del Mondo, meglio lasciar la parola agli esperti. A me pare che la novità del mondiale a metà stagione non abbia prodotto granché: la palla indietro è sempre un’opzione molto praticata, così come la decelerazione del ritmo. Ma tutti questi sono particolari trascurabili. La verità è che, malgrado i diritti civili calpestati e le condizioni inumane subite dai lavoratori stranieri, il Qatar sta ottenendo quel che voleva: è un luogo gradevole, divertente, la meta del futuro.

A me, in realtà, ricorda il giardino delle delizie (e dei tormenti) di Hyeronimus Bosch o l’ingresso di Cristo a Bruxelles di Max Ensor, un luogo di deliri, di sogni distorti, di totentanz (danze della morte) eseguite con la disinvoltura della superficialità. Ma io sono un rompicoglioni e non conto. 

Pare che i “pacchetti” offerti dalle agenzie di viaggio, le prime che riescono a mettere le mani sui biglietti, non siano a buon mercato, ma i tifosi inglesi, spagnoli, gallesi, francesi, brasiliani etc etc sono decine di migliaia. Decime di migliaia a paese, intendo. Stanno facendo un’esperienza indimenticabile e la trasmetteranno a parenti e amici. 

Doha è divertente: una selva di grattacieli, cinque stadi uno vicino all’altro, centri commerciali. Per chi ama l’arte c’è persino la chance di visitare il piccolo elegante museo le cui collezioni la moglie dell’emiro sta costruendo approfittando del budget annale (500 milioni di dollari) concesso dal consorte: per il momento i pezzi da vedere sono una seconda versione dei “Giocatori di carte” di Cezanne e il ritratto di due polinesiane di Gauguin. 

Altre opzioni: gita nel deserto a dorso di cammello o con un fuoristrada (possibile l’avvisamento di orici), lunghe ore passate in piscina, escursione sulle acque del Golfo Persico. Ce n’è già abbastanza per ritenerla una vacanza ben pianificata giorno dopo giorno. Ovviamente il periodo da scegliere è questo, da estendere sino ad inizio marzo. Dopo, poco consigliabile, a mono non si adorino i 40° con forte percentuale di umidità. In ogni caso, l’aria condizionata fa miracoli: ai Mondiali 2019 di atletica fu una regola per sopravvivere. 

Il parco dei divertimenti: è la politica del Qatar, di Abu Dhabi, degli Emirati Arabi Uniti, del Bahrain e, ovviamente, del grande paese che sta alle loro spalle: l’Arabia Saudita, molto cambiata dal tempo in cui veniva percorsa da Charles Doughty che si nutriva di datteri e di latticello e che con le tribù ebbe rapporti altalenanti, di cordialità e di sospetto, o dal giovane T.H. Lawrence che di quei popoli aveva imparato anche i dialetti. 

Sarebbe interessante domandare a chi in questo periodo è partito in massa per il Golfo Persico cosa sa di questo mondo. “Hanno costruito molto”. “Hanno fatto investimenti”. “Hanno un sacco di soldi”. Osservazioni banali ma esatte. La strategia, in realtà, è gigantesca: evitare la monocultura del gas e del petrolio e fare di una delle aree più inospitali della terra un luna park, un maxi-resort, un non luogo per vacanze “intelligenti”. 

Lo stanziamento che il Principe regnante di Arabia ha voluto per l’operazione Neom (500 miliardi di dollari per costruire una località montana sul Mar Rosso, ospitare i Giochi Asiatici Invernali 2029 e poi chissà, …) è il segno di un indirizzo senza confini. Non conta l’importanza dell’avvenimento sportivo, contano le strutture che il turista si troverà di fronte. Con l’arrivo sul mercato di un noto gin senza alcol e di una leggendaria birra scura a tasso zero, altri piccoli ostacoli sono stati superati. 

In Qatar trattano da schiavi i dannati della terra che vanno a rimediare qualche spicciolo a rischio della vita. In Arabia Saudita da vent’anni bombardano lo Yemen dove il tasso di mortalità infantile è tra più alti della terra. Argomenti che non toccano i protagonisti delle nuove vacanze di massa: le Arabian Nights danno l’idea di poter crescere e andare avanti molto a lungo.