I sentieri di Cimbricus / Un mondo che non ci appartiene (piu')

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Giovedì 27 Ottobre 2022

 

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O meglio ancora, che non riconosciamo come nostro. Provate a rivedere qualche film, ad ascoltare un po’ di musica, a ripercorrere le strade della storia, dello sport eziandio. Nessuna nostalgia, solo banali constatazioni.

Giorgio Cimbrico

E’ un mondo in cui, come Schwarzenegger in Terminator, una macchina trova in se stessa ardimento e un coraggio degno dei più ardimentosi, di coloro che hanno il più profondo sprezzo della morte e, anzi, lo considerano un atto glorioso: è il drone kamikaze, come da titolo recente di un sito piuttosto importante.
E’ un mondo con i nervi a fior di pelle: a Stoccolma, a dar retta a una notizia di agenzia, devono essere arrabbiati con Oslo che si è appropriata dell’assegnazione del Nobel alla Letteratura. Quello alla Pace non le bastava più.


E’ un mondo sempre più poliglotta, o per meglio dire, anglicizzato: ieri ho sentito tre volte in trenta secondi, e cinque in qualche minuto, glorificare gli skills delle rugbyste neozelandesi. Ad abundantiam è stato anche detto che attraverso una rotation si giungerà ad avere lo starting fifteen. E non dimentichiamo che per segnare una meta, è necessario un chiaro grounding. Ho notato anche che non è più consentito dire: seconda vittoria consecutiva. Ora è back to back, mi raccomando. 


E’ un mondo di contrari e di assurdi che non mi spiego: andando a fare un po’ di spesa ho scoperto che un noto gin ora esiste in versione senza alcol. Ma allora, cos’è? E perché esiste? Verrà imitato anche da altri superalcolici? Cio’, sperem de no, diceva il Parón. 

E’ un mondo in cui è stato abolito il clichè sull’aspetto femminile. Ma ho appena visto la pubblicità di un noto reggiseno e quelle brutte (non si può più dire, …) sono diverse. 

E’ un mondo così sostenibile che è difficile sostenerlo: la festa mobile delle libertà espressive – e mentali – della fine degli anni Sessanta e dei Settanta oggi non più concepita. Provate a rivedere qualche film, ad ascoltare un po’ di musica, a ripercorrere le strade della storia, dello sport anche. Nessuna nostalgia, solo constatazioni. Le televisioni praticano anche un tipo di censura simile a quella dei parroci anni Cinquanta: vietato ai minori di 12 anni, di 14 anni, possibilità di azionare un bottone-lucchetto sul telecomando. I divieti non riguardano le più sguaiate e volgari farse italiane, i cinepanettoni, etc. 

E’ un mondo con un vocabolario sempre più ristretto, con una varietà di allegorie e di metafore ridotta all’osso. L’elenco è così breve che non mette conto stenderlo. Lo conoscete tutti. Mai letto Omero, Dante e Ariosto (meglio rimanere sui classici, …) quelli che parlano, quelli che alimentano i siti, quelli che hanno l’X factor o, in alternativa, vogliono esibire a tutti i costi il loro talento. Pardon, talent

Su tutti questi argomenti mi manca la brillante capacità di analisi del professor Umberto Eco che certe cose le aveva capite prima del precipitare degli eventi, della catastrofe, dell’ingresso, come diceva il poeta, nella valle dei topi, dove dei morti non sono rimaste neanche le ossa. 

Per mia fortuna ho assistito a quella che posso definire “lectio magistralis” di Noam Chomsky che quasi cinquant’anni fa mi aperse gli occhi con “Bagno di Sangue”: parlava dell’impegno americano in Vietnam. Questa volta ha parlato di metamorfosi della società, di presa del potere dei senza volto della finanza e dei poteri molto forti e molto occulti, ben accettata dalla politica, di democrazia ridotta a facciata, di piazza pulita delle ideologie, specie quelle che proponevano diritti e uguaglianza, di consenso ottenuto da masse addomesticate, di corsa al consumo, spesso di merci inutili, non essenziali. Chomsky il 7 dicembre farà 94 anni. Mazel tov, buona fortuna, soprattutto a noi.  

E’ un mondo che pratica e alimenta la menzogna con il massimo dell’improntitudine: evitando accuratamente i fatti bellici, la sfera finanziaria, la politica mondiale, europea, italiana, sufficiente limitarsi a certe irresistibili voci che girano: i 300.000 americani che sbarcheranno non in Sicilia, non a Salerno, non ad Anzio, ma a Roma per la Ryder Cup 2023; il costo zero e i probabili e interessanti attivi che deriveranno da Milano-Cortina 2026. Conoscessi di persona il vecchio Noam, lo chiamerei per chiedergli lumi anche su questi aspetti. E quel che mi è già chiaro diventerebbe limpido.